Luca Farinotti – scrittore, saggista, docente, due volte finalista Bancarella negli ultimi tre anni – nominato rettore dell’Accademia della Cultura Italiana di italiani.it, ci racconta la genesi del progetto e le sue peculiarità.
Luca, com’è nata la tua collaborazione con la Fondazione italiani.it?
L’incontro con Gerardo Ferlaino è stato folgorante. Ci siamo conosciuti poco più di un anno fa. Davanti a un caffè ha cominciato a spiegarmi il progetto e la rete italiani.it. Mi ha fatto commuovere.
Un progetto complesso, ampio, non facile da comprendere al primo impatto…
Vero, la comprensione dell’insieme dei contenitori it, del loro sistema di correlazione e delle potenzialità infinite di questo progetto richiede qualche tempo perché possa essere compreso e percepito nella sua interezza. Ma ciò che mi è stato immediatamente chiaro è il sentire che muove tutto. Un sentire che italiani.it riassume nel claim “l’Italia nel cuore” ma che io penso sia molto di più. La forza che muove il network e la sua fondazione presuppone un amore che va al di là delle bandiere. Ha in sé un significante universale: parlerei di amore per l’umanità tout court.

L’Accademia è, per l’appunto, uno dei tanti canali attraverso cui italiani.it esprime la propria missione. Come ti sei posto di fronte a questa responsabilità?
Innanzitutto, per me è stato importante che fin da subito questa scuola di italianità continuasse a esprimere la mission della fondazione e il messaggio doveva essere chiarissimo, non poteva essere un’accademia online come le altre. Lo scopo di itAccademia è quello di salvaguardare, promuovere, coordinare, integrare e diffondere la cultura italiana nel mondo nelle sue più elevate espressioni concordemente al principio portante della Fondazione, ovvero la missione di riunire alle proprie radici culturali gli italiani nel mondo, con particolare pertinenza delle comunità generate dai processi di emigrazione. Questo prima di tutto e senza alcun compromesso. Partendo da tale base, abbiamo cominciato a costruire la scuola, progettando i contenuti, i corsi da proporre e selezionando i docenti.
Raccontaci questo percorso…
All’inizio ci siamo chiesti, posto il principio irremovibile di cui sopra, quali fossero le promesse che l’Accademia avrebbe potuto e dovuto fare ai nostri fruitori. La prima promessa è la cultura, per tutti e di tutti, ai più alti livelli, nelle sue svariate forme. In particolare, la lingua. E su questo siamo stati davvero intransigenti. A partire dalla scelta dei docenti che abbiamo selezionato utilizzando criteri rigidissimi: il nostro insegnante ideale ha una laurea in Lettere, possibilmente col massimo dei voti, un Master in Cultura, Multicultura e Immigrazione e un Master in lingua e cultura spagnola. È esperto in sociologia e deve avere un’esperienza come professore di Italiano in istituti all’estero. Perché, per poter trasmettere una lingua con la qualità che intendiamo noi, bisogna conoscere la cultura dei popoli a cui ci si rivolge, il loro modo di essere, le loro abitudini e, perché no, avere nozioni di sociologia per poter stabilire più facilmente un contatto empatico.
E siete riusciti a ingaggiare questi profili?
È stata un’impresa laboriosa ma ora abbiamo insegnanti che rispondono proprio a detti parametri. Questo è uno dei motivi per cui ritengo l’Accademia una scuola speciale, diversa dalle altre.

E gli altri motivi?
Proseguendo nel percorso, abbiamo voluto che le nostre promesse si trasformassero in una missione da portare a termine a qualsiasi costo: le borse di studio che abbiamo previsto rappresentano il progetto che ci sta più a cuore. La Fondazione ha iniziato la propria attività concedendo becas in America Latina. Ora, con l’Accademia, questo progetto può diventare ancora più grande, una òla ininterrotta nel grande stadio del mondo. Continueremo a finanziare borse di studio con le nostre forze, come in precedenza, ma ora, con la diffusione dell’Accademia nel mondo, chiunque voglia può finanziare una o più borse di studio per i propri connazionali in qualunque parte del pianeta. Le nostre porte sono aperte a tutti: filantropi, mecenati, semplici cittadini, aziende, enti, istituzioni. Il nostro sogno è quello di concedere migliaia di borse di studio: vogliamo intitolare ciascuna borsa associata a uno studente al suo benefattore. Vogliamo sentire crescere un’onda di energia positiva, fatta di solidarietà e gratitudine, che possa coinvolgere quante più persone possibile.
Poi ci sono le altre promesse. Il Talento, a cui abbiamo associato un’area didattica dedicata ai mestieri e all’alto artigianato italiano. Vogliamo essere i custodi di tradizioni in estinzione e trasmetterle attraverso i loro depositari generando possibilità di lavoro. Al sentimento di Condivisione e la Partecipazione che ci muove abbiamo voluto associare un’area didattica dedicata al Racconto, alla narrazione, alla scuola di scrittura. È attraverso il racconto che le persone possono ritrovarsi, unirsi e condividere le loro storie anche se separati da grandi distanze. L’unicità della nostra area dedicata alla scrittura sta nella promessa della pubblicazione, nella possibilità di far conoscere la propria storia al mondo e di conoscere le altre storie da tutto il mondo. La cucina, la nostra passione, poi l’Arte, il Paesaggio e l’Immagine; la Terra, la Tecnologia e la Scienza rappresentano le altre aree in cui ci siamo impegnati a declinare la nostra promessa attraverso la produzione di corsi innovativi, unici e tenuti dai più autorevoli rappresentanti italiani di ciascuno di questi settori. Non abbiamo fretta, stiamo producendo questi corsi uno alla volta e soltanto dopo averli meditati profondamente. itAccademia non è un progetto a termine; è stata pensata per durare per sempre. Bisogna approcciarsi ad essa in quest’ottica.

Essere qui e ora, all’inizio di questa grande avventura, è emozionante per noi di italiani.it…
Bisogna saper vivere questi momenti. Oggi scivola via tutto così facilmente. Le persone che hanno partecipato alla creazione di questo progetto forse non potranno mai rendersi conto fino in fondo di ciò che hanno fatto. Vorrei che tutti si fermassero un istante a godere di questo momento, fissandolo nella memoria: la famiglia Ferlaino che, oltre a Gerardo e a Paola Stranges, il cui sorriso costante è l’immagine del network, ha in Emanuele e Daniele le colonne portanti del futuro. Poi i tecnici fortissimi come Luigi Zurzolo, vero e proprio ingegnere di italiani.it. Il mio team in Italia che ha trascorso notti intere in brainstorming e discussioni: Filippo Mazzieri e Andrea “Percy” Ampollini che sono stati determinanti con la loro collaborazione. Abbiamo avuto il privilegio di utilizzare le immagini di Fabio Furlotti, fotografo destinatario di tutta la mia ammirazione. Infine, i responsabili it sparsi nel mondo, i coordinatori e le coordinatrici, i blogger, i giornalisti, tutta la rete. Fermiamoci un momento a guardare, per poi ripartire. Sarà una grande avventura.