E’ ormai diventata una vera corsa della scienza per arrivare alla produzione di vaccini da distribuire alla popolazione. Tante le ricerche avviate in questi mesi, tante le collaborazioni realizzate per mettere insieme i maggiori studiosi e arrivare al più presto ad un vaccino contro il Covid che possa davvero essere efficace. E tra le tante sperimentazioni abbiamo spesso parlato di quella che ha come protagonista l’Italia e l’università di Oxford. In attesa delle prime dosi che potrebbero arrivare entro un paio di mesi, occorre sempre rispettare le regole, usare le mascherine e mantenere il distanziamento sociale. Solo così in attesa di cure e terapie adeguate possiamo fronteggiare la diffusione del contagio.
Prime dosi prodotte tra Italia e Inghilterra
Ad annunciare che le prime dosi del vaccino contro il Covid è stato Piero Di Lorenzo, presidente dell’Irbm di Pomezia. Questo centro ha sviluppato insieme all’università di Oxford il candidato vaccino prodotto da AstraZeneca. Nonostante una fase di stallo avvenuta nei mesi scorsi a causa di una sospetta reazione in un volontario, adesso sembra la volta buona. Occorre sempre essere cauti finché la distribuzione su vasta scala non parta. Ma le rassicurazioni che arrivano dall’azienda di Pomezia fanno ben sperare.
“Se non ci saranno problemi – ha rassicurato Di Lorenzo – è ragionevolmente credibile che entro fine 2020 arriveranno nel Paese circa 3 milioni di dosi”. “Incrociando le dita – ha chiarito all’Adnkronos Salute – da qui a un mese circa la sperimentazione di fase 3 sarà finita. E a quel punto si tratterà dei tempi dell’agenzia regolatoria”.
Vaccino anti covid in sperimentazione
I tempi, quindi, assicura Di Lorenzo, sarebbero brevi. Settimane quindi non sei mesi, un anno che generalmente è il tempo necessario per l’approvazione di un farmaco. “Siamo in cauta e fiduciosa attesa – chiarisce Di Lorenzo -. Giustamente e meritevolmente l’Ema, per tagliare i tempi della burocrazia, ha detto: dateci tutti i dati man mano che sono disponibili, così da guadagnare tempo. Con il fatto che le agenzie regolatorie ora vengono informate continuamente di ogni progresso della sperimentazione, nel caso specifico penso che potranno esprimere un giudizio entro qualche settimana”.
Le dosi che sarebbero a disposizione entro pochi mesi presumibilmente sarebbero intorno ai 15-20 milioni. In Italia ne arriverebbero tre milioni. A Pomezia l’attività continua incessantemente. “Nel centro di ricerca – dice – stiamo portando avanti i test di validazione delle produzioni fatte all’estero”.
Vicina la meta per i vaccini anche in Italia
E così con l’arrivo delle prime dosi entro Natale comincia a intravedersi la meta. Non solo in Italia però. Anche in altri Paesi come in America continuano le ricerche e le sperimentazioni per la produzioni di vaccino e la sua introduzione per tutti. Intanto il nuovo Dpcm, una sigla che ormai conosciamo tutti, e cioè il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri impone nuove regole da rispettare. Non ci saranno nuovi lockdown, semmai chiusure mirate. Ma speriamo non si arrivi a questo. Il buon senso può davvero aiutare a fronteggiare questo momento di attesa del vaccino. Il rispetto delle regole è l’arma vincente per frenare i contagi.