La stanza degli abbracci è una camera delle emozioni, che accorcia le distanze consentendo ai malati di Covid-19 e ai loro familiari di stringersi nuovamente in un abbraccio. Un abbraccio sicuro, senza rischi di contagio. L’idea, nata nella Rsa “Domenico Sartor” di Castelfranco Veneto, nel Trevigiano, è già stata apprezzata e condivisa da altre residenze sanitarie assistenziali.

box, Laurignano

Uno speciale box

La stanza degli abbracci è uno speciale box in plastica trasparente dotato di due fori in cui è possibile inserire le braccia. Pazienti e familiari, protetti da un camice e dai guanti, possono, attraverso questa barriera protettiva, stringersi le mani e abbracciarsi, accorciando le distanze imposte dalle norme anti-Covid. Ed è una grande emozione per tutti potersi finalmente sfiorare dopo una lunga separazione e sentire di nuovo il calore dei propri cari. Un grande conforto, soprattutto per gli anziani ricoverati da tempo nelle Case di riposo. Quegli stessi anziani che per mesi sono rimasti forzatamente in balia della solitudine e vittime della depressione. La stanza è denominata anche delle “emozioni senza confini”.

Un’idea condivisa da nord a sud

L’idea si è già diffusa da nord a sud. Nella Rsa “Sacro Cuore” di Brugnato (La Spezia), ad esempio, gli abbracci sono consentiti da una tenda gonfiabile con al centro una parete di plastica rigida. In essa si innestano due maniche di morbido velo per inserire le braccia. La stanza è stata collocata su un’uscita della casa di riposo. Il direttore sanitario della struttura, Roberto Spadoni, ha spiegato l’importanza del contatto fisico, soprattutto in un periodo di distanziamento sociale forzato, come quello attuale. “Le sole medicine – ha detto – non sono in grado di curare tutto, c’è una parte legata alla psiche, ai ricordi, agli affetti che è fondamentale”. Anche la Residenza “Anna Maria” di Ivrea ha seguito l’esempio.

La stanza degli abbracci a Laurignano

Anche Cosenza ha voluto la stanza degli abbracci

Al Sud, la stanza degli abbracci è arrivata a Laurignano (Cosenza), nella casa di cura “Madonna della Catena” accreditata col Sistema Sanitario Nazionale per la riabilitazione intensiva, estensiva e per gravi celebrolesi. Di questa bella opportunità per pazienti e famiglie, ha parlato Giancarlo Greco, responsabile de iGreco Ospedali Riuniti. “Le immagini e le testimonianze di questi mesi – ha detto – ci hanno mostrato la solitudine e l’impotenza di malati e congiunti di fronte al muro che il virus ha costruito intorno a sè. Abbiamo voluto introdurre nella struttura questo angolo speciale, per far superare e rendere meno invalicabile questa barriera e mettere le famiglie nelle condizioni di potersi guardare negli occhi ed abbracciarsi, a centimetro zero. Riteniamo che la cura delle emozioni – ha concluso il responsabile – valga molto nel percorso della riabilitazione e che aprire alle visite, dopo tanto tempo di chiusura, possa rappresentare un momento importante. Pensiamo alle persone anziane, in particolare, a quanti hanno avuto un ictus o hanno subito un intervento ortopedico”.

abbraccio

Un’intuizione geniale

La stanza degli abbracci è veramente un’intuizione geniale, un’idea che – ne siamo certi – sarà copiata ovunque. Perché mai come adesso, il contatto fisico diventa indispensabile per i pazienti che combattono contro il virus. L’abbraccio ha il potere di avvicinare il corpo e la mente delle persone, trasmettendo calore e affetto. Anche quando, come in questo caso, sono “foderati di prudenza”, gli abbracci producono un effetto straordinario e salvifico. Allora, ben vengano le stanze degli abbracci, porte aperte alle emozioni.

La stanza degli abbracci, per riavvicinare i malati di Covid-19 e i loro familiari ultima modifica: 2020-12-03T19:51:49+01:00 da Antonietta Malito

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