Estate, spiaggia, esterno giorno. Qualcuno nuota, qualcuno galleggia comodamente adagiato sul materassino. I bambini giocano a calcio o a beach volley. I più pigri oziano al sole o sotto l’ombrellone, chiacchierando col vicino oppure leggendo qualcosa. Un libro, una rivista o, ancora meglio, la Settimana Enigmistica. Il settimanale è infatti uno dei più amati dagli italiani, e di certo non relegato esclusivamente ai mesi caldi. Il riposo sul divano di domenica, il tragitto in treno dei pendolari, la pausa pranzo degli impiegati: sono tantissime le occasioni per dilettarsi con i semplici puntini da unire o con il difficilissimo cruciverbone della rivista che ha fatto la storia dell’enigmistica italiana.

La storia della Settimana Enigmistica dal 1932

Proprio il cruciverbone è un must della Settimana Enigmistica, quasi dalla nascita del settimanale. Scriviamo quasi perché, nonostante la fama decennale di alcuni giochi e dei loro ideatori, la Settimana Enigmistica ha ormai un’età davvero invidiabile: oggi è infatti il suo ottantaseiesimo compleanno. Nacque il 23 gennaio 1932 ad opera del suo papà, il Cavaliere Giorgio Sisini. L’ingegnere Sisini, sardo, aveva preso in affitto con la futura moglie un appartamento a Milano, e fu proprio lì che ideò il settimanale.

Pagina storica

Come si diceva, il primo numero arrivò in edicola il 23 gennaio. In copertina un cruciverba che svelava, attraverso la disposizione delle caselle nere, un ritratto dell’attrice messicana Lupe Vélez. Tantissimi numeri sono stati poi venduti dopo quel primo che costava appena 50 centesimi di lire. Alla Settimana Enigmistica va infatti riconosciuto il merito di essere stata la prima rivista nella storia dell’enigmistica italiana, tanto da aver registrato il marchio Parole crociate, e da considerare delle proprie imitazioni tutte le riviste di enigmistica successivamente pubblicate in Italia. A questo proposito per la Settimana è stata coniata la dicitura «è la rivista che vanta innumerevoli tentativi di imitazione». La frase si riferisce proprio alle riviste successivamente pubblicate, che originariamente erano state numerate fino alla duecentocinquesima.

Tipografia e contenuti

La veste tipografica della rivista ha subito qualche modifica col passare degli anni, ma è rimasta grossomodo la stessa. Per la testata si alternano i colori blu, verde e rosso. All’interno il colore è invece stato introdotto saltuariamente dal 1995, in maniera più stabile dal 2010. In copertina c’è sempre un cruciverba con la foto di un personaggio famoso, un uomo nei numeri pari e una donna per quelli dispari. Vanto della rivista è il fatto di non aver mai accettato pubblicità, utilizzandola soltanto per la propria diffusione nel periodo estivo.

Il colore delle pagine interne

Immancabili in tutti i numeri della Settimana Enigmistica le vignette umoristiche con dei personaggi ormai diventati storici, come quelli di alcuni giochi che da decenni assumono la stessa collocazione all’interno della rivista. A proposito di questi ultimi va detto che essi sono e sono stati elaborati dai più importanti enigmisti italiani. Impossibile non citare in proposito Piero Bartezzaghi (sostituito poi dal figlio Alessandro). Bartezzaghi si occupava, a partire dagli anni 50, del cruciverba a schema libero di pagina 41, che per gli appassionati era semplicemente Il Bartezzaghi. A quest’uomo va il merito, col sostegno del Sisini, di aver modernizzato il linguaggio dell’enigmistica italiana. Egli vi introdusse infatti parole straniere, marchi commerciali, neologismi, riferimenti all’attualità ed alla politica e l’alfabeto di 26 lettere, cosa che scandalizzò i puristi della lingua italiana.

La Settimana Enigmistica nella cultura italiana

La fama della Settimana Enigmistica è indiscutibile. La sua storia è ricca di citazioni e omaggi del mondo della musica e dello spettacolo in genere. Negli anni ottanta fu introdotto un personaggio comico all’interno del programma televisivo Quelli della notte, formatosi culturalmente col settimanale. Svariati inoltre le canzoni e i romanzi dedicati alla Settimana o in cui essa viene citata. Tantissimi poi anche i lungometraggi in cui se ne parla, come Divorzio all’italiana, alcuni film con Totò e molti altri.

Divorzio all'italiana

Ma come mai la Settimana Enigmistica è tanto amata dagli italiani? Le storie che ci hanno raccontato sono davvero tante, e ci dimostrano che il settimanale è ormai uno di famiglia. C’è chi ci ha detto di aver imparato dal nonno a fare il cruciverba, chi ricorda quand’era bambino e giocava ad unisci i puntini col papà e chi ci spiega l’esatto ordine in cui risolve tutti i giochi del numero. Ci sono poi i più romantici, quelli che hanno imparato a fare i rebus dalla fidanzatina del liceo, ma anche chi nota la compatibilità con la propria moglie dal fatto che ognuno ama giochi diversi tra quelli della Settimana: non si può certo convivere con chi ti ruba le parole crociate!

La storia della Settimana Enigmistica: 86 anni e non sentirli ultima modifica: 2018-01-23T09:06:11+01:00 da Mariarosaria Clemente

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