La legge sullo “ius soli” è in discussione al Senato tra i “no” dell’opposizione
Un milione di stranieri diventeranno Italiani. La cittadinanza sarà assegnata ai bambini che frequentano la scuola nel nostro Paese.
Lo “ius soli” ha una valenza sociale non di poco conto
Lo “ius soli” è una legge sulla cittadinanza, approvata dalla Camera alla fine del 2015. E da allora è in attesa di essere esaminata dal Senato. La norma espande i criteri per ottenere la cittadinanza italiana. Riguarda soprattutto i bambini nati in Italia da genitori stranieri o arrivati nel nostro Paese da piccoli.
Secondo uno studio della Fondazione Leone Moressa su dati Istat, al momento in Italia ci sono circa un milione e sessantacinquemila minori stranieri. Moltissimi figli di genitori da tempo residenti nel Paese.
I due nuovi criteri dello “ius soli”
La nuova norma introdurrebbe due nuovi criteri per ottenere lo status prima dei 18 anni. Lo “ius soli temperato”, diritto legato al territorio” e lo “ius culturae”, diritto legato all’istruzione.
Lo “ius soli” puro prevede invece che chi nasce nel territorio di un certo Stato ottenga automaticamente la cittadinanza. Come succede, ad esempio negli Stati Uniti. Ma non è previsto in nessuno Stato dell’Unione Europea.
Il “temperato”, previsto nel disegno di legge presentato al Senato, prevede che un bambino nato qui diventi automaticamente italiano se almeno uno dei due genitori si trova legalmente in Italia da almeno cinque anni.
L’altra strada per ottenere la cittadinanza è lo “ius culturae”. Esso passa attraverso il sistema scolastico. Potranno richiedere lo status italiano i minori stranieri nati nel nostro Paese o arrivati entro i 12 anni che abbiano frequentato le scuole in Italia per almeno 5 anni.
Lo “ius sanguinis”
Da circa 13 anni si discute di una riforma in materia di cittadinanza. L’obiettivo è modificare l’attuale legge, la 91 del 1992, che prevede lo “ius sanguinis”.
La cittadinanza italiana viene trasmessa solo dai genitori ai figli.
Il cittadino straniero nato in Italia oggi ha diritto alla cittadinanza solo se, una volta maggiorenne, dichiari entro un anno di volerla acquisire. E fino a quel momento abbia risieduto nel Paese “legalmente ed ininterrottamente”.
Lo “ius soli” è sostenuta dal Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Contrarie Lega e Forza Italia.