Anche fuori dall’Italia c’è un’Italia bellissima! Il Maestro Jonathan Cilia Faro, tenore italiano, grandissimo artista di fama internazionale, lo dimostra con il suo talento, la grinta e la passione che emergono fortissime non solo quando canta, ma, in tutto quello che fa.

Maestro lei è un tenore, la sua è una voce potente che, spesso, canta in italiano. Lei è un promotore della lingua italiana all’estero, un ambasciatore del bel canto. Quanto e come ha inciso nella sua formazione artistica e nella sua carriera il suo bagaglio culturale e le sue origini italiane?

Credo che le mie origini abbiano inciso molto nella mia carriera artistica. L’essere abituato a osservare e godere, a pieno, di quello che ci offre l’Italia con il suo immenso patrimonio, anche canoro, mi hanno abituato a voler condividere questa realtà con il mondo intero e a cercare, a modo mio, di far conoscere questa ricchezza all’estero.

Lei vive in America, è cittadino americano, ma non perde occasione per raccontare la sua identità italiana. Che valore hanno per lei le sue radici italiane, ragusane?

La Sicilia è la terra del sole, della tradizione, della passione e quindi questa solarità “naturale” penso di averla interiorizzata e spero di poterla trasmettere attraverso la mia voce, la mia intraprendenza e positività.

Lei rappresenta l’italiano che ha vinto, che ha avuto successo, ma non si dimentica chi ha avuto un percorso diverso. Ha sempre fatto del bene e ha anche ricevuto un’onorificenza speciale da parte dell’Accademia Internazionale Mauriziana. Come nasce e come nutre la sua attenzione nei confronti del prossimo?

Non sono nato in un ambiente agiato. Ho cominciato a lavorare a 14 anni per pagarmi le lezioni di pianoforte e di canto, per poi lasciare, a soli 15 anni, l’Italia. Ho vissuto momenti di grande difficoltà ma, in quel contesto, mi sono sempre ripromesso che, se mai avessi avuto successo, mi sarei messo a disposizione dei “meno fortunati”. Ho avuto accanto anche degli splendidi esempi di “generosità” come Franco Giorgio, Salvo Pulvirenti, l’industriale Siro Brieda, il produttore Kip Dodson, Mario Messina e Vincenzo Bagnara, gli imprenditori siciliani Infantino e Roberto Zanta, Uomini che lavorano dietro le quinte ma che hanno fatto tanta beneficienza.

Il suo singolo “L’Incredula rosa” composto da Sergio Cammariere e scritto da Roberto Kunsler, sta ottenendo un ottimo riscontro di pubblico. Com’è nata  questa collaborazione e come siete riusciti a raccontare, in modo così delicato e attento, un tema così forte e purtroppo ancora attuale?

L’Italia è ricca di artisti con cui io ho sempre desiderato collaborare, poterlo fare rende il mio lavoro impagabile ma questo mio concetto non sempre, purtroppo, viene condiviso.
La collaborazione con Sergio e Roberto nasce per una serie di coincidenze che io interpreto sempre come segnali da seguire. Volevo proporre al pubblico qualche cosa di raffinato, delicato, con autori che sapessero cesellare sapientemente le parole e metterle in musica.

intervista a Jonathan Cilia Faro -
Foto Credit – pagina Facebook Jonathan Cilia Faro

Desideravo un brano che parlasse dell’Amore non in modo scontato e ho pensato immediatamente a loro che sono due persone meravigliose, per nulla venali e con le quali condivido la pura passione per la musica made in Italy. Il singolo “L’incredula rosa” è uscito da soli due mesi e sta già riscuotendo tanto successo.

I suoi video sono bellissimi! Evocano emozioni, sono divertenti, interessanti, catturano l’attenzione di chi li guarda e li ascolta. Nel video “La Dolce Vita in Rome” in cui lei canta insieme a Donny Most, si vede Roma, il Colosseo, la Vespa, la 500 con la vecchia targa, tutti simboli iconici del Bel Paese. Quanto si è divertito a realizzare questo video?

