Chissà cosa ne penserebbe Dante Alighieri, il Sommo Poeta, il padre della Lingua italiana delle dispute nate in questi anni sull’utilizzo o meno delle parole maschili declinate al femminile. Chissà se sarebbe d’accordo con l’uso di ministra, sindaca, direttora nel segno di quel politically correct, a cui molti ci stiamo ormai abituando. Chiederselo è lecito perché in questi ultimi mesi, parlando di linguaggio inclusivo, sta diventando di uso comune, almeno nello scritto, l’utilizzo dello schwa “ə” al posto della desinenza maschile per definire un gruppo misto di persone. Ora che la società debba adeguarsi ai tempi che cambiano è giusto. Ma che si debba adeguare anche la lingua, lascia alquanto perplessi. Per questo ci sono i favorevoli e i contrari all’uso dello schwa. L’italiano deve essere una lingua più inclusiva e meno legata al predominio del genere maschile?

Con lo schwa l'italiano più inclusivo
La lingua si adegua ai tempi. Immagine tratta dalla pagina Facebook Linguaggio inclusivo

Cos’è lo schwa e da dove deriva il suo uso

Chiediamoci intanto cos’è questo simbolo. Lo schwa si trova nell’alfabeto fonetico internazionale. Molti linguisti e studiosi lo conoscono bene. Infatti l’alfabeto fonetico internazionale è il sistema che permette la corretta pronuncia delle migliaia di lingue scritte che esistono. Un suo utilizzo, quindi, sarebbe comprensibile a tutti per un linguaggio più inclusivo: graficamente, suggerisce qualcuno, assomiglia ad una forma intermedia tra una “a” e una “o”, frequentemente utilizzati per il genere femminile e per quello maschile. Altre soluzioni sarebbero l’utilizzo di una x, o persino di un asterisco.

Nulla da eccepire su questo, assolutamente. Ma immaginiamo di dover scrivere una lettera a qualcuno, o fare un discorso pubblico. Per non offendere nessuno o destare perplessità saremmo costretti a scrivere Buongiorno a tutt*, oppure a tuttu, a tuttx, o per ultimo a tuttə. E nel linguaggio parlato? Come fare a pronunciare la giusta vocale? Già in molte trasmissioni televisive c’è chi prova ad adeguarsi a questa nuova inclinazione. Nell’imbarazzo, c’è da dire, di chi non sa bene quale pronuncia dare allo schwa.

L'uso dello schwa nel linguaggio
Maschile o femminile nelle parole: una disputa aperta. Fonte foto Pixabay

Anche la tecnologia si adegua, l’uso del simbolo “ə” negli smartphone

Nel frattempo poi anche la tecnologia fa passi in avanti. Infatti nei giorni scorsi il nuovo sistema Android si è adeguato. Chi possiede un iPhone  potrà tranquillamente scegliere di utilizzare, scrivendo un messaggio, il simbolo ə, qualora lo ritenga più rispettoso verso il suo interlocutore. Ma cosa fare nell’italiano ufficiale, in quello scolastico? Si può ipotizzare che anche i piccoli che iniziano a leggere e a scrivere imparino un linguaggio più inclusivo? Chissà? Ancora i grandi studiosi della lingua italiana non si sono espressi. E chissà se lo faranno. Né noi vogliamo che si prenda una posizione precisa. Ci limitiamo a raccontare cosa accade in Italia, per noi che amiamo tanto difendere l’italianità.

L'uso del simbolo dello schwa
Il Comune di Castelfranco Emilia tra i primi ad usare il nuovo simbolo. Immagine tratta dalla pagina Facebook del Comune

E allora ci sembra giusto riportare qui le parole dell’amministrazione di un Comune in provincia di Modena Castelfranco Emilia, tra i primi, sui social, ad utilizzare questo nuovo simbolo. “Il rispetto e la valorizzazione delle differenze sono principi fondamentali della nostra comunità e il linguaggio che utilizziamo quotidianamente dovrebbe rispecchiare tali principi. Ecco perché abbiamo deciso di adottare un linguaggio più inclusivo: al maschile universale sostituiremo la schwa, una desinenza neutra. Questo non significa stravolgere la nostra lingua o le nostre abitudini, significa fare un esercizio di cura e attenzione verso tutte le persone, in modo che si sentano ugualmente rappresentate. È un passo importante verso uno dei nostri obiettivi: una società e una comunità inclusiva, equa e coesa!

A voi quindi la scelta.

Lo schwa, un linguaggio più inclusivo anche in italiano ultima modifica: 2021-10-02T09:00:00+02:00 da Federica Puglisi

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