Le stelle perdono fascino a vantaggio della variante orientale del destino.

Quest’anno la parola Karma ha vinto il Festival di Sanremo. Segno che i tempi cambiano anche in fatto di superstizioni.

Secondo un sondaggio britannico, la metà delle persone, tra cui i nostro Connazionali, crede in questa variante orientale del destino. Ciò che ci capita è, in fondo, ciò che ci meritiamo.

In confronto solo il 16% del campione ha dichiarato di avere fiducia nell’Astrologia.

Lo Zodiaco viene consultato per divertimento, senza essere preso sul serio
Il divertissement rende socialmente più accettabili le credenze che sono in contrasto con la scienza

La disciplina che legge il futuro nelle stelle ha una storia millenaria. Ma ha perso fascino nell’età di Internet. Per quanto tempo ancora i ragazzi continueranno a chiedersi “di che segno sei”?, subito dopo essersi domandati il nome?

Una cosa è certa: il Paolo Fox di YouTube non esiste ancora. I canali dedicati al tema attirano pochi iscritti. Statistiche solide sui believer dello Zodiaco non esistono, anche perché la domanda secca non misura bene l’attaccamento alle credenze. Più che essere radicate, spesso sono orecchiate.

Lo Zodiaco viene consultato per divertimento, senza essere preso sul serio

Anche questo è un elemento della contemporaneità. Quella che un tempo era una forma di conoscenza, ora è un passatempo. Visto che ai giovani la salute importa poco mentre trovare lavoro è un’impresa troppo seria, l’attenzione si concentra fatalmente sulle affinità di coppia.

Il divertissement rende socialmente più accettabili le credenze che sono in contrasto con la scienza e sdrammatizza il tutto.

Lo scorso anno la Nasa ha pubblicato un post intitolato “L’astrologia non è astronomia” ricordando che le costellazioni dello Zodiaco sono tredici, non dodici. La rivelazione ha generato qualche fiammata nei commenti online. Ma quanti sono davvero scioccati all’idea che i segni slitterebbero sul calendario se venisse ammesso nel club anche l’Ofiuco?

Il pensiero magico ha smesso di aspirare all’universalità per diventare individuale.
Dal pensiero magico al Karma

Dal pensiero magico al Karma

Il pensiero magico ha smesso di aspirare all’universalità per diventare individuale. Ognuno è libero di scegliere in cosa credere.

Man mano che cambia la società, cambiano le credenze. Lo spiritismo è esploso nel 1800 perché sembrava un’alternativa più scientifica della religione. Nel ‘900 si è diffusa la parapsicologia e le facoltà della mente hanno rubato la scena al sovrannaturale.

Più recentemente sono arrivati la New Age, l’Età dell’Acquario, il successo delle filosofie antiche.

Si arriva al Karma.  Il termine “Karma”, che in sanscrito significa “azione compiuta”, è ormai molto diffuso anche in Occidente, sebbene non tutti ne conoscano l’origine e siano relativamente pochi gli individui che abbracciano questa teoria.

 Il Karma, concetto base dell’Induismo, altro non è che la legge universale di causa ed effetto applicata in senso spirituale, concetto alla base della reincarnazione, di cui rappresenta il fattore essenziale.

Spesso viene erroneamente considerata come una legge deterministica che induce al fatalismo ed alla rassegnazione. Ma in realtà il Karma dipende da noi, dalle nostre scelte, e può ovviamente cambiare nel tempo secondo il principio “ciò che si semina si raccoglie”. In che modo? Seguendo il Dharma, ovvero vivendo secondo la propria vera natura, che andrà progressivamente armonizzata con il Dharma universale.

Gli individui conquistano così la libertà dall’ego, dai desideri accumulati nel corso delle precedenti esistenze, per realizzare il Sè immortale.

Il ciclo di morte-rinascita è chiamato, in sanscrito, saṃsāra: l’uomo non può sottrarsi ad esso ma deve percorrerlo reincarnandosi in numerosi corpi, non solo umani, perlomeno nell’ottica induista.

Il fine ultimo è la liberazione da tale ciclo.

Il Karma batte lo Zodiaco. Le nuove credenze ultima modifica: 2017-07-19T08:07:49+02:00 da Rossana Nardacci

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