Il Parco archeologico del Colosseo è anche una grande area verde, ricca di vegetazione e fauna. Per valorizzare l’ambiente naturale del parco e dare un contributo all’economia sostenibile nei suoi vari aspetti, da pochi giorni, è stato presentato online il progetto Parco Green. L’iniziativa è partita in concomitanza con la Giornata nazionale del paesaggio.
Progetti e iniziative
Il Parco archeologico del Colosseo non riveste solo grande importanza dal punto di vista storico, ma anche paesaggistico. L’ampia area verde che esso racchiude, si estende per oltre 40 ettari nel cuore di Roma. Qui, alberi secolari si ergono in mezzo alla vegetazione spontanea. In questo ambiente naturale vivono piccoli mammiferi, rettili, uccelli e insetti. Al fine di ridurre l’inquinamento e per conservare l’ecosistema e la biodiversità, sono stati realizzati numerosi progetti e promosse diverse iniziative per la cura di alberi e arbusti, ideate dall’architetto Gabriella Strano.
Barriera antismog
La direttrice del Parco archeologico, Alfonsina Russo, ha spiegato: “Da sempre, ci impegniamo al massimo per proteggerlo e valorizzarlo, dando il nostro contributo alla crescita di un’economia sostenibile in senso più ampio. Vogliamo infondere nel nostro pubblico, e soprattutto nelle nuove generazioni, la consapevolezza che la tutela dell’ambiente è compito di ognuno di noi”. In occasione della Giornata degli alberi 2020, sul versante meridionale del Palatino è stata piantata una “barriera antismog” costituita da arbusti. Questi hanno la capacità di assorbire il particolato e gli inquinanti gassosi pericolosi per l’ambiente e la salute umana.
I “frutti” del Colosseo
Il Parco archeologico del Colosseo è ricco di piante. Fra i numerosi progetti messi in atto per valorizzare l’ambiente naturale e trarne i frutti, rientrano “L’olio del ParCO”, realizzato in collaborazione con Coldiretti; la messa a dimora dell’uva pantastica, un antico vitigno autoctono; il “GRABees – Il Miele di Roma”. Con il primo, si produce l’olio extra vergine di oliva del Palatino, grazie ai circa duecento ulivi presenti nell’area. Il secondo si propone di piantare la cosiddetta uva pantastica nella “Vigna Barberini”, un’area del parco adibita a vigna in epoca rinascimentale.
L’ultimo si basa sull’allevamento delle api e la produzione del miele denominato Ambrosia del Palatino. Coinvolge, invece, la fauna il progetto Spectio, curato da Andrea Schiappelli, che si propone di studiare le abitudini della fauna e dell’avifauna locale.
Il restauro del patrimonio monumentale
Il Parco archeologico del Colosseo custodisce e valorizza alcune tra le più importanti testimonianze archeologiche della storia della civiltà occidentale, dalla fine dell’età del Bronzo all’età contemporanea. Proprio per questo, in esso l’approccio “green” si nota anche nella modalità di manutenzione e restauro del patrimonio architettonico e monumentale. Sono due i progetti di restauro ecosostenibile e coinvolgono grandi monumenti del Foro Romano: l’Arco di Settimio Severo e la Basilica Emilia. Il primo sperimenterà il processo di ristabilimento della coesione delle superfici con bio-consolidamento tramite batteri carbonatogeni. Il secondo sfrutterà l’azione di proteine e di lipidi per rimuovere le patine biologiche dalle superfici senza produrre esalazioni tossiche né rifiuti speciali. Altri progetti, pensati per i più piccoli, sono realizzati dal Servizio Educazione Didattica e Formazione.
Il più visitato in Italia
Il Parco archeologico del Colosseo, che è uno dei siti più visitati al mondo e il primo in Italia, è stato creato come Istituto autonomo MiBACT nel 2017. Esso comprende l’Anfiteatro Flavio, l’area del Foro Romano e del Palatino, la Domus Aurea sul colle Oppio, l’arco di Costantino e la Meta Sudans nella valle del Colosseo.
(Foto: Sito web Parco archeologico del Colosseo)