È andato a un italiano, il Premio Nobel per la Fisica 2021: si tratta di Giorgio Parisi, 73 anni, professore ordinario di Fisica teorica alla Sapienza di Roma e ricercatore associato dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
Al centro della sua attività di ricerca, che negli anni gli è valsa numerosi riconoscimenti internazionali, c’è lo studio dei sistemi complessi, che ha condotto alla “scoperta dell’interazione tra il disordine e le fluttuazioni nei sistemi fisici dal livello atomico alla scala planetaria” come riporta la motivazione del Nobel diffusa nel comunicato stampa che stamattina ha annunciato il premio.
Chi è Giorgio Parisi, il nuovo premio Nobel per la Fisica
Romano classe 1948, Parisi si è laureato in Fisica alla Sapienza nel 1970 con una tesi sul bosone di Higgs, avendo come relatore il professor Nicola Cabibbo. Successivamente è entrato come ricercatore prima nel CNR e poi nell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Ha lavorato alla Columbia University di New York, all’Institut des Hautes Études Scientifiques e all’École Normale Supérieure di Parigi. È poi diventato professore ordinario di fisica teorica all’Università di Tor Vergata nel 1981.
Nel 1992 si è trasferito all’Università della Sapienza, e nello stesso anno ha conseguito il primo importante riconoscimento internazionale, la medaglia Boltzmann, assegnatagli pr i suoi “contributi fondamentali alla fisica statistica ed in particolare per aver fornito la soluzione nel campo dei vetri di spin”.
Lo scorso febbraio Giorgio Parisi aveva già ricevuto il prestigioso Premio Wolf per il suo lavoro di ricerca. Attualmente, è l’unico altro italiano, oltre a Carlo Rubbia e Michele Parrinello, a essere membro della National Academy of Sciences degli Stati Uniti d’America.
Si tratta inoltre del quinto italiano a vincere il Nobel per la Fisica, e il primo dal 1984, quando il riconoscimento venne assegnato proprio a Rubbia. I premi Nobel conferiti finora a personalità della scienza e della cultura italiane sono in tutto 20.
Le dichiarazioni dopo il Nobel
“Sono felice. Non me lo aspettavo. Però sapevo che avrebbero potuto esserci delle possibilità”. Queste le parole di Parisi, in collegamento con l’Accademia delle Scienze di Stoccolma, che dal 1901 assegna il premio Nobel per la Fisica. “La ricerca richiede idee originali, libertà, rigorosità, disciplina – ha commentato Maria Cristina Messa, ministra dell’Università e la Ricerca – richiede di saper perseguire i propri scopi con alti e molti bassi, ma dà opportunità e speranza al mondo, soprattutto alle nuove generazioni, insegna a usare metodi che spingono al confronto e consentono di giungere a sintesi utili. Anche questa oggi, è la lezione che ci consegna Giorgio Parisi”.
Un premio in “coabitazione”, per il fisico italiano. Infatti, la medaglia del Nobel di quest’anno sarà condivisa con Syukuro Manabe e Klaus Hasselmann. I due sono celebri per i loro studi sul clima e le responsabilità delle attività umane nel surriscaldamento globale. “È chiaro – ha aggiunto Parisi rivolto ai due colleghi stranieri – che per la generazione futura, dobbiamo agire ora in modo molto rapido contro i cambiamenti climatici”.
“Il grande merito di Parisi – ha detto invece Antonio Zoccoli, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – è stato aver contribuito in modo determinante ai settori cui si è dedicato. Soprattutto lo ha fatto precorrendo i tempi. Della sua genialità fa parte la sua capacità di visione, di anticipare, di capire prima degli altri qual era la direzione da prendere. Ha capito cosa sarebbe diventato rilevante per la ricerca”.
Fonte fotografia in evidenza:Twitter @sapienzaroma