In attesa del calcio d’inizio del Sei Nazioni 2017, abbiamo colto l’occasione per conoscere Alessandro Vannozzi. Pilone destro del Petrarca Padova, squadra della massima serie italiana della palla ovale. Romano di nascita – classe ’90- comincia a giocare nella sezione Junior del Tor tre Teste Rugby. Si forma tra le fila delle giovanili della Lazio Rugby 1927 e  da quest’anno affronta il Campionato d’Eccelenza con i compagni della squadra veneta.

Come ci si prepara al Sei Nazioni?

“Durante il periodo del Sei Nazioni, normalmente, il campionato italiano ha una pausa. Anche se la maggior parte dei giocatori della nazionale gioca all’estero o nelle franchige, tutto il mondo della palla ovale si ferma per seguire il torneo. Io personalmente, lo seguirò a casa con la mia ragazza e alcuni amici.”

Secondo te, cosa pensa la gente di questo sport? I più ignorano che abbia origini antichi e nobili…

“Il rugby è uno sport di squadra, in cui c’è molto contatto fra avversari, ma è la tattica ad avere un ruolo determinante. Per fortuna si sta sfatando l’immagine di “gioco violento”.
Infatti, lo scontro con l’avversario arriva solo quando falliscono tutti gli schemi o le altre possibilità di superare l’avversario. L’obiettivo è raggiungere la meta con il pallone, oltrepassando lo schieramento difensivo della squadra avversaria. L’obiettivo della meta non è un individuale, bensì di gruppo. Il vero significato del rugby è proprio battere gli avversari sul piano delle scelte tattiche, andando in meta con la collaborazione di tutti i compagni
Ormai sempre più persone conoscono e seguono questo sport. Sono, tra l’altro, rari i casi di malintesi e fraintendimenti con il football americano.
Il vero valore aggiunto del rugby è che è per tutti. Ogni ruolo richiede un fisico diverso.”

Il “Terzo Tempo” che cos’è?

“Dopo 80 minuti di gioco e di tifo, il corpo ha bisogno di mangiare e bere. Il terzo tempo è un modo per i giocatori di rifocillarsi e per i tifosi di festeggiare. Non importa se la tua squadra ha vinto o perso. Nel rugby vige il massimo rispetto per gli avversari. Infatti non ci sono tribune divise nello stadio, cosi al terzo tempo si sta tutti insieme”

Che allenamento prevede questo sport?

“La preparazione prevede sedute di palestra, skills, allenamenti collettivi e di reparto. Tanta concentrazione e dedizione cercando di migliorare day by day.
Purtroppo il rugby in Italia condivide una sorte comune alla maggior parte degli altri sport. Gli atleti di alto livello, che si allenano tutti i giorni non sono riconosciuti come professionisti, con tutto ciò che ne consegue (nessuna tutela previdenziale e poche garanzie contrattuali).

Quali sono le difficoltà che si incontrano in Italia per chi volesse intraprendere questo sport?

“In Italia non c’è la stessa cultura dei paesi anglosassoni.  Lo sport più diffuso è il calcio. Speriamo che sempre più persone si avvicinino a questo sport.
Quando giocavo con la Lazio, ho avuto l’opportunità, grazie ad un progetto scolastico, di condividere e far conoscere questo sport nelle classi delle scuole superiori. I progetti di sensibilizzazione, i Test-Match e ovviamente il Torneo Sei Nazioni, sono tutte manifestazioni che portano al rugby grande visibilità.
Sono convinto che presto anche il campionato italiano di rugby riempirà gli stadi.”

Un pronostico su chi vincerà il Sei Nazioni?

“L’Inghilterra. Anche se l’Italia ci darà grande emozioni. Come quando durante gli ultimi test-match ha vinto contro il Sud Africa.”
Italiani.it intervista Alessandro Vannozzi: aspettando il Sei Nazioni ultima modifica: 2017-02-03T16:34:55+01:00 da Caterina Spadaro

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