Ripercorrere la storia della Croce Rossa vuol dire tornare indietro nel tempo fino all’unità d’Italia, circa. La fondazione avvenne il 15 giugno 1864. Al tempo, però, il nome scelto fu Associazione Italiana per il soccorso ai feriti ed ai malati in guerra.
Castiglioni, un uomo che ha rispettato e onorato il Giuramento di Ippocrate, lasciando un segno nella storia del nostro Paese, trovò un accordo con le associazioni nate in Europa grazie all’opera di Henry Dunant, che a Ginevra aveva dato vita all’organizzazione internazionale.
L’idea di fondo fu quella di dare vita a una squadra di infermieri volontari. Un gruppo di professionisti in grado di supportare in vario modo l’operato della sanità militare, il cui compito era a dir poco gravoso.
Un fine ben preciso, considerando il particolare periodo storico, che si è poi decisamente ampliato nel corso di più di un secolo di storia. A chi si deve la fondazione della Croce Rossa? Il nome da imprimere nella propria memoria è quella del medico Cesare Castiglioni, che ne fu anche il primo presidente.
Dunant ebbe un’illuminazione proprio in Italia, avendo assistito in prima persona al disastroso esito della battaglia di Solferino e San Martino del 1859. Una carneficina aggravata anche dalla disorganizzazione dei soccorsi.

Simbolo Croce Rossa Italiana
Simbolo Croce Rossa Italiana – Fonte: Wikipedia – ticket:2011050910006171 – Copyrighted stemmi

Croce Rossa Italiana, le fasi storiche

Nel 1866, due anni dopo la sua fondazione, vennero poste delle regole militari ai componenti di quelle che furono rinominate “Squadriglie di Soccorso”. Queste entrarono in azione per la prima volta nello stesso anno, soccorrendo militari feriti durante la Terza guerra d’Indipendenza.
Un evento storico, considerando l’appoggio ricevuto da Francia e Svizzera. La necessità di preservare la vita umana ebbe la meglio. Per la prima volta, dunque, due nazioni non coinvolte in un conflitto decisero di impegnarsi per soccorrere soldati feriti di Paesi limitrofi.
Enorme fu l’impiego durante la Prima Guerra Mondiale. Circa 12mila uomini vennero dispiegati in più di 200 unità campali. Un numero calato fino a quota 8mila per la Seconda Guerra Mondiale. In questo caso, però, si aggiunsero quasi altrettante Infermiere Volontarie.
Così come ricevette apporto da Francia e Svizzera, allo stesso modo la Croce Rossa Italiana si prestò a soccorrere militari feriti nel secondo dopoguerra. Dalla Corea negli anni ’50 al Congo negli anni ’60.

Sede Croce Rossa Italiana
Sede Croce Rossa Italiana – Fonte: Carlo Dani | Wikipedia CC BY-SA 4.0

I 7 principi

Per quanto i conflitti rappresentino un esempio eclatante, l’intervento della Croce Rossa Italiana non si riduce a tali circostanze. Svariati i soccorsi prestati in caso di calamità pubbliche.
Basti pensare al terremoto di Casamicciola, disastroso, del 1883. Un primo tassello di un mosaico ben più ampio e complesso. Da allora la CRI fu sempre in prima linea in casi del genere. Dal terremoto di Messina del 1908 all’alluvione dell’Arno del 1966, per fare due esempi celebri.
Decennio dopo decennio, si è assistito a una vera e proprio evoluzione della Croce Rossa Italiana, che oggi vanta più di 160mila volontari. Un corpo che trova spazio in più di 1400 sedi sparse per tutto il territorio nazionale.
Guardando al movimento internazionale, la Croce Rossa è divenuta la più grande organizzazione umanitaria del mondo. Ancora oggi si opera nel mondo seguendo sette principi fondamentali. Questi non affondano le radici nel 1800. Sono stati fissati in un periodo ben più recente, il 1965:

  • Umanità
  • Imparzialità
  • Neutralità
  • Indipendenza
  • Unità
  • Universalità
  • Volontariato
Fondazione della Croce Rossa Italiana: una storia lunga più di un secolo ultima modifica: 2021-06-15T09:00:00+02:00 da Luca Incoronato

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