“Mantenere la pace e la sicurezza internazionale e, a questo fine, prendere efficaci misure collettive per prevenire e rimuovere le minacce alla pace”.

Così recita il primo articolo della Carta delle Nazioni Unite, l’organizzazione internazionale nata nel 1945 sulle ceneri della seconda guerra mondiale con il proposito di difendere la pace mondiale.
Dopo il conflitto infatti, il trauma della terribile tragedia vissuta dall’umanità incoraggiò la volontà di tutti gli Stati di rifondare l’intero sistema internazionale su basi diverse, capaci di tutelare per sempre il mondo da altre follie. Da un lato, si cercava di chiudere i conti con il passato: era un tentativo difficile, non privo di contraddizioni e veri e propri drammi. L’evento più eclatante a questo proposito fu il processo di Norimberga, tenutosi tra il novembre del 1945 e l’ottobre del 1946, destinato a lasciare un segno indelebile nella coscienza dei popoli e nella giurisprudenza internazionale.

ONU: come nascono le nazioni Unite?

Il primo documento che secondo alcuni storici può essere considerato l’avvio delle Nazioni Unite è la Carta Atlantica redatta da Stati Uniti e Regno Unito nell’agosto del 1941, circa due anni dopo l’inizio della Seconda guerra mondiale. Pochi mesi dopo i contenuti di quella prima Dichiarazione furono ripetuti nella Dichiarazione delle Nazioni Unite, un documento firmato dalle principali potenze in guerra contro l’Asse, cioè Stati Uniti, Regno Unito, Russia e Cina, più altri 26 paesi. Fu la prima volta in cui si citò il termine “Nazioni Unite”, che per tutta la guerra sarebbe stato spesso usato per indicare quelli che oggi si identificano come “gli alleati”. Le nuove regole di convivenza furono poi formalizzate durante la Conferenza di San Francisco con la nascita, il 26 giugno 1945, dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu).

ONU - Conferenza per la formazione dell'Onu - San Francisco 26 giugno 1945
Conferenza per la formazione dell’Onu – San Francisco 26 giugno 1945

L’Onu si proponeva di sostituire la precedente Società delle Nazioni, un’organizzazione simile creata 25 anni prima, che aveva completamente fallito il suo principale obiettivo: impedire l’inizio di una nuova guerra mondiale; infatti le ambizioni e le rivalità dei singoli stati si erano dimostrati ostacoli troppo difficili da superare, e il fatto che gli Stati Uniti, i principali promotori della Società delle Nazioni, avessero deciso di non entrare a farne parte tolse all’organizzazione gran parte delle possibilità che aveva di influenzare i paesi membri. Ne ereditava comunque gran parte dei princìpi guida, a partire da quello dell’eguaglianza delle nazioni, tutte con diritto di voto nell’Assemblea Generale, massimo organo deliberante dell’Onu.
Come contrappeso veniva creato il Consiglio di Sicurezza, le cui decisioni erano vincolanti su questioni fondamentali, quali le modifiche allo statuto, l’adesione di nuovi Stati e alcuni interventi di particolare rilievo, per esempio azioni militari. Lo componevano quindici membri, dieci eletti a turno tra tutti gli Stati, cinque permanenti – Usa, Urss, Gran Bretagna, Francia e, a partire dal 1971, la Cina in sostituzione di Taiwan – dotati di diritto di veto, un diritto di cui soprattutto Urss e Usa fecero uso così ampio da diventare un potente freno all’attività dell’Onu. Al pari della Società delle Nazioni, anche l’Onu si sarebbe perciò trovata troppo spesso inadempiente rispetto ai due obiettivi che si era proposta: «salvare le generazioni future dal flagello della guerra» e «promuovere il progresso economico e sociale di tutti i popoli».

Principi ispiratori dell’Onu

La dichiarazione conteneva una serie di principi che sarebbero considerati ambiziosi ed idealisti anche al giorno d’oggi. La guerra, era scritto, non avrebbe dovuto portare ad allargamenti territoriali per nessuno dei belligeranti, alla fine delle ostilità i popoli avrebbero avuto diritto all’autodeterminazione e i loro diritti umani e politici avrebbero dovuto essere rispettati. Le dichiarazioni avevano altri contenuti, come ad esempio l’impegno a combattere contro Germania, Giappone e Italia senza firmare accordi separati, stabilendo che non ci sarebbe dovuta essere alcuna pace separata fino alla vittoria.
Nelle dichiarazioni c’era anche una considerevole dose di ipocrisia da parte di molti dei contraenti. Il Regno Unito, ad esempio, possedeva colonie in quasi un terzo del mondo e aveva sotto di sé decine di popoli a cui non era mai stato chiesto cosa pensassero del governo britannico. L’Unione Sovietica aveva milioni di cittadini imprigionati nei gulag e stava procedendo proprio in quegli anni a spostare milioni di suoi cittadini di etnie ritenute “infedeli” da un angolo all’altro del paese.

Onu - sede centrale di New York
Assemblea dell’Onu nella sede centrale di New York

Obiettivi raggiunti e mancati

Tuttavia sono passati 73 anni e finora non si è mai arrivati a una terza guerra mondiale. Un altro conflitto mondiale avrebbe potuto essere anche più devastante dei primi due, considerata la corsa agli armamenti nucleari durante e dopo la Guerra Fredda. Con gli anni le sue competenze si sono allargate, dagli sforzi contro la diffusione di epidemie a quelli per limitare la malnutrizione e le discriminazioni. Le attività dell’ONU hanno anche fallito: ad esempio, nel 1994 le forze di pace delle Nazioni Unite non riuscirono a impedire il genocidio di quasi un milione di persone in Ruanda.
L’ONU ha ottenuto anche grandi successi, come l’eradicazione del vaiolo nel 1980. Negli ultimi anni l’Organizzazione Mondiale della Sanità, una delle agenzie che fanno parte dell’ONU, è arrivata a un passo dall’eradicazione della poliomielite. Oggi si discute molto di quale sarà il futuro dell’ONU, di quale sia stato il suo contributo nel passato e di come può essere riformata l’organizzazione per renderla più efficiente. Quello che è certo è che senza le Nazioni Unite gli ultimi 73 anni sarebbero stati un periodo molto diverso.

L’ONU compie 73 anni ultima modifica: 2018-06-26T09:00:56+02:00 da Maria Elena Saporito

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