Unico e inimitabile, Roberto Benigni compie oggi 69 anni. Il poliedrico artista toscano, che recentemente ha ricevuto Leone d’Oro alla carriera alla 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è sicuramente tra gli attori e registi più apprezzati in Italia e nel mondo. La sua carriera è ricca di pellicole che hanno fatto la storia del cinema nostrano, da “Johnny Stecchino” a “La vita è bella”. La genialità di Roberto Benigni sta nel saper interpretare con maestria qualsiasi tipo di ruolo, dal comico al drammatico. Per celebrare il 69esimo compleanno dell’attore-regista toscano, abbiamo selezionato alcune tra le scene più memorabili dei suoi film. Buon compleanno Roberto!
Scene iconiche dei film di Benigni: le interpretazioni comiche
Lettera a Savonarola (Non ci resta che piangere – Benigni e Troisi, 1984)
Scena indimenticabile del film della coppia Benigni-Troisi, oltre a quella “della dogana” (“Chi siete? cosa portate? Ma quanti siete? Un fiorino!”). Saverio e Mario scrivono una lettera a Girolamo Savonarola per provare a liberare Vitellozzo, dopo che questo era stato arrestato la sera precedente. Per la sua realizzazione i due si sono ispirati all’iconica scena della lettera del film “Totò Peppino e la… malafemmina”. Come nella versione di Totò e Peppino, anche Troisi e Benigni hanno improvvisato l’intera scena, rendendola decisamente esilarante.
Johnny Stecchino al teatro Massimo di Palermo (Johnny Stecchino – Benigni, 1991)
In questo film Benigni interpreta Dante, un autista di autobus di Cesena identico nell’aspetto ad un pentito di mafia (Johnny Stecchino). La scena si svolge al teatro Massimo di Palermo. Maria (Nicoletta Braschi) porta Dante a teatro affinché tutti lo riconoscano. Prima dell’inizio dello spettacolo Dante ruba una banana e, quando la gente del teatro comincia a insultarlo (credendolo Johnny Stecchino) lui pensa stiano parlando del furto della banana. Per questo motivo lancia dei soldi sul pubblico e se la prende con chi lascia il teatro per non rimanere in sua presenza. Il film gioca sulla figura del doppio ed è una chiara critica nei confronti della mafia e della società spesso accondiscendente e corrotta.
Fraintendimenti della Polizia su Loris (Il Mostro – Benigni, 1994)
Se “Johnny Stecchino” giocava sul doppio, “Il mostro” gioca invece sull’equivoco. Qui il protagonista è Loris, un quarantenne disoccupato che viene scambiato per un serial killer. In questa scena la polizia analizza una “giornata tipo del mostro”, fraintendendo le disavventure di Loris con atti osceni. Dopo aver visto il video molte poliziotte rifiutano di fare da cavia per “il mostro”, lasciando la sala disgustate. L’incarico verrà dato quindi all’unica agente rimasta, la giovane poliziotta Jessica (Nicoletta Braschi).
Le parti drammatiche
Le regole del lager (La vita è bella – Benigni, 1997)
Capolavoro assoluto di Roberto Benigni, vincitore del premio Oscar come miglior film straniero, miglior attore protagonista e migliore colonna sonora nel 1998. Tra le scene memorabili di “La vita è bella” c’è sicuramente quella in cui Guido si propone di fare da traduttore del gerarca tedesco che spiega le regole del lager ai deportati, come se si trattasse di un gioco, con un carro armato vero come premio finale. Questo per nascondere al figlio Giosuè la cruda realtà di ciò che stava accadendo e tenerlo al sicuro. Si tratta di un passaggio molto toccante del film. Giosuè crederà alla versione del padre, anche all’ultimo quando i soldati americani arriveranno per liberare i prigionieri con i loro carri armati. In quell’occasione, dopo aver riabbracciato la madre, griderà felice “Abbiamo vinto”.
Creazione di Pinocchio (Pinocchio – Garrone, 2019)
Roberto Benigni è un ottimo attore e sa districarsi in diversi ruoli, anche non prettamente comici. In “Pinocchio” di Matteo Garrone, interpreta Geppetto, il padre del burattino più famoso del mondo. Benigni non è nuovo al tema. Già nel 2002 aveva diretto un film su Pinocchio, interpretando lo stesso protagonista. Nonostante la fedeltà al romanzo di Collodi, la sua pellicola non è stata molto apprezzata dal pubblico e dalla critica. Nel film di Garrone si vede invece un Benigni più convincente nei panni del falegname. Per questo ruolo (nel 2020) ha infatti il Nastro d’Argento e il Ciack d’oro come miglior attore non protagonista.
Foto di copertina: © Marina Lovari – Wikimedia Commons (CC BY-SA 4.0).