Giovanni Guida è un giovane pittore già molto apprezzato dalla critica per l’originalità della sua tecnica pittorica. Nato ad Acerra 30 anni fa, è cresciuto a Cesa (Caserta). Nel 2015 si è diplomato con lode in pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli. In seguito ha iniziato a insegnare pittura e storia dell’arte a Roma. I suoi dipinti sono caratterizzati dal dinamismo del segno. Linee morbide e profondi graffi che l’artista traccia sulla tela servendosi delle due tecniche surrealiste del frottage e del grattage.

L’arte, una continua ricerca

Per Guida l’arte è una continua ricerca, un continuo scavare sulla tela come a volerne raschiare l’anima per arrivare all’essenza. “La sua indagine penetra la pelle della pittura, fino ad arrivare al fondo delle sue viscere e, nella frammentazione luminosa del colore, ne cattura l’intima essenza”. La sua è una perenne ricerca interiore ma è anche ricerca sul colore e sulla luce. Nei suoi quadri predominano i toni brillanti del blu e dell’azzurro che, insieme alle linee morbide e sinuose dei segni, catturano inevitabilmente lo sguardo di chi li osserva.

La carriera

Guida si fa apprezzare quando è ancora giovanissimo. Nel 2015 pubblica un libro illustrato dal titolo “Caesarius Diaconus”. L’artista è uno studioso di San Cesario di Terracina (che è il santo tutelare degli imperatori romani). L’immagine di copertina del libro, che rappresenta l’icona del martire, viene esposta in importanti musei italiani e stranieri, oltre che in famose cattedrali e basiliche (in Italia, Spagna, Portogallo, Francia, Corsica, Germania, Regno Stati Uniti, Inghilterra, Israele, Filippine, Croazia e Slovacchia). Più tardi, Guida abbandona il figurativo e presenta forme naturali ambigue nel dipinto “Apotheosis”. Quest’ultimo viene riprodotto sulla copertina del catalogo della Biblioteca Pubblica di València per il Festival della Filosofia e della Letteratura “Avivament”.

Guida, Apoteosi
“Apotheosis”, grattage – olio su tela, opera dell’artista Giovanni Guida, 2014

Il 2019, il pittore vince il concorso “Volti della politica”, indetto dalla “Fondazione Valenzi” di Napoli, con l’illustrazione “Diarchia: l’abbraccio tra Salvini e Di Maio”. L’opera viene esposta nel Palazzo delle Arti di Napoli, pubblicata su “Repubblica” e su “Il Fatto Quotidiano”. Nel 2020 realizza le illustrazioni “Agatha” e “Rita da Cascia, in volo verso l’Assoluto” per il quotidiano “Avvenire”.

L’opera dedicata alla pandemia

Guida, nel 2020, dipinge “E guarirai da tutte le malattie… ed io, avrò cura di te”, ispirato alla pandemia. Il quadro riscuote un enorme successo sul web e viene pubblicato sui principali quotidiani italiani ed esteri. In occasione dei 700 anni dalla morte del Sommo Poeta, realizza l’opera “Apoteosi di Dante Alighieri a Firenze: l’Amor che move il sole e l’altre stelle”. Le sue opere pittoriche vengono pubblicate su importanti testate giornalistiche italiane e straniere.

Guida, opera dedicata a Dante
“Apoteosi di Dante Alighieri: l’Amor che move il sole e l’altre stelle”, grattage su graphia, Giovanni Guida, 2020. Opera realizzata in occasione del 700° anniversario della morte del grande poeta, scrittore e politico italiano (1321-2021).

L’intervista

Guida, lei utilizza due particolari tecniche pittoriche: il grattage e il frottage. Ci spiega, con parole semplici, in cosa consistono?

«Il grattage è una tecnica pittorica surrealista che consiste nel “grattare”, “raschiare” – con strumenti appuntiti di vario genere – il pigmento cromatico, ancora fresco, steso su un supporto. Questa tecnica presenta in sé una forte valenza simbolica, in qualche modo molto vicina al modus operandi dell’artista Michelangelo Buonarroti, il quale lavorava il marmo non per “via di porre”, ma “per forza di levare”. Questa frase esprime il concetto platonico dell’idea preesistente, ma anche, e soprattutto, esemplifica una lotta contro il materiale al fine di scoprire, liberare e far emergere la figura. Il frottage, invece, è una tecnica di disegno basata sul principio dello sfregamento. Consiste nel sovrapporre un supporto (come un foglio di carta o una tela) su una superficie che abbia dei rilievi accentuati. Attraverso l’utilizzo di matite di varia morbidezza, gessetti o carboncini, si sfrega il supporto, lasciando affiorare i rilievi della superficie sottostante. Il risultato di tale procedimento consente di ottenere dei disegni e delle texture chiaroscurate e delle immagini suggestive, casuali e imprevedibili».

Guida, Soffio vitale
“Soffio vitale”, frottage e grattage – olio su graphia, Giovanni Guida, 2014

Scavare sulla tela è una ricerca introspettiva?

«Sì, è una vera e propria ricerca introspettiva. Vengono liberate le forze creative ricche di suggestioni ed evocazioni, meno teoriche e più inconsce e spontanee. Si attua in ambito pittorico il principio surrealista dell’automatismo psichico, tramite cui si cerca di liberare e manifestare il discorso nascosto e occultato che risiede in noi e ci costituisce nel modo più pieno ed essenziale».

