Se esiste qualcuno che ha saputo disegnare la realtà con un tocco di ironica malinconia e tagliante sarcasmo, è indubbiamente Massimo Troisi. Espressione della tipica napoletanità, l’attore e regista partenopeo ha posto una pietra rara, se non unica, nella storia cinematografica e teatrale italiana. E di questa pietra nessuno si è fatto portatore. Forse, questo ci ha fatto apprezzare ancora di più la bravura e il talento di una persona senza pari come è stato e sempre sarà Massimo Troisi di cui oggi ricorre il compleanno.

fotografia in bianco e nero di Massimo Troisi

Un attore tra la gente che racconta la gente

Sono nato in una casa con 17 persone. Ecco perché quando ci sono meno di 15 persone mi colgono violenti attacchi di solitudine.” Massimo Troisi si colloca fin dalla nascita in un contesto frizzante e fatto di persone diverse e dalle diverse abitudini. Difatti, visse con i suoi cinque fratelli e i suoi genitori, con i nonni materni, gli zii e i cugini. Forse proprio per questo, osservò i dettagli delle persone che gli stanno accanto, così diverse e reali, trasportando questa attenzione per il reale nel teatro.

Massimo Troisi e la smorfia su un palcoscenico
La Smorfia a teatro

Nonostante i suoi problemi di salute, Massimo Troisi decise che ciò non avrebbe intaccato la sua passione e la sua determinazione. Guidato dalla figura di Pasolini, vince il suo primo premio impersonandolo. E questa sarà solo una delle tante vittorie che si prenderà nella vita. Sperimenta il teatro con Lello Arena, Enzo Decaro, Nico Mucci e Valeria Pezza, nel gruppo I Saraceni.

Ricomincio da Massimo Troisi

Dopo aver sperimentato la sua bravura sul palcoscenico, Massimo Troisi non poté fare a meno di avvicinarsi al mondo del cinema. E fu un vero salvataggio di un’arte che sembrava in declino. Difatti, il cinema non era ai suoi tempi d’oro. Anzi. Il grande pubblico sembrava essere disinteressato alle pellicole, troppo scarne, che non eccellevano per originalità.

Massimo Troisi e Pino Daniele
Pino Daniele e Massimo Troisi

Quando Troisi approdò dietro e davanti la cinepresa, lustrò quel mondo opaco. Il suo debutto cinematografico come regista si può identificare nel film Ricomincio da tre, del 1981, che vinse due David di Donatello. Il filtro del sarcasmo e dell’ironia danno un tono leggero alla realtà, non facile, di ripresa che la città di Napoli stava affrontando dopo il terremoto degli anni ’80. Ciò che porta in scena non è un eroe senza paura e senza macchia, ma una persona reale, timida, impacciata, che si barcamena tra le tante difficoltà della vita.

Il cinema di Massimo Troisi che non c’è più

Con le sue svariate pellicole, da Ricomincio da tre a Scusate il ritardo, Massimo Troisi si conferma una stella in un cielo buio. Scevro dalle volgarità e dalla rozzezza che invece caratterizzano il cinema italiano attuale – tranne alcune rare eccezioni – la figura di Massimo Troisi è imperniata nei nostri cuori. Entrando a contatto con altri personaggi, come Ettore Scola e Marcello Mastroianni, l’imbarazzato napoletano imprime un esempio di cui si fa l’unico portatore, con la bravura e il talento che lo contraddistinguono. E l’evento tragico della sua morte non fa che intristire maggiormente lo scenario. Ma, sicuramente, lui avrebbe affrontato questa situazione con l’allegra malinconia che lo caratterizzava. A noi, invece, non ci resta che piangere.

Auguri Massimo. Non ci resta che rimpiangerti ultima modifica: 2020-02-19T09:36:51+01:00 da Elena Morrone

Commenti