Sono arrivata a Miami 5 anni ed un mese fa, da Roma. Avevo 40 anni e una valigia stracolma per cui avevo pagato un salato sovrapprezzo. Ad aspettarmi a destinazione un fidanzato che in tre anni e mezzo avevo visto quattro volte.
Italiano anche lui, si era trasferito prima di me. Otto mesi dopo esserci conosciuti.
I sei mesi precedenti la mia partenza erano stati abbastanza deprimenti. Avevo messo la mia casa in vendita nella prospettiva che prima o poi sarei partita, ma non avevo alcuna data in mente. Poi successe tutto molto velocemente: un’offerta – bassissima – di acquisto, il mancato rinnovo del mio contratto di collaborazione, e finalmente la sentenza di divorzio dal primo matrimonio.
Con il mio fidanzato durante le nostre lunghe conversazioni su skype ci chiedevamo quale potesse essere il modo piu’ veloce per tornare a vivere insieme. Come nei sei mesi passati a Roma. Avevo cercato informazioni su come proseguire la mia carriera di psicoterapeuta in America. O anche solo come Psicologa Scolastica, visto che facevo entrambe le cose, ma non ricevetti nessuna risposta dall’Associazione Americana. D’altronde, se le due persone amiche-di-amiche che gia’ vivevano in Usa fossero state un po’ piu’ generose di informazioni avrei saputo che avrei dovuto contattare il board della Florida. E magari mi avrebbero detto che esistevano dei Master. E che avrei dovuto prendere una certificazione.
Ma le cose (non) accadono sempre per qualche motivo.
Alla fine con la crisi economica che iniziava a mordere capimmo che il visto F1 era quello che faceva per me. Lui era uno chef, pensammo che mi avrebbe potuto aiutare a trovare un lavoro nel campo del turismo – a Miami, capirai! Inoltrammo la richiesta al College, un mese dopo avevo il visto.
Durata: 5 anni.

A distanza di 5 anni

Il mio visto F1 e’ scaduto lo scorso 13 dicembre. Cosa e’ successo nel frattempo? Innanzitutto una figlia, che ha 4 anni, un nuovo matrimonio, stavolta felice, la conquista della residenza americana e nove mesi dopo un lavoro in tutt’altro campo, una promozione, e una casa di proprieta’.
“Tu pensi che il tempo in America passi normale?”, mi chiese il tecnico di internet, un ragazzo cubano, appena arrivata in citta’. “Il tempo va al doppio della velocita’ qui”. Ed e’ verissimo.
Sono felice in questa città calda e accogliente. Americubana, caotica come Roma. Col mare a due passi ma con gli autobus che non passano mai. Ho qui in Usa tanti amici italiani, delle persone speciali che come noi hanno fatto il grande salto. Abbiamo tutti storie diverse ma tutti vediamo il futuro da qui. E ci facciamo visita reciprocamente. Un pretesto anche per conoscere altre realta’. La nostalgia a volte si fa sentire. Tra la gravidanza e i documenti ancora non in regola sono tornata a trovare la mia famiglia solo una volta. Ma i social e la tecnologia mi permettono di avere tutti sempre vicino.
Quasi tutti: qualcuno e’ sparito, con qualcuno i rapporti si sono allentati, altri sono diventati i miei piu’ grandi sostenitori della nuova vita che conduco qui e che leggono attraverso il mio blog.
Se pensate di venire in vacanza a Miami, o se qualcuno sta pensando ad espatriare e cerca dei consigli, mi trova su www.erolucy.com