Proprio in questi giorni il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha nominato senatrice a vita, Liliana Segre, testimone vivente degli orrori della Shoah. Fu deportata bambina ad Auschwitz e sopravvisse al campo di concentramento.
Azioni come questa ribadiscono ancora una volta che una generazione che ignora la storia non ha passato… né futuro. Da questa suggestione nasce questo itinerario in occasione della Giornata della Memoria.
Siamo a Trieste. Estremo Nord Est. Un parcheggio di un noto supermercato. Un muro di cemento. Quasi a nascondere uno dei tanti fatti di guerra che sconvolse Trieste. Siamo nel quartiere di Valmaura, in periferia. Vicino alla Ferriera. 80 anni fa nella centralissima piazza Unità venivano promulgate le leggi razziali. Proprio qui, in questo rione lontano dal salotto buono della città, si trova la Risiera di San Sabba. L’unico esempio di lager nazista in Italia. Quelle che seguono sono le informazioni per una visita alla Risiera di San Sabba a Trieste.

La Risiera di San Sabba: una pagina da non dimenticare

Si tratta di uno stabilimento per la lavorazione del riso costruito nel 1913. Fu utilizzata dopo l’8 settembre 1943 dall’occupatore nazista diventando Stalag 339. Prima come campo di prigionia. Poi destinato allo smistamento dei deportati diretti in Germania e Polonia. Ma anche deposito dei beni razziati e luogo di detenzione ed eliminazione di ostaggi, partigiani, detenuti politici ed ebrei. I prigionieri arrivavano dalle carceri o dai rastrellamenti tra Trieste, Veneto e Slovenia. Il 4 aprile 1944 venne messo in funzione anche un forno crematorio.

Una veduta della Risiera di San Sabba

Una visita “virtuale” alla Risiera

Un corridoio lungo di blocchi di cemento e un cortile interno. Al pianterreno troviamo i laboratori di sartoria e calzoleria. A seguire le camerate per gli ufficiali e i militari delle SS. Sempre qui le diciassette minuscole celle da sei prigionieri. Era qui che si viveva sospesi fra una morte immediata o solo rimandata. Le porte e le pareti erano ricoperte di graffiti e scritte. Oggi andate perdute ma la cui testimonianza resta grazie ai diari di Diego de Henriquez, che li trascrisse.
In un edificio adiacente era detenuto chi era destinato alla deportazione in Germania. Fra questi anche donne e bambini.
Un terzo edificio era destinato alle eliminazioni. Proprio qui si trovava il forno crematorio. Nella notte fra il 29 ed il 30 aprile del ’45  fu fatto saltare in aria dai nazisti in fuga.

Il tunnel di Ingresso della Risiera

Alcuni numeri

Il numero delle vittime in Risiera oscilla tra le 3-5mila persone (triestini, sloveni, croati, friulani, istriani ed ebrei). A questo si deve aggiungere il numero di chi da qui fu deportato. Nel dopoguerra fu adibita a campo profughi e infine abbandonata.
Nel 1965 la Risiera di San Sabba fu dichiarata Monumento Nazionale. Sono rimaste inalterate la cella della morte e le 17 celle di detenzione.

Informazioni

Se state programmando una visita a Trieste, culla della Mitteleuropa, spero di avervi invogliato a vistare la Risiera di San Sabba! Questo un riepilogo di informazioni:
via Giovanni Palatucci, 5 – Trieste
Ingresso gratuito
Autobus 8-10
Informazioni: tel. 040 826 202

Risiera di San Sabba, una visita “virtuale” in occasione della Giornata della Memoria ultima modifica: 2018-01-27T09:30:26+01:00 da Lucia Vazzoler

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