Le Isole Eolie Patrimonio Unesco sin dal 2000, come riserva della biosfera nonché come patrimonio culturale, sono un arcipelago di origine vulcanica appartenente all’arco Eoliano, in Sicilia. L’arcipelago situato nel Mar Tirreno comprende ben due vulcani attivi: Stromboli e Vulcano; costituito inoltre da sette isole vere e proprie, oltre alle due appena citate: Lipari, Salina, Filicudi, Alicudi, Panarea.

Isole Eolie, Patrimonio Unesco

Le Isole Eolie hanno sempre esercitato un immenso fascino sui viaggiatori che le hanno raggiunte, per l’immensa e leggendaria bellezza di cui godono. Del resto prendono il nome dal dio Eolo, signore dei venti. Secondo la mitologia greca, Eolo infatti si riparò proprio su queste isole, Patrimonio Unesco, e diede loro il suo nome. Viveva a Lipari e riusciva a prevedere le condizioni del tempo osservando la forma delle nubi sbuffate da un vulcano attivo, probabilmente lo Stromboli.

Grazie a questa abilità, determinante per gli isolani, che erano in gran parte pescatori e necessitavano di conoscere la probabile evoluzione degli eventi meteorologici, Eolo si guadagnò grande popolarità nell’arcipelago. Fu così che un semplice principe greco, abile nel prevedere il tempo dalle nubi, alimentò il mito del dio Eolo, in grado invece di comandare i venti.

Tra i viaggiatori-scrittori del XIX secolo rimasti folgorati dalla bellezza e dalla storia delle Isole Eolie, spiccano i nomi dello scienziato Déodat de Dolomieu, dello scrittore Alexandre Dumas e quelli degli artisti Jean Houel e Gaston Vuillier.

isole eolie
Vulcano, Isole Eolie Patrimonio Unesco

Stromboli l’isola vulcanica

Con una popolazione di circa 400 abitanti la storia dell’isola vulcanica di Stromboli inizia circa 200.000 anni fa, quando un primo vulcano attivo di grandi dimensioni emerge dal mare. Di questo vulcano antico rimane soltanto il condotto solidificato rappresentato da Strombolicchio.

Il vero e proprio vulcano di Stromboli emerge dal mare circa 160.000 anni fa e risulta essere l’unica isola dell’arcipelago che ha una permanente attività vulcanica, le cui eruzioni sono un po’ frammentate, per lo più una ogni ora. Spesso infatti, nelle giornate particolarmente limpide, è possibile vedere del fumo uscire dal suo cratere.

Utilizzata da Jules Verne che ha ambientato proprio a Stromboli la conclusione del romanzo del 1864 Viaggio al centro della terra, l’isola frequentata ed abitata fin dall’antichità, è piuttosto nota e nei mesi estivi è oggetto di frequente turismo. La sua economia si è sempre fondata sulle produzioni agricole tipicamente mediterranee: olivo, fichi, pesca e soprattutto è diventata famosa per la produzione di uve malvasia coltivata in giardini terrazzati.

Il tramonto sul cratere

L’estate è ormai alle nostre spalle, ha lasciato spazio all’autunno, ma i ricordi di spiagge bianchissime, del mare cristallino, del calore del sole sulla pelle sono vividi più che mai.

Come non ricordare poi quei tramonti infuocati in cui il cielo sembra un dipinto, fatto di sfumature di un giallo chiaro che si declinano naturalmente fino ad un arancione intenso con alcune tonalità di rosso; mentre il sole, ormai divenuto un cerchio di fuoco ben distinto, si tuffa lì dietro l’orizzonte, cedendo il passo alla sera, alla luna, alle stelle.

Sui tramonti sul mare, prerogativa quasi indiscussa del meridione italiano, ci si potrebbero scrivere interi trattati, sillogi poetiche, aforismi, ma risulterà sempre complicato riuscire a mettere nero su bianco la moltitudine di emozioni e sensazioni che si irradiano insieme agli ultimi raggi del sole mentre questo cala. Di una cosa possiamo essere certi: siamo testimoni di una bellezza unica, qualsiasi sia la prospettiva da cui la guardiamo.

Non sorprende allora che si sia voluta candidare, in particolare, la magia del tramonto sullo Stromboli come Patrimonio dell’Umanità Unesco. Candidare la bellezza di uno degli spettacoli naturali più suggestivi che questa terra ci possa offrire, il binomio perfetto tra terra e fuoco.

tramonto
Tramonto sul mare

Il comitato Network Mediterraneo

È per questo che è nato in Calabria Network Mediterraneo, un comitato di giovani che vuol farsi promotore della candidatura del tramonto nel cratere dello Stromboli all’Unesco.

La finalità del comitato è quella di dare valore e ufficialità allo straordinario fenomeno ottico, effetto di una particolare congiuntura astrofisica, visibile esclusivamente da determinate località della Calabria: dalla Costa degli dei, da Pizzo Calabro a Zambrone, ad altri borghi dell’entroterra aspromontano orientati sul Tirreno, e in determinati periodi dell’anno da giugno ad agosto; e della Sicilia.

Lo spettacolo della palla infuocata inghiottita dalle “fauci” del vulcano presenta tutti i caratteri richiesti dall’Unesco per ottenere il prestigioso riconoscimento: unicità, universalità, insostituibilità; oltre a soddisfare il VII Criterio della Convenzione sul patrimonio dell’Umanità del 1972, che afferma che sono riconoscibili “fenomeni naturali o atmosfere di una bellezza naturale e di una importanza estetica eccezionale”. Del resto la bellezza naturalistica e paesaggistica cui la natura ha abituato i calabresi, che godono di questo scenario mozzafiato, non è alla portata di gran parte della popolazione del globo.

Questa nobile iniziativa prevede un progetto di cooperazione interterritoriale tra realtà, enti e volontari del terzo settore che operano per la promozione culturale e valorizzazione del territorio calabrese. Non solo, l’eventuale riconoscimento del tramonto sul vulcano Stromboli come Patrimonio mondiale dell’Umanità potrebbe portare a notevoli opportunità di sviluppo economico-turistico: porterebbe infatti una enorme visibilità internazionale e globale, un forte impatto in termini di pubblicità, innalzando così il livello di interesse verso il nostro territorio e consentendo alla Calabria di risalire, non senza fatica, la classifica che la vede ingiustamente ultima in Italia per siti riconosciuti come patrimonio dell’Umanità.

 

Il tramonto sullo Stromboli: le Isole Eolie Patrimonio Unesco ultima modifica: 2017-11-02T09:30:59+01:00 da Valentina Dattilo

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