La Sicilia: un’isola da fiction

Le serie più popolari di Raiuno, Il Commissario Maltese ed Il Commissario Montalbano, sono ambientate nella Sicilia, diventata una vera e propria isola da fiction.

Alla scoperta della Sicilia dei Commissari

Il Commissario Maltese, miniserie con Kim Rossi Stuart, è ambientata tra Trapani e Palermo. Essa si ispira ai delitti di mafia del 1978.

Quali sono i viaggi e gli assaggi di Maltese?

  • San Vito Lo Capo. Che sogno! Le “Maldive” della Sicilia hanno tre km di spiaggia sabbiosa e scogliere a picco sul mare. Rinomata località balneare della Sicilia e considerata tra le migliori d’Italia. Sul suo territorio è compresa la parte più occidentale della Riserva dello Zingaro. Nucleo generatore di San Vito Lo Capo è l’attuale Santuario, antica fortezza che nell’arco dei secoli ha subìto numerosi interventi edilizi. La prima costruzione, realizzata intorno al Trecento, fu una piccola cappella dedicata a San Vito Martire, patrono del borgo marinaro.
  • La Tonnara di Favignana. Ufficialmente denominata Ex Stabilimento Florio delle tonnare di Favignana e Formica, è una antica tonnara,con annesso stabilimento per la conservazione del pescato, sita a Favignana nelle Isole Egadi. Con i suoi 32 mila metri quadri, di cui 3/4 coperti, è una delle più grandi tonnare del Mediterraneo. I racconti dei vecchi pescatori di tonni, che oggi fanno da guida e ricordano gli anni delle mattanze, sono commoventi. Al suo interno uno spazio è destinato al Museo con sale multimediali, testimonianze video legate alla mattanza e alla tonnara. Ed inoltre filmati storici concessi dall’Istituto Luce.

Alla scoperta della Sicilia dei Commissari

  • Segesta. Antica città, non più abitata, fondata dagli Elimi e situata nella parte nord-occidentale della Sicilia, in provincia di Trapani. La vecchia città sorge sul Monte Barbaro, nel comune di Calatafimi Segesta a circa 15 chilometri da Alcamo e da Castellammare del Golfo. L’area archeologica di Segesta, divenuta Parco Archeologico nel 2013, comprende diversi siti. L’area, dagli anni novanta, è stata enormemente rivalutata grazie a numerose scoperte che hanno riguardato le rovine dell’antica città elima. L’imponente tempio dorico costruito nel V secolo a.C. è tra i più belli e meglio conservati al mondo.
  • U pani c’a meusa. Il pane con la milza di vitello è un cibo ebraico palermitano risalente al Medioevo. Maltese lo mangia schietto (celibe, ovvero semplice). Ma esiste anche maritato, sposato. Condito con ricotta e provola.

Posti e gusti di Montalbano

La Valle dei Templi

Il Commissario Montalbano, fiction prodotta sempre da Palomar, il cui protagonista è interpretato da Luca Zingaretti, è sempre ambientata in posti magici della nostra Sicilia.

  • Punta secca. Piccolo borgo marinaro, frazione diSanta Croce Camerina in provincia di Ragusa, in Sicilia. La gente del posto la chiama “a sicca” (la secca) probabilmente per la presenza di una piccola formazione di scogli di fronte alla spiaggia di levante, appunto una “secca”. Grazie alla casa di Montalbano ed alla sua splendida terrazza, il borgo marinaro di Santa Croce Camerina è famosissimo. Ospita il ristorante preferito dal Commissario. Nei dintorni meritano un bagno anche le spiagge di Caucana, Casuzze e Punta Braccetto.
  • La Valle dei Templi. Da quest’anno set della fiction è il Parco Archeologico più grande del mondo. Esso si estende per circa 1.300 ettari. Dell’antica città greca di Akragas, oggi Agrigento, conserva splendidi templi come quello della Concordia, sorto nel 430 a.C. ed usato come Basilica Cristiana tra il 590 ed il 1790.
  • La Fornace Penna. Meravigliosa da visitare! Era una fabbrica di mattoni costruita tra il 1909 ed il 1912, a picco sul mare sulla scogliera Pisciotto, a Scicli (RG). Nella serie è la malfamata tonnara Mànnara.
  • Gli arancini di Montalbano. Essi danno il nome ad un racconto di Camilleri. Sono fatti a punta come da tradizione gastronomica della Sicilia Orientale.

- Gli arancini di Montalbano.

La Sicilia è una ma i dialetti sono tanti quanti sono i capoluoghi

Kim Rossi Stuart e Luca Zingaretti sono nati a Roma ma per sembrare siciliani parlano con una certa cadenza. Maltese usa quella di Trapani e Palermo. Montalbano trae spunto dalla lingua letteraria agrigentina di Andrea Camilleri. Con il risultato che sembrano dialetti diversi. Ed è così anche nella realtà. La Sicilia è un’unica terra ma i dialetti sono tanti. Vediamone alcuni.

A Palermo pacchione vuol dire grasso (dal greco pachiùs, grosso). A Catania invece significa “figo”.

Abbuffarsi è un verbo siciliano entrano nello Zingarelli nel 1959. Viene da boffa (rospo) e vuol dire riempirsi la gola, appunto, come un rospo. A Ragusa però la boffetta è un rospetto? No, è un tavolino!

Ad Ovest bussare si pronuncia tuppuliare, ad Est tucculiare.

La parola vastedda (pagnotta) viene usata in tutta la Regione e deriva dal normanno Wastel.

Mentre azzizzarisi ovvero agghindarsi (deriva da aziz, che vuol dire “splendido” in arabo), si dice solo nella Capitale.

La Sicilia: una terra unica al mondo con due anime da scoprire ultima modifica: 2017-05-26T07:13:56+02:00 da Rossana Nardacci

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