L’ingegnere Giulia Fresca ha ricevuto l’“International Scientist Awards on Engineering, Science, and Medicine” per la Ricerca. Il prestigioso riconoscimento mondiale della Vdgood Professional Association, rinomata organizzazione scientifica indiana, le è stato conferito in questi giorni a Hyderabad, in India. Giunto alla decima edizione, è la prima volta nella storia che l’ambito premio viene assegnato a una personalità del mondo accademico europeo. Nel comunicare la notizia del conferimento, la Vdgood ha annunciato, alla diretta interessata, la sua volontà di riconoscere il contributo che Fresca ha fornito finora “all’elevazione della vita dell’uomo comune”.

Giulia Fresca

Studi e carriera

Giulia Fresca, nata a Manfredonia (Foggia) nel 1971, dove suo padre si trovava per lavoro, ha origini calabro-lucane che l’hanno portata a Cosenza, sua città d’adozione dal 1989. A soli 23 anni, presso l’Università della Calabria, consegue la laurea magistrale in Ingegneria meccanica, detenendo il primato, a livello nazionale, come più giovane laureato in questo corso di laurea. Da 25 anni svolge l’attività di libero professionista in Italia e all’estero (la sua società di ingegneria con sede a Muscat, Sohar e Dubai le regala molte soddisfazioni), conseguendo ovunque brillanti risultati e numerosi riconoscimenti del merito e delle capacità tecniche, a cui si aggiungono l’alto valore morale e la sensibilità verso la comunità e l’ambiente.

In un cantiere

Al centro della sua attività l’uomo e i suoi bisogni

La sua attività professionale è da sempre rivolta alle situazioni che pongono in primo piano l’uomo e i suoi bisogni. Si pensi al progetto per la realizzazione di un orfanotrofio auto sostenibile “My Home” Orphaned Childrens Green Village, in Ghana; all’attività di agibilitatore sui luoghi del sisma di centro Italia; a quella svolta a livello mondiale con Engineers Without Borders International per il Mozambico, colpito dal ciclone Iday. Ma Giulia è anche in attesa di operare in Madagascar, attraverso la realizzazione di progetti a sostegno del miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti.

Giulia nel deserto

Medaglia al merito nel 2019

Nel novembre 2019, Giulia Fresca riceve la medaglia al merito del Senato della Repubblica dalla presidente Elisabetta Casellati. La cerimonia di consegna si svolge presso il Museo del Presente di Rende (Cosenza), nell’ambito dell’inaugurazione della mostra fotografica internazionale, da lei realizzata, dal titolo “Around the world… without words – Emotions and charm through the lens” (“In giro per il mondo… senza parole – Emozioni e suggestioni dietro l’obiettivo”). Perché la fotografia è una delle sue innumerevoli passioni.

Fotografa

Giulia Fresca giornalista e scrittrice

Giulia Fresca, che è anche giornalista, accademica e critico d’arte, è autrice di numerose raccolte di poesie, saggi, e del romanzo “Sognatore d’algoritmi”, pubblicato da Pellegrini Editore. Insomma, ci troviamo di fronte a una donna eclettica, un vero vulcano di idee e di energie. Piena di estro, inventiva, passione, amante dei viaggi, Giulia è una donna colta, infaticabile, uno spirito libero – come lei stessa si definisce – , una donna con la d maiuscola. Insomma, un vero orgoglio calabrese e italiano. Oggi, si racconta per noi in questa appassionata intervista.

Giulia Fresca durante un suo intervento
Dottoressa Fresca, cosa ha provato nel ricevere questo prestigioso riconoscimento, per la prima volta assegnato a una personalità del mondo accademico europeo?

«È stato come realizzare un sogno e, al contempo, un grande onore! Il sentimento di sorpresa che ho provato nel leggere l’email con la quale mi è stata data notizia del conferimento, rimane vivo e credo che durerà ancora a lungo. In venticinque anni di attività, di riconoscimenti, anche internazionali, ne ho ricevuti tanti, ma questo, dall’India, racchiude in sé un significato ben più profondo, che va oltre il premio stesso: è una sorta di riscatto dell’Essere».

Quando ha deciso di fare l’ingegnere?

«L’ho deciso all’età di 5 anni. Vivevo in Algeria all’ombra della grande raffineria di petrolio che alimentava le ricchezze della nostra Italia. I miei compagni di giochi erano i bambini del posto che cercavano di barattare oggetti o ortaggi in cambio di vestiti, scarpe e qualche giocattolo rotto. I bambini!».

Se penso ai bambini non posso che pensare ai suoi progetti umanitari. Ce ne parla?

«I miei progetti umanitari sono rivolti a bambini, donne e uomini del futuro, come nel caso del villaggio “My Home”, da realizzare in Ghana, dove malattie come la cecità da fiume, oltre al dolore e la conseguente stigmatizzazione, sono il motivo principale per cui le comunità si allontanano dalle valli fertili dei fiumi, costringendoli alla povertà e al conseguente abbandono dei minori».

A cosa dovrà servire il villaggio?

