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Luca Serianni, omaggio al linguista e filologo italiano

Il professor Luca Serianni è stato investito mentre attraversava le strisce pedonali a Ostia, all’incrocio tra via Isole del Capo Verde di fronte via dei Velieri. L’incidente, avvenuto alle 7,30 del mattino del 18 luglio, ha causato un violentissimo impatto e le condizioni del linguista italiano sono apparse da subito gravi.

Luca Serianni, tra i maggiori e più amati linguisti italiani

Professore emerito di Linguistica italiana all’Università La Sapienza di Roma, autore di numerose opere e socio dell’Accademia della Crusca e dell’Accademia dei Lincei, nel 2010 è stato nominato vicepresidente della Società Dante Alighieri. “Negli anni Settanta si assiste a un’ascesa e a una forte espansione della linguistica, la quale ambisce al ruolo di disciplina guida anche per settori epistemologici distanti”, scrive il professor Serianni. Nel 2017, nella facoltà di lettere della Sapienza, Luca Serianni ha tenuto la sua ultima lezione, portando con sé il pregevole bagaglio delle sue lezioni di grammatica storica. Gli studenti di Serianni hanno imparato a scrivere “sé stesso” con l’accento, sapendo bene che questa forma non costituisce affatto un errore, ma anzi sarebbe addirittura preferibile.

La grammatica della lingua italiana si divide in tre branche: fonologia e grafematica, morfologia, sintassi. “La bussola che guida il percorso all’interno di morfologia e sintassi è la canonica divisione in parti del discorso […]; in italiano se ne distinguono nove, cinque variabili […] e quattro invariabili” – scrive Serianni. “La formazione storica dell’italiano, nato come lingua scritta, ha condizionato anche le vicende della lingua moderna. A differenza di francese e spagnolo, l’italiano – proprio per il suo imprinting letterario – è come una città ricca di bivi senza indicazioni stradali, in cui i cittadini nativi si orientano senza difficoltà, ma i forestieri si chiedono spesso dove andare“. Lo narra il professor Serianni in “Prima lezione di grammatica“, una delle sue tante fortunate opere letterarie.

L’italiano, lingua del cambiamento. Omaggio a Luca Serianni

L’italiano è una lingua romanza che ha origine dal latino volgare. Nei tempi antichi il latino aveva due forme: una forma letteraria e una forma volgare. Il latino classico era praticato dai dotti; la forma volgare era espressione usuale del popolo. Quest’ultima, per la sua peculiarità di lingua “parlata”- si presentava più suscettibile ai cambiamenti e alle innovazioni rispetto al latino letterario. Il latino si è modificato nel corso del tempo tramite una serie di innovazioni avvenute principalmente nell’era di Ottaviano Augusto e con la diffusione del Cristianesimo. “Alla differenza tra scritto e parlato le grammatiche più recenti dedicano, giustamente molto spazio” – affermava Serianni.

L’italiano è il prosieguo dell’antica lingua latina, appartiene al ceppo delle lingue indoeuropee e rappresenta oggi la quarta lingua studiata nel mondo dopo l’inglese, lo spagnolo e il cinese. “Per coloro che sono giunti in Italia di recente la lingua rappresenta il primo strumento nel cammino d’integrazione”, sono le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella agli Stati generali della lingua italiana nel mondo nella sua terza edizione. Dovremmo imparare a vederci come l’esito di una complessa evoluzione storica; l’integrazione è fatta anche di cambiamento.

L’italiano, questa lingua così bella quanto complessa

Esistono diverse tipologie di italiano tra le quali: l’italiano comune, l’italiano parlato, l’italiano scritto e infine la varietà semplificata di italiano con la quale si parla a interlocutori stranieri. Quest’ultima è conosciuta sotto il nome di foreigner talk. In Italia, si parlano anche i dialetti. Gli italiani possono essere definiti bilingue poiché – oltre all’italiano – sono solitamente in grado di parlare anche un dialetto.

«Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita». La celebre frase, appartenente a Dante Alighieri, rappresenta il primo verso della Divina Commedia. Essa è un poema allegorico didascalico scritto durante gli anni dell’esilio dell’autore in Lunigiana, databile tra il 1306-1321. La Divina Commedia, inizialmente denominata solo Commedia, rappresenta un grande classico di uno tra i più importanti autori della storia della lingua italiana. Dante Alighieri è considerato il padre della lingua italiana.

L’amore per l’italianità

La Divina Commedia di Dante è considerata la più grande opera scritta in italiano e un capolavoro della letteratura mondiale. Ma qual è oggi la bussola per orientarsi in una lingua tanto bella quanto variegata e difficile? “La bussola che guida il percorso all’interno di morfologia e sintassi è la canonica divisione in parti del discorso”, scrive Serianni. Soprattutto in fatto di grammatica e testualità. Infatti, anche le descrizioni grammaticali più innovative, hanno mantenuto gran parte dell’impalcatura tradizionale, quale che sia l’ottica adottata.

Fonte fotografia in evidenza: Ansa

Luca Serianni, omaggio al linguista e filologo italiano ultima modifica: 2022-07-19T15:10:06+02:00 da Antonella Marchisella

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