Amo molto il cinema, adoro Sergio Leone e Federico Fellini, sono cresciuto con le musiche di Nino Rota e Ennio Morricone. In questi ultimi anni, effettivamente, ho prestato più attenzione ai miei video, mi sono circondato di validi collaboratori, che hanno saputo esprimere al meglio le mie idee, a volte un po’ folli e/o in controtendenza. Amo sperimentare, far sognare ma, soprattutto ultimamente, anche provocare, portare chi mi segue a riflettere. Non mi aspetto di essere capito da tutti.

In “Vesti la Giubba” la sua poderosa voce si arricchisce di una grande espressione interpretativa. Che soddisfazioni le ha dato interpretare questo famosissimo brano? 

Come artista e uomo ho scelto di prendere posizione anche su tematiche delicate come quella attuale della violenza sulle donne. Mi sono sempre sentito vicino a Ruggero Leoncavallo, anche perché “Pagliacci” è un’opera autobiografica in chiave operistica. Mi sono preparato molto per interpretare questo pezzo, cercando di immedesimarmi, di “vivere” questa storia e cercando di dare il meglio di me.

intervista a Jonathan Cilia Faro - locandina Vesti la Giubba
Foto Credit – pagina Facebook Jonathan Cilia Faro

Maestro, lei ha lanciato il suo singolo natalizio con Mari Burelle che sta ottenendo un successo strepitoso. Tra le tante canzoni di Natale perchè ha scelto questa e come è nata la collaborazione con la straordinaria Mari Burelle?

Ogni anno a Natale, con le etichette discografiche “Studio 11” e “Stradivari Classic”, viene prodotto un singolo per festeggiare questo evento coinvolgendo artisti di grande spessore. Quest’anno ho cantato il pezzo “Santa Claus coming to town 2022” con Marie Burell, una cantante latino-americana con una voce travolgente e conosciuta a livello internazionale. Nel 2019, invece, venne prodotto “Grown up Christmas List” con Tom Brooks and Alan Parsons project. Infine nell’ottobre 2022 ho avuto l’onore di condividere il palco con José Feliciano e molte altre star latino americane. Tengo molto a questo “appuntamento natalizio” perché fa emergere il bambino che è in me, la voglia di lasciarmi trasportare dalle emozioni, dalla magia, dallo stupore che questa tradizione ci regala.

intervista a Jonathan Cilia Faro - locandina con Mari Burelle
Foto Credit – pagina Facebook Jonathan Cilia Faro

Che progetti ha per il futuro prossimo?

Nel 2023 sarò in tour con due spettacoli: “Romantico tour” con la voce di Veronica Liberati e “Godfather” per far capire agli spettatori che noi Italiani non siamo solo mafia, pizza e mandolino.
Riccardo Cocciante nella sua “La nostra lingua italiana” la definì come “nuova, divina, universale”. Mi ritrovo in questo concetto. Siamo la culla della cultura greco-romana, all’estero parlano delle nostre eccellenze e in futuro vorrei creare “un esercito di artisti” capaci di continuare a valorizzare il nostro Paese che la politica ha, ahimè, abbandonato. Sono preoccupato per le nuove generazioni e spero sempre in un “risveglio culturale” collettivo.

italiani.it promuove il bello dell’Italia ed è la rete di tutti coloro che hanno “l’Italia nel cuore”. Raccontare del maestro Cilia da forza e valore alla nostra mission e ci fa sentire orgogliosi del nostro contributo alla diffusione dell’italianità nel mondo. Grazie Maestro.

Foto in evidenza di David Dobson

Intervista al Maestro Jonathan Cilia Faro, eccellenza italiana nel mondo ultima modifica: 2022-12-23T16:00:00+01:00 da Paola Stranges

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