È tempo di mascherarsi, burlare parenti e amici e assaporare un’infinità di prodotti tipici! Stiamo infatti entrando nel periodo di carnevale, che culminerà il 13 febbraio con il martedì grasso. Una festa dalle antichissime origini che nel tempo si è evoluta più volte, dando vita a celebrazioni davvero singolari in molte città italiane, soprattutto a Venezia e Viareggio. Ma qual è la storia del carnevale?

Il carnevale nei secoli

A differenza di quanto si possa pensare, il carnevale non è una festività legata del tutto al mondo cristiano. La sua storia inizia infatti molto tempo prima, in piena età classica. Già all’epoca, greci e romani festeggiavano il passaggio dalla stagione fredda a quella più mite e l’inizio dell’anno nuovo. Specialmente a Roma si onorava la divinità Saturno, protettore dei campi destinati alla raccolta. I Saturnali iniziavano nella seconda metà di dicembre (anche se già ad ottobre si tendeva a festeggiare), per culminare tra febbraio e marzo. Diversi mesi quindi, caratterizzati da vari riti pagani. Uno dei più particolari (e significativi) era quello del rovesciamento delle parti. In pratica, per un solo giorno, si invertivano i ruoli sociali: i plebei diventavano nobili e viceversa. Il tutto avveniva con l’uso di maschere, e ci si abbandonava ai piaceri del cibo (e non solo).

La storia del carnevale
Foto del Corriere.it

Con il cristianesimo ci fu poi una rivisitazione di tutti i riti pagani, tra cui i lunghi ed intensi Saturnali. Venne quindi istituita la data simbolica del 25 dicembre per celebrare la nascita di Cristo, mentre il periodo finale di tale festività fu sostituito con il carnevale. Il significato restò però immutato, ovvero quello di festeggiare il passaggio dall’anno vecchio al nuovo.
Nel Medioevo, nell’ultimo giorno di carnevale, era usanza impiccare un fantoccio che raffigurava tutti i mali dell’anno precedente, in segno di buon auspicio. Nei secoli si è poi arrivati ad istituire il giorno prima del mercoledì delle ceneri il culmine della festività: martedì grasso. E questo giorno simboleggia, ancora oggi, le ultime 24 ore prima della quaresima. Si invitavano quindi i fedeli a concedersi qualche piacere, in vista dei quaranta giorni di astinenza e digiuno.

L’usanza delle maschere a Venezia

Come citato poc’anzi, in molte città italiane il carnevale è festeggiato in vari modi. Uno dei più vivi ed originali (non solo in Italia, ma nel mondo) è quello di Venezia. Nelle settimane che precedono il martedì grasso, le vie della città lagunare si popolano di persone mascherate, mentre le piazze si trasformano in eleganti passerelle. Ma a quando risale questa usanza? Il primo documento ufficiale è datato 1094, in cui si parla di divertimenti pubblici legati al periodo di carnevale. Nel 1296 il Senato istituì poi ufficialmente come festivo il giorno prima della quaresima. I veneziani iniziarono allora a mascherarsi, seguendo le tradizioni classiche, e sfilare in città. Ed anche qui i ruoli venivano invertiti, dando modo ai meno fortunati di far parte della classe più abbiente almeno per un giorno. Il tutto restando sempre coperti da una maschera, così da mantenere un certo anonimato.

le maschere veneziane
Venezia e le sue maschere – Foto di espressonapoletano.it

Nel tempo il carnevale veneziano si arricchì con diversi festeggiamenti. Nel Cinquecento un acrobata turco attraversò Piazza San Marco camminando su una fune sospesa decine di metri dal suolo. L’evento lasciò di stucco i presenti, ed il Doge decise di istituire lo Svolo del Turco (poi Volo dell’Angelo). Da quel giorno, tutti gli anni, acrobati da ogni parte del mondo iniziarono ad esibire durante il carnevale. Questo fino al 1759, quando lo spettacolo finì in tragedia con la morte del funambolo. A seguito del triste evento, tale usanza fu sostituita con il volo di una colomba di legno, sempre lungo piazza San Marco.
Tra l’Ottocento ed il Novecento il carnevale veneziano visse il suo periodo più buio. Nel 1979, grazie ad alcune associazioni locali, si ricominciò a festeggiare per le strade ed i canali, riportando le celebrazioni ai fasti di un tempo.

I carri di Viareggio

Altro carnevale molto importante in Italia e in Europa è quello di Viareggio. A differenza di quello veneziano, la sua storia è più recente. Risale infatti al 24 febbraio 1873 quando dei ragazzi decisero di organizzare una sfilata di carrozze addobbate a festa il giorno seguente, martedì grasso. Il tutto avvenne tra i tavoli di uno storico bar della città: il Caffè del Casinò. Ma quale fu il motivo che spinse i giovani a questa parata? Secondo alcuni fu una semplice protesta verso le troppe tasse imposte dall’amministrazione cittadina. L’idea era quella di mascherarsi e sfilare lungo le vie di Viareggio, condendo il tutto con pura satira politica. L’anno seguente si decise di replicare, così come quello successivo: la sfilata si rivelò infatti un’ottima valvola di sfogo contro il malcontento della gente.

Il carnevale a Viareggio
Un carro allegorico durante il carnevale di Viareggio – LaVersilia.it

Nel corso degli anni il carnevale di Viareggio acquisì sempre più importanza, richiamando turisti da ogni parte del Paese. Nel 1921, dopo la fine della Grande Guerra, venne inoltre fondata la rivista ufficiale della festa: Viareggio in maschera. Le carrozze si trasformarono in veri e propri carri trionfali in cartapesta, realizzati dai migliori artisti in circolazione. Nel 2011 oltre 340mila persone si recarono nella città per assistere alla parata, battendo ogni record precedente. Insomma, un evento capace di trasformare la piccola Viareggio in una metropoli brulicante di gente in maschera e carri allegorici.

Carnevale: dai riti pagani alle maschere veneziane, passando per Viareggio ultima modifica: 2018-02-10T09:30:21+01:00 da Gabriele Roberti

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