L’11 ottobre 1969 nasce a Prato Jury Chechi, il ginnasta azzurro dominatore della specialità degli anelli per tutti gli anni Novanta, tra gli atleti simbolo dello sport italiano di tutti i tempi.
Jury Chechi come Gagarin
I genitori decisero di chiamarlo Jury in onore del cosmonauta russo Jury Gagarin, primo uomo nello spazio. Fin da piccolo Chechi è un bambino estremamente curioso e vivace, dimostrando una forte propensione per quei giochi che una qualunque mamma definirebbe pericolosi, come arrampicarsi sui mobili e i lampadari di casa. La passione per la ginnastica nasce appunto in questi primissimi anni di vita e nel 1977, un anno dopo l’iscrizione alla palestra della Società Ginnastica Etruria di Prato sotto la supervisione del tecnico Tiziano Adolfetti, il piccolo Jury conquista il primo dei tanti titoli che vincerà piazzandosi al primo posto nel Campionato Regionale Toscano. Nel 1984, a quindici anni, si trasferisce a Varese per entrare a far parte della Nazionale juniores di ginnastica. Qui il giovane dai capelli rossicci impressiona tutti e migliora giorno dopo giorno la propria tecnica agli anelli.
I successi del Signore degli anelli
La prima partecipazione alle Olimpiadi arriva nel 1988, a Seoul, dove Chechi si piazzerà sesto, a soli 75 punti dal podio. Podio che non sfuggirà l’anno successivo, ai Mondiali di Ginnastica tenuti a Stoccarda: l’atleta azzurro otterrà il bronzo. Da lì in poi solo successi per Jury Chechi con 4 ori agli Europei, 5 consecutivi ai Mondiali (da Birmingham ’93 a Losanna ’97) e, soprattutto, lo storico oro alla XXVI Olimpiade di Atlanta nel 1996 dove riporta una medaglia del metallo più prestigioso nella ginnastica a trentadue anni di distanza dalla vittoria di Franco Menichelli nel corpo libero ai Giochi di Tokyo del 1964. È la consacrazione per il Signore degli anelli (dall’omonimo romanzo dello scrittore britannico John Tolkien), che nel 2004, dopo aver saltato le Olimpiadi del nuovo millennio a Sydney per la rottura del tendine brachiale di un bicipite (seconda Olimpiade a cui ha dovuto rinunciare per infortunio dopo quella di Barcellona ’92 quando un mese prima dell’inizio delle gare si ruppe il tendine di Achille), ritorna ai Giochi di Atene.
Qui sarà il portabandiera italiano alla cerimonia d’apertura e, grazie alla sua immensa forza d’animo e, naturalmente, abilità nella disciplina, otterrà una tutt’altro che pronosticabile medaglia di bronzo alla soglia dei 35 anni.
Dopo il ritiro Jury Chechi si è dato alla televisione partecipando e conducendo numerose trasmissioni. Nel 2004 ha ricevuto l’onorificenza di Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana dall’allora Presidente Carlo Azeglio Ciampi.
