L’unica missione del Dott. Aldo Morrone: fornire assistenza medica in Africa
Aldo Morrone è tornato da poco dall’Etiopia. Era in Tigray, al confine con l’Eritrea. Una regione molto difficile, con migliaia di rifugiati eritrei, tra donne e bambini, fuggiti da povertà e dittatura. Perché tornare continuamente in Africa? Perché costruire ospedali, insegnare medicina, eseguire migliaia di visite e di ricerche scientifiche così lontano da noi?
Aldo Morrone: primario infettivologo in missione umanitaria
Aldo Morrone, primario infettivologo dell’ospedale San Gallicano di Roma e medico di fama mondiale, da più di 30 anni è impegnato nel guarire e ridare dignità ai malati nelle più povere aree del pianeta.
Aiutare i migranti, sì, ma aiutarli lì dove vivono, per migliorare le loro condizioni di salute prima che sia troppo tardi. Questo il progetto ambizioso di Medicina Solidale Onlus e l’Ime, Istituto mediterraneo di ematologia. Entrambi si occupano di situazioni a rischio nei Paesi dell’Africa da tanti anni e che vogliono rendersi utile. Adesso che la situazione è più difficile.
La Fondazione è nata trent’anni fa su volere del Ministero della Salute, degli Affari esteri, dell’Economia e della Regione Lazio. Non si è mai fermata nelle sue attività, grazie alla generosità di donatori privati.
Aldo Morrone e la difesa al diritto alla salute dei migranti: “la speranza ferita, storia delle mutilazioni genitali femminili”
Il Dott. Aldo Morrone, celebre per la sua difesa del diritto alla salute dei migranti. E’ l’autore del seguente testo: La speranza ferita: storia delle mutilazioni genitali femminili. Un testo un cui racconta il modo in cui questa pratica è cominciata. Inoltre dimostra che sradicare alcune abitudini, dolorose e nocive, è un’operazione culturale più che medica.
Si tratta di una pratica molto antica. Esistono documenti molto antichi scritti in latino dal famoso Galeno di Pergamo, medico di corte sotto l’imperatore Marco Aurelio, attivo in Alessandria di Egitto nel settimo secolo, all’arrivo dell’islamismo. Non si tratta di una pratica dettata dal Corano. Né dipende dalla religione.
L’Egitto, a lungo sotto il dominio imperiale romano, era una dei paesi in cui veniva abitualmente messa in atto. Ma la ritroviamo anche in Eritrea, Somalia, Etiopia, in qualche caso nel Sudan, nel Camerun e perfino in alcuni luoghi dell’ Oriente come l’Indonesia.
E’ una pratica ancora oggi molto diffusa. Ci sono 200 milioni di donne infibulate oggi. Tre milioni di bambine, ogni anno, sono a rischio. Nei centri urbani dell’Etiopia il fenomeno si è ridotto. Ma nei piccoli villaggi dispersi dell’Africa no. Una ragazza infibulata vale di più sul mercato dei matrimoni. E le vecchie donne che praticano l’intervento esercitano forti pressioni sulle madri affinchè sottopongano le figlie a quest’ intervento.
L’Italia contro l’Infibulazione
L’Italia vieta l’infibulazione con una legge esplicita del 9 giugno del 2006 così come vieta i matrimoni precoci banditi da tutti gli organismi internazionali che hanno fissato l’età minima per le nozze a 16 anni.
Sono tuttora 3 milioni all’anno le bambine a rischio di mutilazioni femminili. Per dar forza a questa battaglia di civiltà l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato la giornata del 6 febbraio Giornata Mondiale contro questa pratica.
Aldo Morrone, il nostro medico italiano, ha visitato i tre ospedali allestiti dalla sua equipe al fine di aiutare queste popolazioni perennemente in crisi ed anche per dare delle dritte a tutti noi Italiani su come comportarci quando queste popolazioni giungono nel nostro Paese.
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