L’italia trionfa alla Berlinale 2020, festeggia due premi importanti, dei quali uno per l’interpretazione di Elio Germano in “Volevo nascondermi”. Premio anche per la sceneggiatura di “Favolacce”, dei talentuosi gemelli D’Innocenzo, per un film che farà discutere per phatos.

berlinale- immagine della manifestazione
Autore: Maharepa – Licenza: CC BY 2.0

Berlinale 2020: il trionfo del cinema made in Italy

Premi importanti, quindi, per gli italiani in gara al festival del Cinema di Berlino. E possiamo dire che la Berlinale 2020 è nel segno della romanità. È stata una grande serata per il cinema italiano. L’orso d’argento per la migliore sceneggiatura è andato a Favolacce, dei gemelli trentunenni Damiano e Fabio D’Innocenzo, anche loro romani. Nati a di Tor Bella Monaca e cresciuti tra Anzio, Nettuno e Lavinio seguendo il padre pescatore, hanno raccontato uno spaccato interessante.

berlinale - Elio germano riceve un premio
Elio Germano – Foto Official Page Facebook

Tuttavia, sul palcoscenico della Berlinale, davanti a una giuria di alto livello, guidata dal presidente Jeremy Irons, ha svettato su tutti Elio Germano. A lui, infatti, è andato l’orso d’argento come miglior attore. Volevo Nascondermi di Giorgio Diritti, dedicato al pittore Ligabue, ha trionfato! Egli ha dedicato l’importante riconoscimento a “tutti gli storti, gli sbagliati, i fuori casta”.

Toni Ligabue omaggiato alla Berlinale

Naturalmente il premio va idealmente ad Antonio Ligabue. Lui e la sua visionaria lezione d’arte e di vita non sono andate quindi perdute. Credeva che nella vita vale quello che si fa. Diceva “un giorno faranno un film su di me”, ed è accaduto. Elio Germano, nella sua bellissima interpretazione, ha mostrato sul palcoscenico, sotto la camicia, la maglietta con l’effigie del pittore.

berlinale ligabue
Il manifesto del film Volevo nascondermi in cui Germano interpreta Ligabue

Talvolta gli artisti come Ligabue sono fragili, e non celano la loro umanità, bensì la custodiscono, la proteggono, per poi farne qualcosa di grandioso. La dedica di Germano, quindi, è rivolta a quelli che non fanno finta di essere forti, ma che hanno espresso se stessi. Il pittore Ligabue aveva già vissuto una trasposizione cinematografica, mostrando il disagio che spesso vivono i geni, incapaci nella “la normalità”. Ligabue conobbe anche l’ospedale psichiatrico, e qui, il pensiero va a Van Gogh. Anch’egli ebbe il pieno riconoscimento postumo.

I fratelli D’Innocenzo

Per i fratelli D’Innocenzo, invece, il premio è stato del tutto inatteso e li ha sensibilmente emozionati. Insieme hanno scritto “Favolacce” a soli 19 anni. Ora sono cresciuti, ma l’arte resta cristallizzata e dà i giusti frutti. Commossi, felici, coesi e uniti come solo due gemelli omozigoti possono essere, quindi, si raccontano sorpresi del successo.

i gemelli sceneggiatori - i fratelli D'innocenzo
Berlinale – CC BY-SA 3.0

I D’Innocenzo hanno scelto il punto di vista dei più piccoli, per raccontare una “violenza rabbiosa”, altresì nascosta nella piccola borghesia. Proprio grazie ai bambini nel film è stato possibile mostrare e far vedere a tutti l’amore intrinseco. Favolacce è una favola dark ambientata nella periferia meridionale di Roma, uno spazio suburbano isolato. In quel mondo, ogni cosa diventa monotona, mentre la vita scivola via opaca. In questo quadro sub urbano vive una piccola comunità di famiglie e i loro figli, che iniziano ad affacciarsi all’adolescenza. Protagonista della storia è la famiglia composta da Bruno, interpretato dallo stesso Elio Germano in un grande momento, e Dalia, Barbara Chichiarelli. I loro figli dodicenni frequentano la scuola della zona. In questo tranquillo ritratto di famiglia si cela, però, una grande irrequietezza.

Premi per due autori quasi esordienti

La vittoria a Berlino consegna, quindi, un meritato riconoscimento ai due autori quasi esordienti. Al riguardo, era il 2018 quando furono a Berlino con “La terra dell’abbastanza”, e dal  premio di ieri, il passo è stato breve. I gemelli, uniti, al punto che spesso si tengono per mano, non mostrano affatto di avere uno sguardo inquinato dalla modernità alienante. Si trovano in un dolce dualismo tra infanzia e maturità, che porta importanti premi all’Italia.

Berlinale 2020, il festival del cinema parla italiano ultima modifica: 2020-03-03T08:59:30+01:00 da simona aiuti

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