La potenza dell’informazione, se associata ad una buona strategia di diffusione e comunicazione mediatica, sarebbe tale da iniettare nelle menti di chi legge, o ascolta, conoscenze sufficienti che garantiscano un esercizio adeguato  della propria funzione democratica, all’interno di un contesto nel quale un voto, o la somma di questi, influenzano e determinano la reversibilità degli scenari sociali e politici di un popolo. Tuttavia, ultimamente ci si trova a dover fronteggiare l’altra faccia dell’informazione. Chicche o postille su certuni fatti il cui scopo non è informare; ma disinformare il lettore destinatario della notizia fallace. La domanda che sorge spontanea sarà la seguente; a che scopo diffondere coscientemente una notizia falsa? La ragione è semplice, ed è di carattere economico.

Informazione, disinformazione e bufale

La disinformazione non è nient’altro che l’alter ego dell’informazione. Ma esiste un carattere che li rende simili nell’esercizio della loro diffusione; cioè il tornaconto economico che si trae dalle pubblicità che in esse sono contenute. Da qualche tempo si parla di notizie “bufale”. Notizie che, no, non producono latte per mozzarelle di qualità; ma disinformazioni per menti poco perspicaci nell’afferrarne la poca affidabilità. E queste notizie, all’interno del web, significano per certuni un vero e proprio business da migliaia di euro. Cioè, esistono piattaforme virtuali che producono intenzionalmente notizie fallaci, la cui intestazione dev’essere accuratamente scottante per una certa e immediata diffusione del finto scandalo, poiché grazie al traffico pubblicitario derivante dalla spasmodica condivisione, si trarranno i benefici economici.

Vari siti dei quali diffidare

Recentemente, ad esempio, ha fatto molto discutere una notizia bufala la cui intestazione marcava una presunta affermazione di Gentiloni, neo Primo Ministro italiano. Quest’affermazione scandalosa chiosava “Gentiloni choc: ‘Gli italiani imparino a fare sacrifici e la smettano di lamentarsi”. Questa bufala è stata la notizia più condivisa ultimamente da utenti italiani. Inoltre, questa notizia disinformante ha una fonte. Parlo, per l’appunto, di Liberogiornale.com.

Attualmente il (dis)servizio del sito è stato sospeso dalla società Edinet, società sulla quale il giornalista Paolo Attivissimo, in collaborazione con David Puente, esperto nei tracciamenti online, ha condotto un’inchiesta per svelarne i meccanismi messi in pratica per trarre tornaconti economici dalle bufale. Non solo la suddetta società si configura come gestore e tutore dei siti bufala; ma ne gestisce i procedimenti di macchinazione fallace e trae profitti prima dei sottoposti. Da questa scoperta, tuttavia, sono due i dati emergenti. Il primo, parafrasa l’ambizione, che non conosce vincoli etici, di chi vuole speculare sul disagio sociale; il secondo, racconta un’Italia che ignora l’educazione delle fonti informative. Cioè tutto quel processo necessario, che in tempi avversi quali questi, dovrebbe preoccupare il lettore di accertarsi che le fonti informative con cui quest’ultimo s’interfaccia, siano affidabili o meno.

In conclusione vi si invita a diffidare di qualunque informazione che derivi da siti prodruttrici di bufale come questi: News24tgGazzettadellasera.comlfattoquotidaino.comNews24europa.comNotiziea5stelle.com

 

 

Informazione sul web: siti italiani di bufale ultima modifica: 2016-12-19T19:24:10+01:00 da Carlo Festa

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