Una sonda ecografica posizionata su quattordici punti del torace è in grado di individuare se una polmonite è causata dal Coronavirus o da altre agenti patogeni. Con il vantaggio che l’innovativo dispositivo può essere utilizzato senza la presenza di un radiologo o di un tecnico specializzato. Per eseguire l’esame basta un medico di base, un infermiere o un operatore del 118. Si chiama EcovidUs ed è un ecografo evoluto frutto di un progetto congiunto tra l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Lecce che ha contribuito agli aspetti clinici di questo dispositivo e lo spin-off Amolab che si è occupato della componente industriale. Un’idea venuta all’inizio del primo lockdown, elaborata in tempi brevissimi, già messa a punto e in uso in alcuni ospedali italiani, in primis il Dea (Dipartimento di Emergenza e Accettazione) dell’ospedale di Lecce, centro Covid principale di questa provincia.

dottori con apparecchio EcovidUs

Un’idea tutta italiana a cui hanno lavorato tre giovani ricercatori e il coordinatore del progetto, il dottor Marco Di Paola, medico ricercatore dell’Istituto. EcovidUs potrebbe avere un ruolo fondamentale nella diagnosi del Coronavirus. Quali sono i suoi punti di forza? Ce lo spiega lo stesso dottor Di Paola.

Il progetto di quattro ricercatori italiani del CNR di Lecce

“Con questo dispositivo si fa praticamente una fotografia dello stato di salute del polmone. L’eventuale polmonite viene individuata con un’affidabilità del 90 per cento perché si tratta di uno strumento molto preciso. Ricordo che la sensibilità dei tamponi è intorno al 70 per cento, quindi con tanti falsi positivi e tanti falsi negativi. Inoltre, EcovidUs dà una risposta in tempi molto rapidi, 10/15 minuti con un’analisi su tutto il polmone. E’ uno strumento molto prezioso per la medicina territoriale perché è piccolo e trasportabile, ha una batteria integrata che dura a lungo, può essere portato a casa del paziente senza la necessità di ospedalizzarlo. Un dispositivo utile per le Usca, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale che hanno il compito di assistere a casa i positivi al Coronavirus. EcovidUs si può usare anche in ambulanza e con estrema facilità. Gli operatori hanno bisogno solo di un piccolo addestramento, giusto per saper posizionare correttamente la sonda nei 14 punti indicati”.

EcovidUs - prospetto informativo

“Questo strumento fa un’analisi molto accurata che consente di avere un’idea complessiva sullo stato di salute del polmone. A fine esame, due sono gli indici di riferimento. Il primo indica se una persona è malata con valori da zero a quattro, zero significa che il polmone è sano, quattro che la polmonite è grave. Il secondo indice va dritto al problema e ci dice, in caso di malattia, se si tratta di Covid o di altri agenti patogeni. Questo dispositivo può essere utilizzato anche in condizioni molto particolari, per esempio nelle terapie intensive dove con difficoltà si può posizionare la sonda in tutti i 14 punti previsti. Bastano infatti anche solo cinque punti di acquisizione per avere un risultato affidabile”.

L’idea di EcovidUs nasce quando scoppia la pandemia

EcovidUs nasce con lo scoppio della pandemia la scorsa primavera. I ricercatori salentini del CNR si sono basati su un dispositivo già sperimentato da anni e validato clinicamente per un’altra tipologia di esame, il monitoraggio del travaglio di parto. “Considerato che si poteva già fare questa diagnosi – aggiunge il dottor Di Paola – abbiamo pensato a come ampliare il suo uso. Abbiamo quindi contattato esperti di pneumologia, raccolto immagini di diverse tipologie di polmoniti, realizzato un archivio di queste immagini. Poi abbiamo sviluppato un software dedicato, basato su un algoritmo in grado di classificare le immagini di salute, di malattia e in questo caso anche di che malattia si tratta. La macchina era già pronta, mancava solo il software che, una volta pronto, è stato inserito nel dispositivo già utilizzato. La validazione clinica è stata rapida e completata a fine settembre. L’applicazione quasi simultanea.

Un ecografo in grado di leggere autonomamente le immagini

Quali sono le differenze tra un’ecografo convenzionale e EcovidUs? “L’ecografo convenzionale dà immagini che richiedono la presenza di un ecografista esperto che sappia leggerle e fare una diagnosi. Questo nuovo dispositivo evoluto, invece, è in grado di leggere autonomamente le immagini e di classificarle Dando quindi all’operatore l’imput per fare la diagnosi. Ne deriva una risposta automatica, rapida e molto oggettiva”. Uno strumento dedicato e molto versatile, il cui costo è inferiore a quello degli ecografi convenzionali di ultima generazione. Utile negli ospedali, nei centri di emergenza e soprattutto a casa dei pazienti, strumento fondamentale per la medicina territoriale.

EcovidUs, ecografo evoluto per individuare le polmoniti da Coronavirus ultima modifica: 2020-12-19T09:00:00+01:00 da Cristina Campolonghi

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