Un lungo viaggio in solitaria, prima tappa Thailandia, poi forse il Laos, poi chi lo sa? Quante persone sognano di lasciare tutto per iniziare una vita di viaggi e di avventure cariche di mistero? Tutti da piccoli abbiamo fantasticato di esplorare zone remote ed esotiche guidati da romanzi di Verne o di Salgari. Ma pochissimi sono quelli che, una volta diventati adulti, tramutano questo sogno in realtà. Partire in solitaria per un viaggio misterioso richiede coraggio e un pizzico di follia, proprio come Flora Tondolo, bolognese di nascita e cosmopolita per natura. Flora ha deciso di partire con un biglietto aereo di sola andata e di raccontare le sue avventure nel blog “In solitaria” aiutata in questo dalla redattrice Sarah Buono.

Prima di tutto perché sei partita per questo lungo viaggio carico di mistero Flora?

Beh, vado in sostanza alla ricerca di un mondo perduto. Faccio il mio personale “Viaggio al centro della terra”. Visto che nessuno mi ha mai detto “Presto preparati! Si parte per un lungo viaggio” me lo sono detta da sola. Ed eccomi qua. Sono viaggi alla ricerca di ciò che ho letto, di film che ho visto, soprattutto durante l’infanzia. Del mistero. E’ come andare alla ricerca di qualcosa che ho conosciuto e poi perduto nella vita di tutti i giorni. Ad esempio sono andata in India, e me ne sono innamorata, per il racconto di Kipling e per l’omonimo film “L’uomo che volle farsi re”. La verità è che non mi piace il progresso, il mondo moderno. O per meglio spiegarlo, preferisco il caos: le macchine vecchie, le bici scassate, i carretti dei gelati, quelli che friggono pollo per la strada, i vestiti sporchi, le casette di legno colorate e via dicendo. Ma pare (questo non te lo so ancora confermare) che ce ne sia sempre meno di mondo antico. Mi devo affrettare.

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Una scultura inglobata nella vegetazione, Thailandia

Secondo te ci sono viaggi più o meno importanti o quello che veramente conta è partire?

Si, quello che conta è partire. Mi sta molto a cuore non avere abitudini, poter prendere treni senza meta, camminare tanto a piedi, possedere il minimo che basta alla sopravvivenza nella mia borsa e non svegliarmi sempre con lo stesso paesaggio davanti. L’importante è partire! Bisogna andare! Perché, come diceva Pasolini: “(…) soltanto solo, sperduto, muto, a piedi, riesco a riconoscere le cose”. Viaggiando, camminando, e (mi sa) da soli, le cose si riconoscono meglio. Tutto qua.

Che sensazioni provi ora che hai lasciato la tua vecchia vita fatta di abitudini per il misterioso oriente?

Innanzi tutto sono contentissima di scoprire nuovi paesaggi, usanze, piatti tipici, odori, colori. Di usare i treni con gli interni di legno e soprattutto senza aria condizionata, bus dipinti a mano, di vedere scimmie che dormono pacificamente sulle insegne dei locali, marciapiedi dissestati… e potrei andare avanti per ore. Purtroppo la Thailandia, contrariamente all’India o al Nepal, è un bel po’ avanti e si sta omologando a molte realtà a noi familiari in occidente. Ovviamente è un paese splendido, con paesaggi e persone meravigliose. Confido che la prossima tappa (il Laos) sarà più esotica. Comunque l’importante è vedere con i propri occhi. E non credere alle verità di nessuno, tanto meno alle mie, eh!

“Tutti i grandi sono stati bambini” diceva il Piccolo Principe “solo che poi se lo sono scordato”. A volte per realizzare i nostri sogni dovremmo imparare a essere un po’ più bambini e un po’ meno adulti.

Buon viaggio Flora, ovviamente in solitaria.

 

In solitaria, un viaggio avventuroso nell’oriente del mistero ultima modifica: 2016-11-21T13:47:10+01:00 da Andrea Castello

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