Un viaggio nella storia dell’Italia al femminile

Italiani.it intervista quattro donne appartenenti a quattro generazioni diverse, al fine di scoprire, attraverso le loro storie, come eravamo e come siamo diventate grazie alle tante battaglie combattute in nome di pari diritti ed uguale dignità.

Per non dimenticare il coraggio e l’impegno di “grandi donne”

Anche se può sembrare strano, c’è stato un tempo, non così lontano, in cui nascere Donna poteva significare un’esistenza di silenzio e sottomissione. Anche in Italia. Ed allora quale occasione migliore dell’8 Marzo per ripercorrere il lungo cammino fatto dalle nostre madri e dalle nostre nonne, dal dopoguerra ad oggi, a suon di conquiste e diritti acquisiti? Per ricordare l’impegno ed il coraggio di queste donne. E celebrare una ricorrenza importante e niente affatto scontata come la Festa della Donna. Una Festa che non è fatta solo di brindisi e mimose.

Anna è nata a Voghera (PV) nel 1931. Ha 85 anni, 4 figli e 4 nipoti. Giovanna è nata a Lanzo D’Intelvi (CO) nel 1945. Ha 72 anni, 2 figli e 2 nipoti. Paola è nata a Milano nel 1970. Ha 47 anni e 2 bambini. Federica è nata nel 1996 a Firenze. Ha soli 21 anni.

Italiani.it intervista queste quattro grandi donne. Qual è stato il gioco della vostra infanzia?

Anna: Io e mia sorella giocavamo con il nostro gatto. Lo vestivamo e lo mettevamo a letto come fosse un bambino.

Giovanna: I giochi in cortile: campana, salto della corda, bandiera.

Paola: Il salto dell’elastico in cortile.

Federica: Le Barbie ed i peluche con i quali mi divertivo ad inventare storie.

Che cosa ricordate della scuola?

Anna: Non posso dimenticare il fatto che ci facevano stare con le braccia dietro la schiena e guai a chi si muoveva!Ricordo anche che andavo a piedi a scuola. All’epoca si camminava sempre, indipendentemente dalle distanze.

Giovanna: L’odore della cartella di cuoio, sostituita poi dalla cinghia di gomma. Le dita sporche d’inchiostro, i pennini ed i banchi di legno con il foro per calamaio.

Paola: L’autorità del mio maestro.

Federica: Le maestre delle elementari molto “materne”. I giochi in cortile nell’intervallo.

A quale età avete iniziato ad uscire da sole?

Anna: A 16 anni al mare. Potevo andare a ballare in compagnia dei figli di amici di famiglia. Ma mio padre veniva a riprendermi entro la mezzanotte.

Giovanna: A 15 anni. Andavo al cinema la Domenica pomeriggio con le amiche.

Paola: a 14 anni. Uscivo solo di pomeriggio con le mie amiche.

Federica: Verso i 10 anni. Andava a fare merenda con le compagne di scuola o all’oratorio.

Avete mai partecipato ad una manifestazione politica? E cosa ricordate della vostra prima volta al voto?

Anna: Ho manifestato perché Trieste tornasse all’ Italia. La mia prima volta al voto è stata alla seconda elezione aperta alle donne. Ricordo un’emozione grandiosa.

Giovanna: Nelle mia vita ho partecipato a diverse manifestazioni. La prima volta che ho votato è stato con molta partecipazione.

Paola: La mia prima manifestazione fu per la caduta di Pinochet. La sentivo molto poiché avevo un compagno di classe cileno. Poi ne sono seguite altre ma non tantissime poiché mi ha fatto sempre paura la folla. La prima volta che ho votato ero abbastanza spaesata ma ci tenevo a dire la mia.

Federica: Al liceo facevo parte del collettivo e quindi partecipavo spesso a manifestazioni. Ora invece ho perso interesse perché non sono così sicura di poter fare la differenza. La prima volta che ho votato ero molto emozionata.

Vi siete mai sentite sminuite oppure discriminate in quanto donne?

Anna: Come donna no. Come figlia di un siciliano si.

Giovanna: Non mi è mai successo. Sono stata fortunata.

