Il duecanneroll”: un contributo per abbattere le frontiere che impediscono il dialogo tra i giovani, la società e i pregiudizi.

Annamaria Tomeo, giovane studentessa di Vallo della Lucania, classe ’92. Si apre su “il duecanneroll”, il suo libro, uno scorrevolissimo racconto che nasce da una circostanza reale.
Annamaria Tomeo ha avuto la capacità di rendere “un’idea”. I noiosi fine serata con le sue amiche si sono così trasformati in un pensiero rivolto al sociale. Per far intendere al mondo quali siano i confini dell’etichettare una persona come “drogata”.
Lasciando così che la sua fantasia fluisca in racconti inverosimili Annamaria Tomeo ci parla di sè.

Il titolo “il duecanneroll: molto più di un trip” evidenzia già una posizione molto chiara sulla droga, avventurandoti in un tema delicato e spesso frainteso. Da cosa nasce quest’idea? 

Il duecanneroll nasce dall’esigenza di rendere sensibile agli occhi della società in cui vivo. Una tematica travisata e spesso male interpretata.
Il titolo sta per “Rolla due canne”. Il sottotitolo “molto più di un trip” evidenzia invece il nocciolo delle pagine. Infatti, seppur strutturato da una cornice esterna in cui vede tre adolescenti incontrarsi ogni pomeriggio per “mettere due canne a giro”, ciò che ne consegue sono delle storie che, stesso le protagoniste, immaginano e scrivono nero su bianco per dar vita a sei racconti differenti, aventi ognuno una morale a sé.

I riferimenti a Boccaccio sono palesi. Come si sciolgono le dinamiche del libro?

Il titolo richiama tramite assonanza il Decamerone di Boccaccio. Questo perché si basa su una struttura simile.
Tre ragazze che fuggono dalla peste dell’anima. Amori non corrisposti , lutti, invidie, diversità e tutto ciò che in qualche modo tende ad urtare la sensibilità delle ragazze della mia età. Che si ritrovano spaesate quando, con un bel po’ di ingenuità, si ritrovano ad osservare le dinamiche esterne che poi si ripercuotono inevitabilmente sulle proprie vite. Così da tracciare una serie di segni profondi che, ormai indelebili, ci si porterà per tutta la vita.

All’interno del libro non ci sono molti riferimenti alle vite personali delle fanciulle, ma è possibile intuire e delineare le loro personalità in modo molto originale, nel modo forse più vero possibile: grazie ad una penna…

Ciò che spesso non si riesce ad esprimere con le parole, grazie ad una penna è molto più facile lasciarsi andare.
Ne “il duecanneroll” non fluiscono solo delle dinamiche reali, ma anche le speranze, i sogni e i disincanti che ne conseguono.
A volte è veramente possibile intuire delle personalità, e ne “il duecanneroll” si notano tutte se ci si avvicina al testo con un po’ di tatto. La malinconia, l’indecisione, la noia, l’apatia. Ma soprattutto la voglia di divincolarsi da una struttura sociale che ci tiene in qualche modo con le ali incatenate e ci priva di spiccare il volo.
Insomma, delle personalità forti che fanno da cornice per delle tematiche sociali che possono accumunare i giovani, e al tempo stesso cercare uno spunto di evasione tramite la marijuana.

Tre ragazze per superare alcuni tabù e per vivere con responsabilità quello che ormai tutti definiscono un fenomeno sociale. Com’è strutturato “il duecanneroll”?

Le tre giovani donne si chiudono in un abitacolo di una macchina. Una sera in cui la noia prendeva il sopravvento si decide di dare una svolta alla serata, una svolta che poi darà il via ad una serie di altre serate riflessive. Unendo la leggerezza di una chiacchiera fra amiche, ad uno spiccato senso di creatività.
Danno vita a tali “novelle”, mentre mettono a giro un paio di canne, che si sa, sciolgono le inibizioni e danno una spinta in più. Per far sì che le ragazze all’interno del racconto lasciassero scorrere senza paure ne vergogne i loro pensieri.

Cosa puoi dire ai giovani come te che usano in modo smodato le droghe?

Naturalmente il mio non è un invito a far uso di sostanze stupefacenti. Seppur in altri paesi non è considerata tale, in Italia la marijuana è una droga. In quanto tale chi ne fa uso deve considerare le conseguenze che potrebbero esserci.
Le tre protagoniste dimostrano di essere in grado di riconoscere cosa sia giusto e cosa sbagliato all’interno della società. Non sono di certo le “drogate” che si è portati a credere.
Sanno come divertirsi e conoscono il limite molte bene. Al punto da sapersi fermare senza creare di una canna la propria dipendenza. Prima di considerare che la marijuana sia illegale e calcolare le problematiche che ne susseguono tramite la legge, bisogna ricordarsi di se stessi e prendersi cura del proprio benessere.
È un mio piccolo modo per abbassare i paraocchi ai perbenisti che fanno, è il caso di dirlo, di tutta l’erba un fascio.

La giovanissima Annamaria Tomeo ha inoltre già scritto un libro coloratissimo di emozioni dal titolo “non è mai la fine”. Una giovane pennivendola piena di talento e di idee che gli amanti della lettura non possono non condividere.

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Annamaria Tomeo si racconta attraverso “il duecanneroll” ultima modifica: 2016-11-28T18:26:53+01:00 da Francesca D'Elia

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