La vita riserva a volte delle svolte impreviste. Se sei un ingegnere sempre vissuto a Milano, che ha studiato al Politecnico meneghino e si è sposato con una ragazza sarda, ma mettendo su famiglia a Lodi, non ti aspetti certo di ritrovarti a vivere nel deserto meno di 10 anni dopo. Eppure succede. Questa è la storia di Francesco, che oggi si ritrova a lavorare in Arabia Saudita contro ogni sua aspettativa.

lavorare in Arabia Saudita
Dove vive oggi Francesco ci sono piscina, supermercato e servizi. Tutti all’interno del compound.

Lavorare in Arabia Saudita: il primo trasferimento

Sei nato e vissuto a Milano, cosa ti ha spinto a partire?

Ho studiato ingegneria elettrica. Dopo la laurea ho subito trovato lavoro nel settore oil&gas. Molti progetti si svolgono però all’estero e ho avuto l’opportunità di spostarmi dall’Italia nel 2010. Avrebbero dovuto essere solo tre mesi in Gran Bretagna e poi un anno in Turkmenistan. I lavori sono andati a rilento, i tre mesi sono diventati dodici e alla fine ho deciso di stabilirmi in Gran Bretagna, cercarmi un lavoro più stabile e far venire la mia famiglia.

Tua moglie e tua figlia.

Sì, avevamo vissuto separati e ci siamo riuniti. La bimba aveva tre anni all’epoca. La Gran Bretagna mi ha subito affascinato. Sono stato colpito dalle tantissime opportunità che offriva. Mi sono fatto molti amici. Purtroppo ora lì si vive nell’incertezza di cosa sarà la Brexit, anche se per me il referendum è stato una farsa. Non solo perché la campagna che lo ha preceduto è stata basata sulle menzogne, ma anche perché, facendo i conti di chi è andato a votare e del risultato, solo il 27% degli aventi diritto ha votato per uscire dall’Unione Europea. Il 27% degli aventi diritto al voto in un referendum solo consultivo non è la volontà del popolo. Non è stato un processo democratico.

Lavorare in Arabia Saudita: un avventura nel deserto

Adesso siete di nuovo separati, cosa è successo?

A dicembre dello scorso anno le cose sono cambiate di nuovo. Il settore sta vivendo una forte deflessione e le aziende spostano le attività e i progetti dove costa meno. Quella per cui lavoravo fino a pochi mesi fa aveva come meta la Thailandia. Non avevo però intenzione di andare così lontano, per cui ho cercato un’altra sistemazione.

L’Arabia Saudita è una mecca per gli expat.

Qui sono molto selettivi. Nel mio caso cercavano una figura con molta esperienza ma sotto i 50 anni. Per me era una grande occasione, ma per ottenere il lavoro ho dovuto superare una selezione dura. Una volta che sei assunto hai però moltissimi incentivi, come l’appartamento pagato, in cui ti vengono fatte le pulizie e persono lavato il bucato, ma anche – e soprattutto – l’assenza di tasse sul lavoro dipendente.

lavorare in Arabia Saudita
Grandi contrasti: grattacieli ed edifici moderni accanto al deserto.

Lavorare in Arabia Saudita: immergersi in una cultura diversa

Come si vive in un Paese così diverso da qualsiasi Stato che abbia una cultura di tipo occidentale?

In Arabia Saudita si vive bene. Non è un luogo turistico come il vicino Barhein, ma un Paese in cui la vita ruota attorno alla religione. Tutto si ferma, letteralmente, per le cinque preghiere quotidiane, inclusi i negozi che chiudono proprio la serranda. Anche il venerdì, che è il giorno sacro dei musulmani, è rispettato da tutti: fino alle tre del pomeriggio i locali si dedicano alla preghiera, al riposo e alla famiglia, per le strade non si trova nessuno, tutti gli esercizi commerciali sono chiusi e non girano nemmeno i mezzi pubblici.

Lavorare in Arabia Saudita: le differenze

In cosa è cambiata la tua vita da quanto sei lì?

Qui si inizia a lavorare alle 7 del mattino e si finisce alle 5.30. Praticamente tutta la giornata è dedicata al lavoro. Un ritmo diverso da quello cui ero abituato in Gran Bretagna, dove se andavo in ufficio presto era per avere alcune preziose ore di pace per lavorare tranquillo. L’altra grande differenza è che vivo in un compound, una sorta di villaggio chiuso e controllato da guardie private con il supporto dell’esercito per garantire la sicurezza degli occidentali che ci sono all’interno.

Il mio compound ospita circa 500 abitazioni, tra appartamenti come il mio, un monolocale destinato a chi viene qui da solo, e case indipendenti e villette per le famiglie. Non serve nemmeno uscire da qui, c’è tutto. La piscina, il supermercato, i servizi. Se vai fuori c’è il mare e la possibilità di fare passeggiate. Ma se cerchi qualcosa che assomigli al modello di vita occidentale devi spostarti e arrivare fino in Barhein, che è a mezz’ora di macchina.

Ovviamente poi c’è la lontananza dalla famiglia. Torno ogni tre mesi circa. Cerco di far coincidere le mie vacanze con gli half term della bambina (ndR, l’half term è una settimana di pausa dalla scuola all’interno del quadrimestre). Ho 24 giorni di ferie, devo usarle al meglio per poter trascorrere un po’ di tempo a casa.

Per saperne di più degli italiani che emigrano all’estero, leggi anche qui.

Lavorare in Arabia Saudita: la storia di Francesco, da Milano, passando per l’Inghilterra, fino al deserto ultima modifica: 2017-04-05T07:36:36+02:00 da Giulia Gagliardi

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