Una montagna tranquilla, per nulla minacciosa, e legata a tante bellissime leggende: così si presenta oggi il Vesuvio. Questo vulcano, tuttavia, un tempo si è reso protagonista di terribili eruzioni distruggendo intere città. La più catastrofica è stata senza dubbio quella del 79 d.C. In quell’occasione vennero infatti spazzate via le città di Pompei, Oplonti ed Ercolano, rimaste poi sepolte sotto fango e roccia per oltre un millennio.

Breve storia di Ercolano

Il nome di Ercolano deriva da un’antica leggenda secondo cui fu lo stesso Ercole a fondare la città nel XIII secolo a.C. In verità a fondarla furono, molto probabilmente, le civiltà degli Osci o degli Etruschi tra il 1200 e il 1100 a.C. Dopo la conquista dei greci nel V a.C., Ercolano divenne uno dei centri più importanti del vesuviano. Strade e palazzi iniziarono così a svilupparsi seguendo lo schema urbanistico ellenico (lo stesso della vicina Neapolis). Ma è con l’arrivo dei romani, dopo una breve parentesi con i Sanniti, che Ercolano conobbe il suo periodo di maggior splendore.

Ercolano

Grazie alla sua posizione, alle bellezze della costiera e alla fertilità della sua terra, Ercolano si trasformò in un’ambita meta turistica per molti romani facoltosi. Ville spettacolari decorate in maniera sfarzosa iniziarono ad affollare la città, trasformandola in un vero e proprio centro di villeggiatura per l’aristocrazia dell’epoca. Questo almeno fino al 79 d.C. quando una violenta eruzione del vicino Vesuvio la seppellì sotto uno strato di fango, roccia e materiale vulcanico alto circa 25 metri.

Gli scavi

Dopo l’eruzione del 79 non c’era più traccia di Ercolano, nascosta sotto metri e metri di terra mista a fango e cenere. Per secoli la vita tornò a scorrere tranquilla sopra i suoi resti, fino al 1710. Quell’anno un contadino locale, scavando un pozzo per la sua tenuta, trovò infatti alcuni blocchi di marmo lavorato. Dopo alcuni studi, seguiti da altri scavi, si scoprì che nel sottosuolo si celava un’intera città. Si aprì così una vera e propria caccia al tesoro, con centinaia di archeologi che riportarono alla luce interi palazzi, strade, oggetti di uso comune e addirittura scheletri umani.

Ercolano

Cosa vedere

La zona attuale degli scavi è di circa 4 ettari, ma secondo gli esperti quella riaffiorata è solo un quinto della città di Ercolano. Molto caratteristica e d’effetto è la zona dell’antico porto. Qui negli ultimi anni sono stati scoperti centinaia di scheletri perfettamente conservati. Si tratta dei resti di coloro che cercarono di fuggire via mare, senza però riuscirci.

Ercolano

Superato il porto ci si ritrova di colpo immersi nell’antica Roma con strade, statue in marmo ed abitazioni tipiche del periodo. Queste ultime, a differenza di quelle di Pompei, si presentano più piccole, ma con maggiori decorazioni. Molti degli affreschi, mosaici e dipinti vari sono giunti a noi in uno stato di perfetta conservazione, così da poterli ammirare in tutto il loro splendore. Ne è un esempio la Casa di Nettuno e Anfritite dove sono custodite due lastre di marmo dipinte di assoluto prestigio. Molto affascinante è anche la Casa del Graticcio, abitazione plurifamiliare caratterizzata da un balcone sorretto da tre imponenti colonne lungo il marciapiede. Mentre il Decumano Massimo, la strada principale, è un chiaro esempio di come si presentavano le grandi strade del centro al tempo dei romani.

Ma il viaggio tra i resti di Ercolano non si ferma certo qui. Come detto in precedenza, il fatto di esser rimasta sepolta per secoli ha evitato che l’intero centro subisse gli effetti erosivi dei secoli. Non resta quindi che armarsi di comode scarpe e una bottiglietta d’acqua, pronti a catapultarsi indietro nel tempo.

Ercolano: viaggio nell’antica città sepolta dal Vesuvio ultima modifica: 2017-10-10T09:30:54+02:00 da Gabriele Roberti

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