Nella ripartenza generale che sta investendo tanti settori della nostra penisola hanno un posto di primo piano i musei. Nelle zone gialle si è dato il via libera alla loro riapertura durante la settimana. Ma nei weekend i cancelli dei musei restano chiusi. Una decisione del governo che però ha fatto storcere il naso a molti. I direttori delle strutture museali, infatti, chiedono che sia garantita l’apertura anche nel fine settimana e soprattutto aiuti certi per ripartire. I musei, infatti, sono luoghi sicuri. Gli ingressi sono contingentati e le varie strutture assicurano la sanificazione frequente dei luoghi. Ma quale strategia è necessaria davvero per aiutare il settore?

La galleria degli Uffizi a Firenze tra i musei italiani più apprezzati
La galleria degli Uffizi di Firenze

Musei, il settore da riorganizzare

Non solo la garanzia delle aperture anche nei fine settimana. Le direzioni dei musei più importanti d’Italia chiedono anche una sicura strategia e aiuti economici. Infatti se i musei italiani in piena pandemia sono rimasti chiusi, il personale ha continuato a lavorare. Adesso, però, per il 2021 non sarebbe stato ancora stanziato nulla a sostegno dei musei. Per lo scorso anno, complice l’assenza di entrate a causa della mancata bigliettazione, sono state stanziate risorse aggiuntive, oltre al contributo ordinario. I dati parlano per i musei statali di 145 milioni di euro. Invece per i privati e musei non statali, civici, fondazioni solo un fondo complessivo da 103 milioni di euro. Solo alcune strutture non statali ma di grande rilevanza come il MAXXI, il Museo Egizio di Torino, che godono della partecipazione statale, hanno ricevuto un finanziamento di 6 milioni di euro.

Tra i musei quello egizio di Torino avrà dei finanziamenti
Una delle esposizioni che si possono ammirare al Museo Egizio di Torino

I lavoratori delle strutture museali

Ma oltre alla riapertura dei musei, occorre capire quale strategia adottare per la difesa dei lavoratori. In molti, infatti, nonostante la chiusura, hanno continuato a lavorare. E poi ci sono altri servizi come quelli di supporto sorveglianza e supporto uffici che dovrebbero essere prorogati. Ferme al palo, invece, le nuove assunzioni, che se hanno portato ad un risparmio di costi, dopo i tanti pensionamenti nel settore, hanno determinato uno stop e un mancato ricambio.

La riorganizzazione in base agli orari

Allora per parlare di ripartenze e di aperture certe un’interessante proposta è quella lanciata da Antonio Tarasco, studioso e presidente della Società italiana per l’ingegneria culturale, raccolta dal “Sole 24 ore”. “L’apertura indiscriminata rischia di coprire una problematica che nasce ben prima della pandemia – dice -. Il problema è quello della compliance (come adesione a normative generali non fatte su misura per il singolo museo) contro le reali esigenze”. “Le porte aperte di musei pubblici e privati – aggiunge -, in tempi di Covid e non, devono essere calibrate in funzione del gradimento del pubblico”.

Occorre, quindi, rivedere le riaperture in base ai flussi di visitatori registrati in passato. “A priori – spiega -, senza dati alla mano (orari, costo del biglietto, giorni di grande affluenza, giorni di magra, flusso storico dei visitatori) è impensabile sapere se sia conveniente riaprire o no. Bisogna anche capire quanto il pubblico sia disposto a pagare per la visita”.

Nei musei italiani tante opere da ammirare
L’opera del Botticelli “La nascita di Venere” agli Uffizi di Firenze

Alcune strutture museali, allora, intanto si stanno riorganizzando. Con dati alla mano stanno assicurando delle aperture in coincidenza con determinati appuntamenti. Ma non saranno delle aperture totali. Si attenderà che la pandemia finisca perché tutti amiamo i musei ma senza dubbio in Italia la più alta percentuale di visitatori è straniera. E allora cosa resta da fare? Approfittare di quei musei che nelle zone gialle stanno riaprendo. Andare a visitarli rispettando le regole. Se non si può allora accendiamo i nostri pc e approfittiamo delle tante iniziative che sul web i vari musei italiani propongono. Una visita virtuale non è come quella dal vivo. Ma è senza dubbio un buon inizio per aiutare il settore.

Musei aperti in Italia, la richiesta: “No alle chiusure nei weekend” ultima modifica: 2021-02-07T14:00:00+01:00 da Federica Puglisi

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