Bingo! È quello che avrà pensato Jay-Z nell’apprendere le nomination per l’edizione 2018 dei Grammy. Ne ha infatti ricevute ben 8, seguito a ruota da Kendick Lamar e Bruno Mars, rispettivamente 7 e 6 nomination. Con 5 nomination poi SZA si conferma come la donna più nominata di quest’anno. La sessantesima edizione degli Oscar della musica si è tenuta al Madison Square Garden di New York il 28 gennaio. A presentare James Corden.

Jay-Z, il re dei Grammy Awards 2018?

Album, canzone e performance dell’anno, miglior canzone rap, miglior album rap e miglior interpretazione rap, miglior video musicale e miglior collaborazione con un’artista rap: queste erano le nomination di Jay-Z, grazie a The story of O.J., 4:44 e Family Feud, in cui collabora con sua moglie Beyonce. Ma, come spesso accade, chi troppo vuole nulla stringe: nonostante le nomination Jay-Z è infatti tornato a casa a mani vuote, sconfitto da Bruno Mars che ha invece portato a casa i tre premi più importanti. Anche Kendick Lamar può considerarsi piuttosto soddisfatto, avendo vinto praticamente tutti i premi della sfera rap. Come è accaduto per Jay-Z anche per Despacito la serata si è rivelata piuttosto deludente.

Esibizione di Bruno Mars

Le donne invece, a quanto pare, quest’anno hanno avuto ben poche possibilità di portarsi a casa uno dei tanto ambiti grammofoni. L’unica categoria in cui erano ben rappresentate era infatti quella dei nuovi artisti, nella quale su cinque nominati tre erano donne. Delle tre Alessia Cara ha poi effettivamente vinto la statuetta. Ma, nelle altre tre categorie maggiori, dei 15 nominati le donne erano soltanto due: Julia Michaels con Issues per la miglior canzone e Lorde per il miglior album con Melodrama. Per dirla alla James Brown questa edizione dei Grammy is a man’s world.

Le esibizioni che hanno animato la serata

Nonostante i protagonisti premiati fossero prevalentemente uomini, molta attenzione durante la serata è stata dedicata a MeToo e TimesUp. Si tratta di due movimenti che combattono rispettivamente le mutilazioni genitali femminili e l’inuguaglianza, le molestie e gli abusi sessuali sul luogo di lavoro. Questi temi sono più che mai attuali, in virtù dei tristemente noti episodi legati al mondo del cinema. Molte delle artiste presenti hanno portato rose bianche come simbolo di sostegno al movimento. Un gruppo di donne composto da Cyndi Lauper, Camila Cabello, Bebe Rexha, Julia Michels, Andra Day e il Resistance Revival Chorus ha cantato Praying insieme a Kesha. Alla serata è intervenuta poi Hillary Clinton, che ha letto dei passaggi di Fire and Fury, il racconto tragicomico del primo anno di presidenza di Trump scritto dal giornalista Michael Wolff.

Kesha durante un'esibizione

Gabriele Ciampi: il giurato che ha rappresentato l’Italia

Ma c’era anche un altro personaggio da tenere d’occhio tra quelli che partecipavano ai Grammy Awards 2018: stiamo parlando di Gabriele Ciampi. Egli era stato selezionato dalla Recording Academy come giurato italiano. Non è stata la prima volta in America per Gabriele, che dopo i Grammy dirigerà anche la Santa Monica Symphony Orchestra a Los Angeles. L’artista però non ha nessuna intenzione di abbandonare l’Italia. «Io mi considero un cervello in prestito, non in fuga – ha infatti dichiarato – sono orgoglioso di essere italiano e spero di tornare qui. Quello che sto facendo è una parentesi, un arricchimento, ma il mio sogno è quello di tornare e dare un contributo al mio Paese».

musica

Ciampi ha continuato auspicando lo stesso sistema della giuria dei Grammy per Sanremo, ed ha speso qualche parola anche in favore dell’impegno di Baglioni: «sta facendo un grande lavoro, perché con l’eliminazione delle cover si torna al Sanremo di una volta. Mi auguro che sia l’inizio di un cambiamento che potrà riguardare anche la giuria e i criteri di selezione dei brani, perché ultimamente si è un po’ persa la qualità della musica italiana a favore dello spettacolo». Il Maestro ha concluso il proprio intervento con quello che allo stesso tempo è un consiglio ed un buon auspicio per la musica italiana. Quest’ultima, come anche i Grammy Awards 2018 dimostrano, vive attualmente una profonda crisi: «Ripartiamo dalle scuole, dallo studio, dalle accademie, dai conservatori: i concorsi arrivano dopo. Ripartiamo dalle giurie tecniche, da selezioni rigide, dalle competenze e da qui a 10 anni potremo tornare nuovamente leader».

Grammy Awards 2018: la 60 edizione degli Oscar della musica ultima modifica: 2018-02-15T09:30:44+01:00 da Mariarosaria Clemente

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