Archeologia e fondali da sogno presso l’Isola di Filicudi

Esaminando ad una ad una le isole delle Eolie, è difficile stilare una classifica in ordine di bellezza. Ognuna ha il suo fascino e, volendo trascorrere un soggiorno più o meno breve a queste latitudini, c’è davvero l’imbarazzo della scelta.

Vi sollevo dal dilemma puntando su una per raccontarle tutte: l’Isola di Filicudi.

Isola di Filicudi è la penultima di “sette sorelle” di origine vulcanica

L’Isola di Filicudi è la penultima di “sette sorelle” di origine vulcanica
Archeologia e fondali da sogno presso l’Isola di Filicudi

L’Isola di Filicudi può essere raggiunta con collegamenti in nave ed aliscafo da Palermo e Milazzo. Durante il periodo estivo le corse sono quasi sempre congestionate. E sarà bene munirsi di prenotazione se la vostra vacanza coincide con i giorni più “caldi”, a ridosso delle festività.

A meno che non ci siano imprevisti, legati per lo più ai venti di tramontana e grecale, lo scalo d’attracco sarà quello di Filicudi Porto. Poche case in schiera disseminate sulla linea di costa accolgono il turista appena arrivato. C’è solo l’essenziale ma non serve altro: un bar, un albergo, il benzinaio e l’agenzia per i biglietti di ritorno.

La sagoma del maestoso panettone di Capo Graziano ospita quanto rimane di un villaggio preistorico risalente al Neolitico. Sugli scogli sono ancora ben visibili le macine, grosse forme ovali usate per la lavorazione della farina. Nel corso dei vari scavi archeologici eseguiti per conto della Sovrintendenza, sono stati rinvenuti alcuni oggetti in ceramica di stile proto-miceneo, posti all’interno delle capanne. Testimonianza del fatto che questo piccolo avamposto era ancora abitato fino al 1430 a.C.

Le “punte” dell’Isola di Filicudi offrono uno scenario da sogno

Le “punte” dell’Isola di Filicudi offrono uno scenario da sogno
La discesa di Pecorini Mare

Le “Punte”, nome con cui gli isolani identificano la lingua di roccia alla base del promontorio di Capo Graziano, offrono uno scenario da sogno per chi intende fare un bagno o un’immersione con bombole o in apnea.

La zona ad Est soggetta a delle limitazioni, dovute alla presenza di un relitto di età Greca posto ad una profondità di 45 metri e di una nave risalente al V secolo a.C.

Addentrandosi tra i tornanti dell’unica strada asfaltata presente sull’isola di Filicudi, si arriva alla discesa di Pecorini Mare. Uno stupendo borgo di pescatori, con poche abitazioni ed un porto davvero striminzito, che ospita nella stagione estiva un campo boe per barche a vela ed unità da diporto di medie dimensioni. Qui si può affittare un natante in legno e fare il giro dell’isola, anche senza accompagnatore.

Percorrendo la costa verso nord-est, si attraversano le calette più affascinanti. La grotta del blu marino, i valloni sciarosi che guardano verso Alicudi, lo Scoglio della Fortuna sormontato dai terrazzamenti dei “siccagni”. E la stupenda Secca della Canna, preceduta dallo scoglio affiorante di Montenassari. Si tratta di un posto davvero magico, a circa 4 miglia da Pecorini.

Isola di Filicudi: perla selvaggia delle Eolie ultima modifica: 2017-08-12T15:45:16+02:00 da Rossana Nardacci

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