100 anni della radio. Era la sera del 6 ottobre 1924 infatti quando la storica Uri, Unione Radiofonica Italiana, antesignana della Rai, dava il via alle trasmissioni radiofoniche. Da allora un secolo di passione alla voce e alle cuffie, che continua ancora oggi, arricchita dal fitto panorama dell’emittenti private, destinata, speriamo, a rimanere immortale.
100 anni della radio, un secolo da quel famoso “buonasera”
Erano le 21 del 6 ottobre 1924. Esattamente un secolo fa. In quella sera l’Uri trasmise in diretta, dagli studi di Roma, il concerto di inaugurazione della prima stazione radiofonica italiana per il servizio delle readioaudizioni circolari. “A tutti coloro che sono in ascolto il nostro saluto e il nostro buonasera”. Ecco l’inizio della radio. E da allora, dalla voce di quel quartetto Donarelli-Magalotti-Fortunati-Cicognani, la radio non si è mai spenta, arrivando sino a oggi.
100 anni della radio, quell’apparecchio sonoro figlio di Guglielmo Marconi
Un semplice apparecchio sonoro. Dalla sua “bocca” la musica, i concerti, le note; ma anche voci, quelle ancora oggi ci informano e ci tengono compagnia. Tutto frutto dell’ingegno di Guglielmo Marconi, nell’anno 1924. Bisognerà aspettare qualche anno, però, perché la radio diventi ciò ancora a oggi continua essere: uno straordinario mezzo di comunicazione sempre al passo con i tempi e capace di rinnovarsi in eterno. Inizialmente, infatti, i pochi abbonati, dell’emittente che da Uri sarebbe diventata Eiar e poi l’attuale Rai, potevano ascoltare il radiogiornale, la musica leggera e lo sport.
Quelle stelle della radio nel firmamento sonoro
A poco a poco sono nate le stelle della radio. Come Maria Luisa Boncompagni, ma anche Nunzio Filogamo; allo stesso modo i cronisti sportivi Nicolò Carosio e Mario Ferretti, capaci di trasmettere al popolo italiano l’amore per il calcio e il ciclismo. Nel corso degli anni, poi, altri nomi si sono legati a questo mezzo comunicativo: Maurizio Costanzo, Renzo Arbore, Alberto Sordi e tantissimi altri. Negli anni ’70 nascono le prime “radio libere”: esattamente nel 1976 la Rai cede il suo monopolio.
1924 – 2024, la radio ai giorni nostri
La radio esiste ancora oggi. Certo, non come prima. Il digitale del terzo millennio è ormai la quotidianità. Così come le emittenti del web e la radiovisione. Nel mondo di internet e social, inoltre, non mancano le dirette. Quella che era solamente una voce, oggi prende viso e corpo. Tuttavia, la sua missione è rimasta la stessa: informare e intrattenere.