Emergenza Covid, l’età media dei contagiati scende al di sotto dei 50 anni mentre l’indice Rt nazionale sfiora la soglia di 1, restando come la scorsa settimana a 0,99. La forbice va dallo 0,93 e 1,03. Il dato è stato valutato dalla cabina di regia che elaborato l’andamento della pandemia. Secondo i dati del monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute, l’età media dei casi di Covid diagnosticati è diminuita a 44 anni.
Si osserva inoltre una chiara accelerazione nell’aumento dell’incidenza a livello nazionale, rispetto alla settimana precedente. Intanto i dati del ministero della Salute di oggi registrano un aumento dei contagi che si attestano a 20.499 (ieri 19.886). I nuovi decessi sono 253 (ieri 308). I dimessi guariti di oggi sono 111.714 (ieri 12.853); mentre complessivamente i casi positivi sono 404.664, 8.512 in più rispetto a ieri.
Aumentano i ricoveri in terapia intensiva
I numeri delle terapie intensive impongono restrizioni. Infatti aumenta il numero delle regioni e delle province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva sopra la soglia critica. Sono 8 contro le 5 della settimana precedente.
In alcune regioni il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’incidenza “impongono comunque misure restrittive”. Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale continua ad essere alto ma sotto la soglia critica (24%).
Scende l’età media dei contagiati e le varianti del virus prolificano
“In Italia ci sono zone e regioni con incidenza molto elevata, come in Trentino, Molise e Abruzzo, per la presenza della variante inglese. Ciò avviene anche in Umbria, sempre per la presenza delle varianti inglese e brasiliana. Dobbiamo fare un grosso sforzo per contenere i focolai“. Così gli esperti che ribadiscono: “Nel momento in cui si allentano gli interventi immediatamente riparte l’epidemia. Abbiamo dunque ondate successive che dipendono proprio dalle misure restrittive. Ciò dipende dal fatto che la popolazione suscettibile all’infezione è ancora ampia”.
“Nelle regioni molti focolai sono dovuti alle nuove varianti, non si può che esprimere preoccupazione per l’andamento dell’epidemia. Dobbiamo tenere alta la guardia e dove c’è bisogno è necessario intervenire tempestivamente e duramente“. Queste le conclusioni degli esperti che evidenziano: “Il tasso di incidenza sta crescendo anche in età scolastica. Abbiamo una diminuzione dell’età media dei casi: ciò può essere un primo effetto delle vaccinazioni sugli anziani e i pazienti delle Rsa. Però cominciamo a vedere anche focolai nelle scuole e ciò potrebbe essere conseguenza delle varianti che infettano di più i bambini ma senza forme gravi”.