Il blocco di ogni attività, lo stare chiusi in casa, forse è stata la soluzione migliore per salvare la vita di molte persone in Italia. Si perché se la quarantena in molti l’hanno vissuta come un momento per riflettere e dedicarsi a se stessi, indubbiamente è stato il mezzo necessario per evitare contagi. Il tanto famigerato lockdown, confinamento, termine che abbiamo imparato ad usare anche noi, sta per finire. E a quanto pare, almeno così conferma un recente studio, è servito per salvare 45mila vite. Ma chiariamo i vari aspetti.

lockdown - una ragazza seduta su un balcone

Il lockdown e lo studio di un team di italiani

A confermarlo uno studio realizzato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Trento guidato da Giulia Giordano. Tra essi ci sono anche Franco Blanchini, Raffaele Bruno, Patrizio Colaneri, Alessandro Di Filippo, Angela Di Matteo e Marta Colaneri. Il modello di riferimento prevede il decorso della pandemia provocata dal Covid – 19 in Italia utilizzando i dati dell’epidemia. In particolare, secondo i ricercatori, il nuovo modello epidemiologico, chiamato “SIDARTHE”, distingue tra casi rilevati (diagnosticati) e casi non rilevati (non diagnosticati) e tra diverse gravità della malattia. I ricercatori hanno preso in considerazione i dati provenienti dall’Italia dal 20 febbraio 2020 (giorno 1) al 5 aprile 2020 (giorno 46). Le restrizioni progressive, nonché il blocco dal 9 marzo, avrebbero influenzato la diffusione della pandemia nel Paese.

Le misure di contenimento del lockdown sono necessarie

Lo studio, che è stato anche pubblicato sulla rivista Nature Medicine, mette in evidenza come sia importante attuare il blocco totale nella popolazione. Infatti questo metodo potrebbe permettere di salvare più vite, rispetto ad un blocco della popolazione poco rigoroso. Inoltre suggeriscono i ricercatori è fondamentale l’uso dei test nella famigerata fase due, necessario per contenere il virus.

La chiusura delle librerie per il lockdown
Durante il lockdown sono state chiuse in Italia anche le librerie

Lo studio utile per i governi

Questa ricerca potrebbe essere utile per l’avvio di politiche mirate tra i vari paesi, finalizzate a contenere il contagio. Punti saldi, quindi, il blocco e distanziamento sociale, ma anche test e tracciamento dei contatti. Infatti dallo studio emerge come le misure di allontanamento sociale siano necessarie ed efficaci. Ma solo applicandole dalla fase iniziale. Si può parlare, però, di allentamento in sicurezza di queste misure, dice la ricerca, solo in presenza di test diffusi e tracciabilità dei contatti.

Una metro chiusa durante il lockdown
Con il lockdown avviata la chiusura anche delle metropolitane

I dubbi sulla fase 2

Il timore è infatti che allentando le misure con l’avvio della fase 2, dal 4 maggio, il numero dei decessi potrebbe risalire. Si parla, infatti, del rischio di arrivare a 70mila persone decedute entro il primo anno di epidemia: febbraio 2021. Da qui la necessità di interventi mirati con presenza di test diffusi e tracciabilità dei contatti per evitare che allentando le contromisure si possa tornare nel pieno dell’epidemia.

In Italia 45000 vite salvate dal lockdown ultima modifica: 2020-04-23T16:00:00+02:00 da Federica Puglisi

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