Nonostante tutto è pronto a ripartire. Perché come sportivo ha ancora molto da dire. La storia dell’atleta altoatesino Alex Schwazer ha dell’incredibile. Per anni abbiamo seguito la vicenda giudiziaria che ha interessato questo grande campione. E soprattutto ammirato la sua forza di volontà e il suo provare a dimostrare la verità. Altri come lui avrebbero sicuramente abbandonato ogni speranza. Alex Schwazer invece non si è fermato. E la sentenza di assoluzione arrivata nei giorni scorsi gli ha dato ragione. Ma allora cosa è successo veramente a questo grande atleta? Proviamo a ripercorrere le tappe di questo lungo calvario. E il desiderio adesso di ricominciare.

Alex Schwazer
Un momento di un traguardo del marciatore

Alex Schwazer e il doping

Il “caso” Alex Schwazer ha avuto inizio nel 2012. Era il 6 agosto quando alla vigilia delle Olimpiadi di Londra il marciatore viene trovato positivo all’eritropoietina. A verificarlo un controllo antidoping a sorpresa da parte della Wada. Da quel momento Schwazer venne escluso dal gruppo azzurro che doveva partecipare alle competizioni. Dopo i successi a Pechino solo quattro anni prima, adesso uno stop forzato. Lui ammetterà di aver fatto uso di eritropoietina “per essere competitivo come gli altri”. Verrà poi congedato dall’arma dei Carabinieri e l’anno dopo squalificato per 3 anni e 6 mesi. Ma l’atleta non si ferma affatto.

L'atleta Alex Schwazer
Una gara dell’atleta altoatesino

Nel 2016 torna a gareggiare. Reintegrato dalla Vidal, con un obiettivo: l’Olimpiade di Rio. Ma non tutti accolgono bene il suo ritorno. A Roma l’8 maggio 2016 vince la 50 chilometri di marcia con il tempo di 3 ore e 39 minuti. E mentre il suo sogno delle Olimpiadi sembra ormai vicino, si scopre la nuova positività al doping. Un nuovo controllo a sorpresa della Iaaf. Si scopre che ha fatto uso di anabolizzanti e steroidi. Ma lui stavolta non ammette nulla anzi. E allora si inizia a parlare di complotto.

La squalifica di Alex Schwazer prima delle Olimpiadi di Rio e adesso l’archiviazione

E come una doccia fredda il 10 agosto arriva la condanna: il Tas sentenzia otto anni di squalifica per Alex, dando ragione alla Iaaf. Finisce così il sogno di ricominciare. Fino a quest’anno. A cinque anni da quella condanna arriva l’archiviazione. Per Schwazer la sentenza dei giorni scorsi. Il Gip del Tribunale di Bolzano, Walter Pelino, ha disposto l’archiviazione del procedimento penale. La motivazione “non aver commesso il fatto”. Secondo quanto ripercorre il giudice nel 2016 il marciatore altoatesino non si era dopato. Sembra certo che in quell’occasione i suoi campioni di urina fossero stati alterati.

La teoria del complotto

Nelle motivazioni del giudice si fa anche riferimento alla poca collaborazione di Wada e Iaaf, rispettivamente l’Agenzia mondiale antidoping e la Federazione internazionale di atletica leggera. “Hanno operato in maniera totalmente autoreferenziale – scrive il gip – non tollerando controlli dall’esterno fino al punto di produrre dichiarazioni false”. Per il giudice, quindi sarebbero stati alterati i campioni di urina con l’obiettivo di ottenere la squalifica e il discredito dell’atleta e quindi impedire la partecipazione alle Olimpiadi.

Alex Schwazer
Una delle tante premiazioni per l’atleta

Le mosse dell’atleta per ripartire

Oggi Alex Schwazer ha 36 anni. Adesso potrebbe provare a presentare ricorso all’Alta Corte Federale del Tribunale Svizzero. E se dovesse avere ragione, potrebbe ancora sperare di partecipare alle Olimpiadi di Tokio. “Sono stati cinque anni di battaglia durissima – ha commentato Sandro Donati, allenatore di Schwazer all’Adnkronos -. E solo negli ultimi anni la Federatletica aveva assunto una posizione più distaccata, forse capendo che l’accusa era indifendibile”.

Ma resta “l’amarezza di aver condotto questa battaglia in solitudine- ha aggiunto -. Ora è il momento che gli altri facciano le riflessioni del caso. Cosa diranno adesso? E cosa possiamo fare perché queste cose non accadano più? Anch’io in qualche modo sono stato incastrato: passato per fesso o complice, e non sono né l’uno ne l’altro”. E l’atleta al Corriere della sera ha detto: “a livello sportivo direi che sia il mio giorno più bello in assoluto. Senza ombra di dubbio. Questo decreto di archiviazione è più importante anche della medaglia d’oro vinta all’Olimpiade di Pechino, nel 2008. Questa è una vittoria di gran lunga più faticosa. Molto più faticosa”.

Alex Schwazer assolto 5 anni dopo. Tanta felicità ma tanti rimpianti ultima modifica: 2021-02-19T19:07:17+01:00 da Federica Puglisi

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