A pochi giorni dall’ingresso dell’Italia nella Fase 2 tornano più che mai attuali le dichiarazioni rilasciate nel corso della settimana dall’architetto Stefano Boeri al quotidiano Repubblica: “Mai come adesso ho visto a Milano tanti balconi verdi, e logge, terrazzi, perché il balcone è uno spazio vitale. Tutti hanno capito che il verde è un tema importante perciò servirebbe quindi una campagna per facilitare la dispersione, e anche una ritrazione dall’urbano, per lasciare spazio ad altre specie viventi”.

L’idea dell’architetto di fama internazionale, ideatore del “bosco verticale” a Milano, è quella di dar vita ad un progetto nazionale volto a riqualificare efficacemente i paesi e i piccoli centri abbandonati. In seguito alla pandemia già in Inghilterra si prevede l’abbandono delle zone più densamente abitate per popolare campagne e borghi. Questo fenomeno interesserà anche il nostro Paese.

borghi - panorama di una città toscana

L’Italia è ricca di borghi abbandonati da salvare. I lotti sono diventati sempre più piccoli e i proprietari sono difficili da rintracciare. La maggior parte di essi si è trasferita all’estero dimenticando i terreni di cui è proprietaria.  Boeri insiste: “Se le 14 aree metropolitane adottassero questi centri, con vantaggi fiscali e incentivi… E già ci sono luoghi meravigliosi dove ti danno la casa in un centro storico a un euro, in Liguria, e lungo la dorsale appenninica”.

I borghi a rischio svuotamento sono circa 6000. Sono sparsi su due terzi del territorio. Da tempo definiti “aree interne” ma ricchi di patrimonio naturalistico, agricolo, culturale. Purtroppo sono svantaggiati perché non offrono tanti servizi per chi le popola. Mancano infatti di scuole, mezzi pubblici, sanità, banda larga.

Le principali attività economiche sono il turismo e l’agricoltura. Il primo ha subito un calo drastico a causa della pandemia e quindi rappresenterà una grande incognita per il futuro. Ma per anni è stato fluente. C’è infatti stato un periodo in cui si assisteva alla creazione continua di bed & breakfast e strutture innovative. Di successo è stato l’esperimento delle case di riposo promosse dalla Commissione Europea che offrivano un inedito “benessere green” rispetto a quelle RSA urbane.

borghi - particolare di un borgo ligure

Non bisogna dimenticare che i bisogni delle persone che abitano nei borghi sono tanti. Possono generare nuove forme di lavoro, soprattutto in questo periodo delicato. Ma il problema principale è che sono “irraggiungibili”. I gestori delle reti non hanno nemmeno interesse a intervenire e investire su di essi. Si stima che circa milleduecento comuni abbiano ancora difficoltà di ricezione telefonica e cinque milioni di italiani vedano a fatica i canali Rai.  Questa esperienza pandemica ci invita a riprogettare queste aree. A investire per valorizzarle offrendo incentivi e sgravi fiscali.

borghi - un palazzo molto alto con alberi ai balconi
Il Bosco Verticale, eletto nel 2014 ‘Grattacelo più bello del mondo’ (Highrise Award)

Come sostiene Boeri bisogna anche riprogettare le nostre città in cui l’inquinamento atmosferico facilità la diffusione della pandemia. Nei centri urbani è necessario attuare un progetto che sia in grado di ridurre l’utilizzo delle auto e che preveda incentivi e rottamazioni in tempi celeri. Urge “portare tutto all’esterno“.  Gli spazi interni sono pericolosi per il contagio. I negozi dovranno avere dei “dehors” per stare il più possibile all’aria aperta. Nella fase 2 bisognerà valorizzare anche le piazze che potranno diventare le nuove protagoniste di eventi culturali, festival e concerti (previsti già a Settembre). Naturalmente affinché questo progetto diventi realtà bisognerà contare su una burocrazia che si faccia finalmente celere ed efficiente.

Borghi stupendi da ripopolare. La fase 2 secondo Stefano Boeri ultima modifica: 2020-04-28T13:00:00+02:00 da Mariangela Cutrone

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