Paola: Non ho mai subito palesi atti discriminatori. Però ho sempre sentito quel filo sottile che mette un po’ in dubbio le tue capacità perché sei una donna.

Federica: No ma sono consapevole che può succedere.

Qual è il vostro pensiero su divorzio, convivenza, contraccezione ed aborto?

Anna: Su aborto e convivenza sono contraria. Il divorzio lo ammetto cos’ come la contraccezione.

Giovanna: Sono state tutte tappe fondamentali sul cammino dei diritti civili. Ma la strada è ancora lunga.

Paola: Sono sacrosanti diritti e come tali devono essere garantiti e tutelati dalla legge.

Federica: Sono a favore di tutti poiché rientrano nell’ambito della libertà personale e del diritto di scelta.

Della religione cosa ne pensate?

Anna: Sono credente e praticante. Sono andata a scuola dalle suore ed ho sempre detestato riti e regole che ci imponevano. La mia fede è frutto di tante domande e delle risposte che ho sempre cercato.

Giovanna: Non ho il dono della fede. Ma qualche volta vado comunque in chiesa e mi fermo a riflettere.

Paola: Ho ricevuto un’educazione cattolica ma da tempo ho smesso di andare in chiesa. I miei figli non sono battezzati anche se ritengo che sia importante far conoscere loro la religione cattolica che è parte della nostra cultura.

Federica: Non sono credente e, di conseguenza, non frequento la chiesa. Ma ho ricevuto tutti i sacramenti.

Che opinione avete dei giovani e degli adulti di oggi?

Anna: Dei giovani penso che facciano del loro meglio in una società difficile, in cui la violenza è all’ordine del giorno. Tra gli adulti credo che ci siano persone ottime ed altre che vivono di consumismo e di apparenza.

Giovanna: I giovani sono mediamente più alti, più belli e più disinibiti di quelli della mia generazione. Ma non li invidio perché si trovano ad affrontare un mondo complicato senza, forse, esserne preparati. Tra gli adulti ritengo che le donne siano le più curiose e le più attive.

Paola: Ritengo che i nostri giovani siano esposti a stimoli di tutti i tipi, difficili da gestire. Gli adulti della mia generazione, invece, sono iperprotettivi e spesso tendono a giustificare fin troppo i loro figli.

Federica: I miei coetanei fanno un uso esagerato dei Social Network. Sono più preoccupati della loro immagine che di approfondire i loro interessi. Gli  adulti invece li vedo così occupati a correre da una parte all’altra che ho l’impressione che non trovino più il tempo per essere felici.

Cosa si è perso in questi anni?

Anna: La personalità. Siamo diventati per lo più tutti uguali ed agiamo più o meno tutti allo stesso modo. Ma tra i giovani si è raggiunto un livello di generosità e di verità che prima non c’era perché vigevano norme e consuetudini legate al ceto.

Giovanna: La fiducia nel futuro.

Paola: Il senso del limite. Con i Social Network chiunque si sente autorizzato a dire qualsiasi cosa.

Federica: I rapporti familiari che ora sono meno stretti e più superficiali. Cosa che però può essere anche positiva  perché non c’è più tutto quell’ attaccamento.

Cosa è per voi la Festa della Donna?

Anna: A volte penso che sia una presa in giro perché adesso la donna lavora in casa e fuori, con doppia fatica e sacrificio. Una sottigliezza di cui tener conto.

Giovanna: Non la festeggio perché ritengo che i diritti delle donne vengano ancora calpestati.

Paola: Non la ritengo una festa né la festeggio. Ma mi piace spiegare ai miei figli il senso di questa ricorrenza.

Federica: Non mi sento di festeggiarla perché, di fatto, credo che ancora non si possa parlare davvero di uguaglianza.

Italiani.it ringrazia Anna, Giovanna, Paola e Federica, i cui nomi sono di fantasia ma la loro testimonianza è reale. Un grazie di cuore a queste grandi donne per averci lasciato una preziosa testimonianza.

Quattro donne, quattro generazioni diverse. “Come eravamo, come siamo”. ultima modifica: 2017-03-08T08:42:21+01:00 da Rossana Nardacci

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