Giovedì prossimo il consiglio dei ministri si svolgerà a Steccato di Cutro, la cittadina calabra sulle cui coste è avvenuto un terribile naufragio la notte del 26 febbraio scorso. Una tragedia immane in cui sono morte settanta persone e tante altre ancora sono disperse. Donne, uomini e tanti bambini, tutti migranti, tutti provenienti da paesi oppressi da guerre e dittature coma la Siria, l’Iran e l’Afghanistan.

Consigli dei ministri a Cutro

 All’ordine del giorno del consiglio dei ministri temi forti come la maggiore accoglienza per gli immigrati regolari e la guerra aperta ai trafficanti di uomini. “L’Italia non può rimanere più sola ad affrontare il fenomeno dell’immigrazione clandestina – ha scritto sui social la premier Giorgia Meloni – Non vogliamo più ritrovarci a piangere tragedie come quella avvenuta a Cutro. È nostro dovere, morale prima ancora che politico, fare di tutto per evitare che disgrazie simili si ripetano. Per questo motivo, nel consiglio dei ministri di giovedì e nel prossimo consiglio europeo, il governo italiano continuerà la sua battaglia per fermare i trafficanti di esseri umani e le morti in mare”. 

barca rotta

Mattarella: “Dopo il cordoglio, scelte concrete”

“Il cordoglio si traduca in scelte concrete, operative, da parte di tutti, dell’Italia e dell’Unione europea. Questa è la risposta vera da dare dopo la tragedia dei migranti a Cutro”. Così il presidente della Repubblica in un suo intervento all’università della Basilicata dove ha chiesto concretezza al governo ed un segno di vita all’Europa. Ma non solo, Sergio Mattarella ha anche spiegato con chiarezza che se intere famiglie lasciano “con dolore” il loro Paese i motivi ci sono. La Commissione Ue ha anche ribadito che in ogni caso le vite in mare vanno salvate e su questo concorda anche il capo dello Stato.

consiglio dei ministri a cutro

Dall’università di Potenza ha infatti sottolineato quanto la tragedia di Cutro abbia coinvolto e commosso gli italiani. “Anche perché – ha aggiunto – sono stati coinvolti anche molti profughi afgani, cioè gente che fuggiva da uno dei regimi più oscurantisti del pianeta. “I profughi afgani ci hanno fatto tornare in mente quanto il nostro Paese ha fatto due anni fa, con la presa del potere dei talebani, per portare in Italia tutti i cittadini che hanno collaborato. Nessuno è stato lasciato, tutti sono stati accolti in Italia. Ci tornano in mente le scene dei cittadini che all’aeroporto di Kabul imploravano un passaggio. E ci fanno comprendere perché intere famiglie cercano di lasciare la loro terra per cercare un futuro altrove”. Per il capo dello Stato “la libertà non è effettiva se non è appannaggio di tutti in un mondo che è sempre più una comunità. La libertà e i diritti non sono divisibili”.

Consiglio dei ministri a Cutro: basta con le stragi dei migranti in mare, guerra ai trafficanti di uomini ultima modifica: 2023-03-07T09:00:00+01:00 da Redazione

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