Il Poeta. Il poeta de “l’infinito”. Il giovane favoloso. Simbolo del romanticismo italiano. Per la prima volta il pubblico e chiunque dal mondo lo vorrà, potrà visitare, sotto una veste completamente nuova, le mura che l’hanno accolto. Casa Leopardi “ove abitai fanciullo.” Il nuovo straordinario itinerario. Accessibile da oggi, 18 giugno. Per sfiorare i suoi ricordi e provare a immaginare il senso d’infinito che lo muoveva.
Casa Leopardi
Doveva essere inaugurata lo scorso marzo ma, causa Covid, è giunto l’obbligato rinvio. Aprono allora oggi le porte della storica magione di Recanati. Quella in cui il piccolo Giacomo abitò insieme ai fratelli. Un attento restauro ha consentito la riorganizzazione del piano nobile e delle stanze. Sarà perciò possibile visitare le camere da letto che il padre fece ricavare dall’ala nord-est del palazzo, conosciute come brecce, dalla pavimentazione in ciottolato di fiume. Un ambiente dove ogni giorno vagavano lo sguardo e la mente del poeta, dove maturavano la sua malinconia e il suo genio.
Il nuovo itinerario è parte del progetto più ampio Ove abitai fanciullo. In corso da anni, mira alla progressiva riapertura di tutti i luoghi del poeta, ampliando l’accesso a nuovi spazi domestici. La biblioteca, il salone trionfale, il giardino, il salottino dove i tre fratelli erano soliti riunirsi e le loro camere private. Un viaggio unico. Un’opportunità rara.
Leopardi: il poeta filosofo
A Leopardi si è soliti associare un senso di inquietudine, di vaga tristezza. Derivano dalla sua infanzia. Derivano proprio dalle ore trascorse in quella casa che ora abbiamo l’opportunità di visitare con nuovi occhi, dove Giacomo divise le ore con Carlo e Paolina, i suoi fratelli. Dove insieme videro (sentirono, respirarono) la mortificazione del padre, a cui è sottratta la gestione dei beni, e che, cede la guida della famiglia alla moglie, Adelaide Antici. Matrona, ancorché madre. Schiva e ferrea, amministra quella casa bella, inquietante e triste con piglio bigotto e anaffettivo. Un’infanzia poco invidiabile. L’instabilità interna di casa Leopardi sembra trovare perfetta eco nel vento politico che si respirava per strada, fuori dalle sue mura. Sono anni di fermento, si prepara il risorgimento italiano.
I sentimenti romantici si saldano ai sentimenti nazionali. Il desiderio di riscatto e l’afflato per la propria terra superano lo stesso attaccamento alla vita. Il pensiero di Leopardi corre veloce, si forma e si deforma. Il corpo dentro le mura, la mente fuori. Prende vita la prima filosofia leopardiana, lo Zibaldone, il diario epistolare diviso con Pietro Giordani. Dalla casa, all’infinito.
La precoce scomparsa
Un animo inquieto cresciuto in un luogo di sovrumani silenzi e profondissima quiete. Una quiete che l’ha segnato nella salute, precocemente. Lasciando la casa di Recanati, Leopardi viaggia perchè vuole capire, comprendere: Roma, Bologna, Firenze. Ma la lontananza accentua il male che lo sta consumando.
Soggiorna altrove e altrove incontra l’eccellenza del nuovo pensiero italiano: Manzoni, ad esempio. Ma il male covato in quella casa la cui atmosfera per la prima volta oggi possiamo anche noi respirare, ha la meglio. Leopardi muore a 39 anni, a Napoli, lontano da quelle mura. L’infinito, A Silvia, Il sabato del villaggio e l’immenso della sua intima poetica gli sopravvivono. E sopravviveranno a noi. E ai figli dei figli dei nostri figli. Casa Leopardi, ove abitai fanciullo: a nostra disposizione da oggi 18 giugno. Un occasione da non perdere.