Opportunità o fuga? La nuova emigrazione italiana

I media continuano a indicarci quanto l’Italia sia un Paese d’immigrazione. Ma è veramente così? A partire dal 2008/2009, periodo coincidente con la crisi economica, abbiamo assistito a quella che viene definita “fuga di cervelli”. Giovani desiderosi di avere accesso a brillanti carriere hanno deciso di cercare opportunità migliori in altri Paesi, in primis l’Europa.

Perché molti giovani decidono di lasciare l’Italia? Un’occasione di sfida e di crescita personale oppure mancanza di opportunità lavorative? L’offerta italiana se paragonata con quella europea o americana ne esce sconfitta. La sequela di tirocini senza fine hanno reso questo Stato una vera e propria Repubblica degli stagisti. Germania, Gran Bretagna, Francia: questi sono solo alcuni degli Stati europei dove la giovane migrazione italiana si rivolge.

La situazione attuale dei cervelli in fuga

E se un neolaureato su quattro non lavora (fonti Almalaurea), appare evidente come vi sia la spinta a cambiare prospettiva. La nuova emigrazione italiana riguarda gli under 30. A fronte del grande investimento culturale non riescono ad avere uno sviluppo di carriera adeguato.

Come siamo arrivati a questo punto? Se prima il “viaggio all’estero” era visto come una possibilità di aumentare le conoscenze linguistiche e tornare arricchiti da questa esperienza, oggi a causa delle delicate condizioni economiche è soprattutto la motivazione lavorativa a far acquistare ai giovani un biglietto di sola andata.

Molte sono le storie d’italiani che sono andati all’estero e sono rimasti per costruire carriera e famiglia. Interessante la ricerca de Il Fatto Quotidiano. Risulta infatti che il 54,9% delle persone intervistate abbia denunciato la mancanza di meritocrazia nel nostro Paese.

La componente economica, ma anche quella meritocratica sono tra i fattori che vengono imputati all’amministrazione italiana. Per questo non è inusuale la scelta di fare i bagagli per non tornare in patria. Non è solo l’esigenza oggettiva a far decidere agli italiani di lavorare all’estero, è la mancanza di gratificazione e la poca ricettività da parte delle istituzioni di questo problema.

Over 50 pronti a partire per l’estero

Non parliamo solo di “cervelli altamente specializzati”, ma di tutta una ondata di emigrazione che vede gli over 40 e over 50 protagonisti. Dal momento in cui la pensione in Italia si rivela esigua, molti italiani hanno scelto di vivere dignitosamente con un reddito base in territori come il Marocco o le Filippine. Il 2011 ha registrato un alto tasso di over 65 partiti verso altri lidi: ben 3219 italiani hanno scelto di investire in piccole proprietà per trascorrere la pensione.

L’emigrazione, dunque, è un fenomeno trasversale che ha toccato diverse fasce d’età sotto il minimo comune denominatore della ricerca di stabilità economica.

In questo excursus non si parla solamente di accademici, ma anche di braccia in fuga, vale a dire persone che mettono a disposizione del Paese ospitante la loro operatività lavorativa. In questo caso la componente economica sembra essere maggiormente marcata rispetto agli universitari: un lavoro in un Paese estero viene oggettivamente retribuito in misura migliore, per questo motivo la migrazione lavorativa diviene un’esigenza di molte famiglie.

Cosa ci aspetterà in futuro? Fluidità, emigrazione e globetrotters che fanno del mondo la propria casa.

Emigrazione italiana: cervelli in fuga a tutte le età ultima modifica: 2017-02-08T15:01:31+01:00 da Redazione

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