I dati dei contagi giornalieri continuano a dare una mappatura stazionaria dell’evolversi dell’epidemia nel nostro Paese. Il ministero della Salute fa sapere che nelle ultime 24 ore sono stati registrati 23.225 nuovi casi positivi (ieri 20.709). I nuovi decessi sono 993 ( ieri 684) mentre l’incremento dei tamponi è pari a 226.729 (207.143). Sempre secondo i dati ministeriali, i dimessi guariti sono 846.809 mentre gli attuali positivi sono 759.982 (1248 in meno rispetto a ieri). “Tra il secondo e il terzo trimestre del prossimo anno saremo potenzialmente in condizione di vaccinare la totalità della popolazione”. Così il commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri, durante l’audizione alle commissioni riunite Trasporti e Affari sociali della Camera. Arcuri ha aggiunto che “l’Italia ha diritto al 13,46 per cento delle dosi di vaccino che saranno man mano distribuiti dall’Europa”.
L’immunità di gregge
“In merito all’immunità di gregge gli esperti scientifici ci dicono che almeno il 60 per cento dei cittadini dovrà essere vaccinato – ha aggiunto Arcuri – . Noi auspichiamo che anche grazie a una campagna di comunicazione massiva si possano superare le remore che ci sono, rispetto alla ritrosia a sottoporsi al vaccino”. “Il 29 dicembre e e 12 gennaio l’Ema si pronuncerà sulla documentazione fornita da Pfizer e Moderna sui vaccini anti-Covid.
Questo dovrebbe consentire di avere 3,4 milioni di dosi per vaccinare 1,7 milioni di persone. Nella seconda metà di gennaio è previsto l’inizio delle vaccinazioni, poi le dosi disponibili aumenteranno e, entro fine estate o inizio autunno, dovremmo aver completato la somministrazione della più grande campagna di vaccinazione di massa che abbia mai avuto corso nel Paese”. Così Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) e membro del comitato tecnico scientifico (Cts).
I dati in calo e la corretta informazione sui vaccini
“Il modo per ottenere una copertura di gregge con circa il 70 per cento della popolazione vaccinata, per fermare la circolazione del Sars-Cov-2 – ha precisato Locatelli – è fornire informazioni in modo completo e trasparente. Ciò, al fine di creare una cultura delle vaccinazioni grazie alle quali l’umanità si è liberata di malattie fatali come poliomelite e vaiolo”. Locatelli puntualizza: “Su quanto a lungo durerà l’immunità conferita dai vaccini, solo l’osservazione ci darà una risposta solida, compiuta e definitiva”.
Chi ha avuto il Covid non deve vaccinarsi
Su un altro fronte è intervenuto invece il direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito: “Chi ha avuto il Covid – ha detto – non deve vaccinarsi contro la malattia perché ha sviluppato anticorpi naturali. Semmai dovrà controllare il livello di questi anticorpi. E quando questi dovessero scendere, si può riconsiderare una vaccinazione”.