Domenica Rita Adriana Bertè, in arte Mia Martini, nasce a Bagnara Calabra nel 1947 e inizia a cantare già all’età di 13 anni. Oltre la collina è il titolo del suo primo disco che affronta temi profondi e a volte spinosi, come il rapporto con il padre, la ribellione e il suicidio. Fa i conti con la censura imposta dalla Rai quando parla di sesso e credo religioso. Fa sorridere pensare che le chiedono persino di eliminare dal testo di una canzone la parola “amante”.

Oltre la collina, dentro Mia Martini

Ne sa qualcosa della censura Padre davvero, storia di una ragazza alle prese con un periodo pieno di difficoltà, difficoltà che non hanno mai trovato un sostegno né morale né concreto nella figura paterna, da sempre assente. Il padre, che non l’ha mai riconosciuta, le si presenta solo per rinfacciarle di aver rovinato il suo nome.

Se vi state chiedendo quanto ci sia di autobiografico in questa canzone, bisogna dire che il suo vero padre l’ha riconosciuta. Tuttavia Mia porta i segni più che del divorzio di un rapporto lacerato con la figura paterna. Ci si identifica eccome nei panni della protagonista della canzone. È lei stessa a dichiararlo in un’intervista rilasciata a Enzo Tortora datata 1982.

È qui che spiega come il dolore causato dal divorzio le sia arrivato a effetto boomerang ben oltre gli 11 anni. Poi il contesto complicato in casa. Mia Martini racconta anche questo parlando di suo padre. Nei suoi testi c’è molto di lei. Ma del resto, quale artista famoso non ripone una cospicua parte di sé nei propri capolavori?

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Loredana, a sinistra, con sua sorella Mimì, a destra

La voce di Mia

La demitizzazione dell’uomo è uno dei punti cruciali del suo pensiero trasposto in musica come testimonia Minuetto. L’uomo appare ai suoi occhi incapace di amare se non per creare ferite ed è inaffidabile per natura. Dopo essere approdata con il produttore discografico Carlo Alberto Rossi, proprio Minuetto, assieme a Padre davvero, Piccolo Uomo e altre opere ancora consacrano Mia Martini come icona della musica leggera italiana degli anni ’70.

Unita in arte e nella vita con Ivano Fossati, intraprende una relazione sentimentale con il cantautore italiano che sarà decisiva per il suo percorso personale e artistico. Nel 1982 sale sul palco di Sanremo dove interpreta E non finisce mica il cielo, scritta da Ivano e che le vale il Premio della Critica. Il riconoscimento viene ritirato soltanto nel 2008 dalla sorella Loredana, da sempre sua complice assieme ad altri volti ben noti della musica italiana come Renato Zero.

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Mia Martini ha fatto i conti anche con un periodo buio che l’ha messa alla gogna sotto la falsa accusa di portare sfortuna. Dare adito a tali maldicenze non ha aiutato affatto la cantante, la quale in seguito a una caduta di un tendone e di un incidente stradale in cui persero la vita due componenti della sua band, si ritrovò a fronteggiare meschini tentativi di ostracismo.

Mia Martini viene nuovamente applaudita dal pubblico di Sanremo nel 1989 con Almeno tu nell’universo, brano dal carattere intenso e drammatico. La sua voce graffiante e quanto mai espressiva ha interpretato testi di Lucio Battisti, MogolFranco Califano Claudio Baglioni.

Sulle note dei suoi testi celebriamo la ricorrenza della sua scomparsa avvenuta il 12 maggio del 1995. Una perdita che, seppur dopo 23 anni di distanza, lascia uno spazio vuoto nella musica italiana, nostalgica di tanta energia e intensità d’espressione.

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Mia Martini, nel cuore della canzone italiana ultima modifica: 2018-05-12T09:30:45+02:00 da Flavia Del Treste

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