Saldi, saldi, saldi: caccia all’affare! In tutta Italia iniziano domani ufficialmente domani (5 gennaio) gli sconti di fine stagione, anche se in qualche regione la stagione dei saldi è già partita. Ma, ci siamo mai chiesti cosa si intende per saldi? Sono a prezzi scontati di capi di abbigliamento ed accessori che si propongono ai potenziali clienti quando la stagione in corso è ormai agli sgoccioli.
Solitamente avvengono in due periodi dell’anno: a inizio gennaio dopo le festività natalizie per l’abbigliamento invernale; e ai primi di luglio per la stagione estiva. La prima legge a introdurre le “vendite straordinarie e le vendite di liquidazione” risale al 2 giugno 1939. Entrambe furono definite come “forme di vendita al pubblico con le quali un commerciante cerca di esitare in breve tempo tutte le proprie merci o gran parte di esse. Presentando al pubblico la vendita come occasione particolarmente favorevole”.
Saldi, curiosità sulla stagione degli sconti
Ma quanto devono durare gli sconti di fine stagione? La fine dei saldi, proprio come per l’inizio, non ha una data precisa perché è diversa per ogni regione. Il periodo della scontistica su scala nazionale ha generalmente una durata di 60 giorni, sempre con qualche ‘divagazione sul tema’ da regione a regione. Le vendite di questo particolare periodo si chiamano saldi perché si tratta di una parola entrata ormai nel gergo comune che è molto legata ad una sorta di lessico commerciale. Con il termine “saldi” si indica, infatti, la differenza tra le entrate e le uscite.
Dunque i saldi sono la merce che non è stata venduta in un negozio a fine stagione e la vendita stessa dell’invenduto. Inoltre, ci sono dei fattori di obbligatorietà che caratterizzano la vendita nella stagione degli sconti. Infatti è obbligatorio per gli esercenti esporre in maniera visibile il prezzo originale e quello scontato della merce, con la relativa percentuale di sconto applicata. Non è invece obbligatorio il cambio dopo l’acquisto. Questo è generalmente lasciato alla discrezionalità del commerciante, a meno che il prodotto non abbia gravi vizi occulti, nel qual caso scatta l’obbligo della sostituzione o della restituzione del prezzo.