«Il villaggio, oltre a essere un luogo di accoglienza degli orfani e dei bambini abbandonati, darà aiuto alle donne attraverso i laboratori artigianali e la coltivazione di ortaggi all’interno della fattoria, prodotti che potranno vendere per autosostenersi. I piccoli ospiti invece, oltre alle cure, riceveranno istruzione e avviamento al mondo del lavoro. La soddisfazione nella realizzazione di un progetto consiste nel sapere, a distanza di tempo, che esso continua a essere un luogo vitale, contribuendo a formare coscienze e a offrire conoscenze. Non, dunque, contenitori vuoti che occupano spazi con la loro inutilità».

Giulia Fresca è anche giornalista, scrittrice, critico d’arte e fotografa per passione. Come fa a conciliare tutti questi interessi?

«Le passioni sono la linfa della nostra esistenza: guai a metterle da parte, guai a farle spegnere. Il giornalismo e la scrittura fanno parte del mio quotidiano, l’arte e la fotografia del mio evadere. Il tempo che dedico alle mie passioni non è definito. Non potrebbe esserlo e, forse, proprio in ciò è il segreto del riuscirle a conciliare tutte».

Giulia fresca in un'altra foto nel deserto
Fin da piccola ha vissuto all’estero. Poi, il suo lavoro l’ha portata a viaggiare per il mondo. C’è un luogo, oltre alla Calabria, che sente familiare?

«Può sembrare una risposta banale, ma lo è ogni luogo. Il deserto del Sahara, quello dell’Oman e degli Emirati, la steppa degli Urali, il risuonare del vento nel paesaggio aspro della Sardegna, il sentirsi minuscoli all’ombra dei grattacieli di Dubai, il profumo della miniera di sale a Racalmuto. Potrei continuare all’infinito. Ogni luogo per me è casa perché l’ho vissuto da abitante e non da turista.

Al mare

Ho frequentato le scuole, ho lavorato, ho coltivato amicizie, ho lasciato piccole orme ed è così ancora oggi, in ogni dove. Rimango legata alla città che mi ha dato i natali: Manfredonia; ai paesi dei miei nonni: Mileto, San Costantino Calabro, Francica, Venosa; alla città di Cosenza che vivo e a quelle dove ho campo base grazie alle mie meravigliose amiche e amici che mi aprono sempre la loro dimora ovunque si trovino».

Che rapporto ha con Cosenza?

«Amo questa città e soffro nel vederla violentata in molte sue parti. La conosco bene, nella storia e nelle peculiarità, nei pregi e nei difetti. L’ho sempre sostenuta e difesa e lo farò fino a quando non crescerà l’amore verso di essa e i suoi abitanti».

Che madre è Giulia Fresca?

«Domanda difficile alla quale dovrebbero rispondere le mie figlie. Dal mio punto di vista posso solo dire di mettercela tutta nel dare il buon esempio, nel trasmettere valori, nel cercare di essere presente, nell’infondere fiducia e positività alle mie figlie e, al tempo stesso, consentire loro di formarsi una personalità. Spero di non sbagliare e spero che il responso del tempo non sia troppo severo».

Che spazio occupa l’amore nella sua vita?

«L’amore è lo spazio nel quale dovremmo vivere e giammai dover essere costretti a trovare spazio per l’amore. Esso governa le nostre esistenze con tutte le sue forme ed espressioni. Io non potrei vivere senza».

Giulia Fresca durante una lezione universitaria
Quali altri progetti ha per il futuro?

«Il progetto è la verifica di un’idea e diciamo pure che ho alcune idee in attesa che si trasformino in progetti. Con l’associazione di volontariato che rappresento, NetPro Cal, stiamo cercando di contribuire ad accrescere la cultura dell’ingegneria al servizio delle comunità, partendo dalla sensibilizzazione verso la prevenzione dagli eventi calamitosi. E poi c’è il lavoro, compreso quello di ricerca nelle innovazioni energetiche e magari (sarebbe ora), quello di riuscire a dare alle stampe il mio prossimo romanzo, peraltro già pronto. Chissà».

Lei, che è un vivido esempio di intelligenza, coraggio, libertà d’espressione, cosa si sente di consigliare alle giovani studentesse di oggi?

«Mi fa arrossire. Io sono solo uno spirito libero che dà spazio alla propria energia. È ciò che cerco di trasmettere a chi mi chiede qualche pensiero attraverso l’esperienza e la conoscenza unite al mio modo di vedere la vita e la società dell’oggi. Le giovani generazioni, e le ragazze soprattutto, dovrebbero imparare a rispettarsi di più e a saper valorizzare la propria innata sensibilità. Siamo noi donne le vere visionarie del futuro e loro, in particolare, possono essere le autentiche artefici del cambiamento. La mia generazione ha contribuito a riscattare quasi definitivamente il ruolo della donna che, purtroppo, oggi vedo spesso svilito per colpa di noi stesse. Le ragazze di oggi sono la vera forza! L’unico invito, più che un consiglio, che mi sento di dare loro è: amatevi di più e lasciatevi guidare dalla vostra energia interiore anche quando tenteranno di spegnerla».

(Foto: Giulia Fresca Profilo Facebook)

Intervista a Giulia Fresca: a lei l’International Scientist Awards on Engineering, Science, and Medicine ultima modifica: 2020-09-29T18:24:37+02:00 da Antonietta Malito

Commenti