Giornalista e scrittore ma soprattutto divulgatore del sapere. Sceglie una strada “difficile” percorrendo quel settore di nicchia della comunicazione scientifica. Lo fa avvalendosi del piccolo schermo portando la conoscenza nelle case degli italiani. Un nome ormai noto, il primo a cui pensiamo quando si tratta di produzioni documentaristiche. “Superquark”, “Ulisse”, “Viaggio nel cosmo” sono solo alcuni tra i suoi più famosi programmi. È Piero Angela, celebrato lunedì 15 aprile a Vercelli dove ha ricevuto la cittadinanza onoraria.
Piero Angela nell’evento di Vercelli
Una proposta mossa da Alberto Fragapane, consigliere del Pd, che ha subito trovato l’accordo di tutti. Maggioranza e opposizione unite nel sostegno del medesimo progetto. Come non esserlo del resto? Stiamo infatti parlando del personaggio che più si è distinto nel campo della divulgazione scientifica. A lui va senz’altro il merito di aver propagato diversi aspetti dello scibile umano al grande pubblico. Obiettivo raggiunto grazie a strategie comunicative poste a servizio della comprensione diffusa. Che significato ha l’evento di Vercelli in tutto ciò? Un legame territoriale che va oltre una specifica radice geografica. Si tratta infatti di un rapporto educativo, culturale. Quello che Piero Angela ha da sempre nei riguardi del Piemonte. Ma partiamo da principio. Figlio del medico Carlo Angela, originario di Olcenengo, un paese in provincia di Vercelli. Dal padre apprese la razionalità, l’autocontrollo, il senso dell’ascolto e la tolleranza. Un’educazione rigida, guidata da principi saldi che va contestualizzata nella società piemontese del tempo.
Forse figlia di quel positivismo ottocentesco che dava uno specifico valore alla realtà concreta e sperimentale. Quella realtà che ha contribuito a plasmare una determinata forma mentis. Dietro il professionista si nasconde sempre l’uomo. Ed è indubbiamente fondamentale trovare un punto di conciliazione tra queste due figure. Così Piero Angela, nonostante racchiuda in sé un’importante conoscenza, non la esibisce ma si mantiene umile. Ne deriva allora quell’equilibrio indispensabile tra sapere e mediazione. In virtù di tutto ciò che Piero Angela rappresenta, la città di Vercelli decide quindi di conferirgli la cittadinanza ad honorem. La cerimonia, che si è svolta il 15 aprile presso il Teatro Civico cittadino, ha visto il noto divulgatore prestare il suo contributo in occasione a due importanti eventi culturali. Gli 800 anni del Sant’Andrea e l’esposizione della Magna Charta. Vercelli risulta così il medesimo luogo in cui, a suo tempo, lo stesso padre di Piero fu celebrato con un albero nel giardino dei “Giusti” a ricordo dell’aiuto dato a molti ebrei durante il nazismo.
Piero Angela: comprendere l’uomo dalle tante sfaccettature
Cosa dire ancora sulla vita e le origini del più noto comunicatore scientifico? In realtà ci sarebbe molto da aggiungere! Proveremo allora, con tutta l’umiltà del caso, a dare evidenza a quegli aspetti che hanno temprato l’uomo e il professionista. Calato appieno nella realtà piemontese, Piero sviluppa la sua persona anche attraverso gli insegnamenti attinti da altri ambiti del vivere. Non solamente un’educazione familiare e scolastica ma anche attività complementari.
Quelle che stimolano doti artistiche, creative o che lasciano istruzioni per la vita. È questo il caso della musica. Piero Angela infatti prese lezioni di pianoforte. Uno studio da cui assorbì spunti di riflessione. Racconta infatti che la sua insegnante, per meglio spiegare l’anima dello strumento, era solita ricorrere ad un paragone. Così diceva “Per avere un buon tocco occorrono dita di acciaio in guanti di velluto”. Un insegnamento che va oltre la tastiera e che si adatta anche alla vita. La gentilezza, l’educazione, quel modo di “accarezzare le cose”. Non sarà un caso se Piero è riuscito nella sua carriera a raggiungere la mente e il cuore della gente.
Il buon divulgatore
Sembra cosa facile ma non lo è. Esempio lampante ce lo dà la scuola, quella canonica. Lo stesso Angela ha più volte raccontato di annoiarsi molto sui banchi. Un insegnamento tradizionale, uguale a se stesso forse a volte anche mnemonico. La mancanza quindi del caldeggiare lo sviluppo di un pensiero critico, quello che poi serve fuori “dai confini della classe”. E allora “imparare divertendosi” sfruttando quel canale ludico che favorisce la conoscenza e la comprensione. Promuovere l’elasticità mentale, senza cadere nell’eccesso, farsi domande, trovare delle risposte. Così per Piero un buon insegnante, un bravo divulgatore deve saper conciliare serietà di contenuti e modalità di comunicazione degli stessi. Ricchi di sapere ma non noiosi bensì divertenti. Del resto è proprio lui a dirci che “l’umorismo è uno dei compagni di strada dell’intelligenza”. Un obiettivo difficile da raggiungere in cui sicuramente Angela è riuscito. Il risultato di una lunga carriera, iniziata in radio, passata dal tele giornalismo e approdata al filone dei programmi-documentario. Numerosi i riconoscimenti a lui tributati tra telegatti, le otto lauree ad honoris causa, premi letterari e cittadinanze onorarie. Un professionista, un uomo, un’eccellenza capace di lasciare una forte impronta.