Che siano stati o meno in possesso delle rispettive mail di Mario Draghi, Matteo Renzi o altri esponenti della classe dirigente italiana, risulta marginale all’interno della questione. Quel che pare invece evidente è il demerito che andrebbe attribuito a chi ha condotto un’indagine simile; durante lo sviluppo della vicenda eyepyramid, infatti, nessuna delle vittime pare essere stata edotta delle circostanze in atto. E come ancora una volta diritti ineluttabili, come la privacy, siano spesso soggetti a processi di trasmutazione al fine di divenire merce vendibile per accumulo di capitali cospicui.
Lo spionaggio operato, oltre a mantenere la sua caratteristica politica, possedeva fini e scopi economicamente determinati. I legami e gli usufruenti di questo sistema li troviamo dai maggiori esponenti della selva di Mafia Capitale; a vari faccendieri come Luigi Bisignani e l’imprenditroe Pio Bastoni, conosciuto nelle cronache rosa. La ratio ancora non completamente definita, ambiva a fornire dati sensibili e utili per operare manovre economiche e finanziarie importanti per aggiudicarsi di gare d’appalto; o per tracciare meticolose strategie di trasferimento di capitali da meccanismi societari a matriosca messi in pratica da Giulio Occhionero.

EyePyramid: il virus dei Fratelli Occhionero

Ma in che modo il binomio Occhionero è riuscito a tenere sotto controllo tutte le caselle postali citate dai pm? Attraverso un virus chiamato EyePyramid, Occhio della Piramide. Grazie a questo malware, Giulio e Maria Francesca Occhionero riuscivano a clonare indisturbatamente una casella di posta elettronica; avere visione dei dati ed aggiornamenti vari in moto; scaricare quest’ultimi all’interno di server noleggiati negli Stati Uniti, avendone così a piena disponibilità di consultazione.
I nomi emersi sono innumerevoli e tutti appartenenti alla classe dirigente italiana. E’ risultata contaminata la casella di posta elettronica del ex premier Matteo Renzi; di Fabrizio Saccomanni, precedentemente ministro dell’Economia italiana; anche del Presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi; parlamentari del centro destra come Ignazio La Russa, Fabrizio Cicchitto, Paolo Bonaiuti, Michela Brambilla e Maurizio Scelli. Soltanto poche centinaia di indirizzi al momento sembrano essere stati soggetti ad hackeraggio, su 1800 vittime virtuali, tutti sotto sequestro.
Tra i tanti monitorati, vi sono persino appartenenti a logge massoniche. La catalogazione era meticolosamente distribuita in cartelle con sigle come “Bros” (fratelli); “Pobu” (politicians business), cioè quel target di politici con i quali vi era un sodalizio criminale.

Le indagini e le relazioni

A collaborare insieme alla polizia postale, vi era la Cyber Division dell’FBI. Grazie ad un’azione investigativa congiunta, è stato accertato, tuttavia che il virus EyePyramid ha precedenti oscuri risalenti ad un’inchiesta condotta nell’ambito della P4, dai pm Francesco Curcio e Henry Woodcock. Pare che vi siano delle relazioni interessanti tra i nomi comparsi all’interno di questa indagine; e quelli estrapolati da intercettazioni telematiche impiegate sul computer di Luigi Bisignani. L’inchiesta P4, infatti, parafrasava scontri e diatribe varie all’interno delle correnti del centro destra, i cui soggetti risultano adesso anche nella lista degli intercettati dal binomio Occhionero.

Ai fratelli Occhionero vengono attualmente contestati i reati di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato; accesso abusivo al sistema informatico aggravato e intercettazione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche.

 

EyePyramid e il caso dei fratelli Occhionero ultima modifica: 2017-01-15T17:54:35+01:00 da Carlo Festa

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