Cosa c’è nei suoi graffi?

«Nei miei graffi è insito il principio determinante dell’individualità (il principio individuationis), un segno della diversità, la capacità di penetrare la “pelle” della pittura, fino ad arrivare al fondo delle sue viscere e, nella frammentazione luminosa del colore, riuscirne a catturare l’intima essenza. Nei miei grattages, i profondi graffi creati esaltano i colori brillanti degli strati pittorici sottostanti e creano contrasti cromatici e forti chiaroscuri, sottolineando l’importanza della tensione tra gesto e plasticità all’interno del processo creativo».

Che “ruolo” giocano nei suoi quadri la luce e i colori?

«Sto approfondendo la mia ricerca sul colore e sulla luce, elementi che danno la “condizione” dello spazio al fine di realizzare pitture ariose e luminose, con esiti orientati a soluzioni in equilibrio tra la dimensione realistica e quella astratta, in composizioni che prediligono le policromie e le scale tonali dominate dall’azzurro e dal blu».

Guida, Se piovesse il tuo nome
“Se piovesse il tuo nome”, grattage – olio su tela, G. Guida 2019

Cosa c’è nelle volte delle sue cattedrali?

«Si tratta di cattedrali, di templi interiori, resi accessibili attraverso il processo di esternazione dell’arte. Il nostro sguardo si sposta verso l’alto. Questo ci riporta a una rappresentazione fisica dell’etereo, con un uso più sottile e raffinato del grattage evoca una sensazione diafana, ricordandoci il principio della necessità interiore per affrancarsi dalla concezione materialistica della realtà».

Quanto è importante la fede nella sua vita?

«Credo in tutto quello che faccio, cerco di rendere possibile i miei progetti di vita. Voglio conoscere, sperimentare, indagare, creare e cristallizzare prodotti significativi all’interno della cultura, ma anche abbandonarmi fiduciosamente nelle mani del Creatore, l’artista per eccellenza, avendo il coraggio di fidarmi ed affidarmi, di appoggiarmi su una roccia».

Durante la pandemia, ha dipinto l’opera intitolata “E guarirai da tutte le malattie… ed io, avrò cura di te”, che ha riscosso un grande successo sul web. Cosa rappresenta?

«Rappresenta il Creatore che, spalancando le braccia con un gesto solenne e perentorio, smaterializza la struttura molecolare del Covid-19 per impedirne la proliferazione ed evitare così la sua diffusione sulla terra. L’opera vuole essere un augurio all’umanità per sconfiggere questa pandemia e riscoprire i limiti dell’uomo e il valore della comunità».

Guida, opera dedicata alla pandemia
“E guarirai da tutte le malattie.. ed io avrò cura di te” –

In un periodo buio come quello che il mondo sta vivendo, funestato dalla guerra in Ucraina, quale contributo può arrivare dall’arte?

«L’arte può ricercare la pace nella distruzione. Ha il potere di guarire, di seminare bellezza e cultura. Fa nascere il coraggio e la necessità di agire, di esporsi e di essere responsabili delle proprie azioni».

Quale, fra le opere non sue, le sarebbe piaciuto realizzare e perché?

«Vorrei sperimentare il volo verso l’immateriale dall’artista francese Yves Klein. Egli utilizzò il blu (International Klein Blue, una tonalità di colore blu oltremare molto profondo) come componente centrale delle sue opere (il colore si trasforma efficacemente in arte): un viaggio verso il vuoto, l’invisibile, l’unione tra cielo e terra alla ricerca di un abbraccio cosmico».

Nonostante la sua giovane età, ha già esposto in varie parti del mondo. C’è un museo in particolare in cui vorrebbe portare i suoi dipinti?

«Vedo il mondo come un “museo diffuso”, quindi l’arte deve uscire da realtà statiche, delimitate, ristrette e nei suoi vari modi portare pulchritūdo (bellezza), avvicinare alla dimensione della conoscenza, del sapere e aprire le menti a visioni più ampie dei progetti della vita».

Da chi ha ereditato l’amore per l’arte?

«L’amore per l’arte mi è stato trasmesso da mio padre, Gennaro Guida (venuto a mancare diversi anni fa), il quale amava molto la bellezza, la potenza e la funzionalità dell’arte romana. Mi ha insegnato l’importanza della forza del proprio “genius loci”, dell’unione alla matrice culturale d’origine e la valorizzazione dell’identità del luogo. Mio padre era il responsabile dell’area amministrativa del comune di Cesa (una città in provincia di Caserta che conserva il ricordo del grande condottiero romano Gaio Giulio Cesare e del figlio adottivo Cesare Ottaviano Augusto – memoria successivamente cristianizzata dalla figura di Cesario di Terracina, il santo tutelare degli imperatori romani). Insieme abbiamo progettato e stipulato patti di gemellaggio con diverse località del mondo al fine di valorizzare la nostra traditio culturale. Mio padre mi ha indicato “dove mettere i piedi, perché un uomo che non sa dove mette i piedi non fa storia”».

Fonte fotografie: pagina Facebook Giovanni Guida (Artista Artist)

Intervista a Giovanni Guida: nei “graffi” sulla tela, la ricerca dell’essenza ultima modifica: 2022-04-24T09:00:00+02:00 da Antonietta Malito

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