Il Nobel per la chimica 2022 è stato assegnato a Carolyn Bertozzi, Morten Meldal e Barry Sharpless per lo sviluppo di tecniche volte a ingegnerizzare le molecole biologiche. Gli americani Carolyn Bertozzi e Barry Sharpless e il danese Morten Meldal dividono equamente l’ambito riconoscimento per avere aperto la strada alla cosiddetta ‘chimica a scatto’, inaugurata circa 20 anni fa da Sharpless. Essa consiste nella possibilità di unire le molecole in modo più efficiente e nello stesso tempo più semplice. Una tecnica che, grazie a Bertozzi, è stata applicata anche alle molecole biologiche. Tante, infatti, le applicazioni messe in campo, comprese quelle relative alla chimica verde e a terapie ad alta precisione contro i tumori.

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Carolyn Bertozzi

L’americana Carolyn R. Bertozzi è l’unica donna vincitrice dei Nobel scientifici 2022. Nata negli Stati Uniti nel 1966, docente dell’Università di Stanford, è stata premiata con i due colleghi per avere sviluppato la tecnica della ‘click chemistry’, la chimica a scatto e la ‘chimica bioortogonale’, un termine coniato da lei stessa. Espressioni che indicano le reazioni chimiche che avvengono negli esseri viventi senza interferire con i processi biochimici che avvengono al loro interno.  

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Carolyn Bertozzi (Foto Stanford University)

Sposata con moglie e tre figli, Bertuzzi ha ereditato dal padre la passione per la chimica e la fisica. Infatti, di origini italiane, è un fisico nucleare del famosissimo Massachusetts Institute of Technology (MIT). Anche i fratelli del papà di Carolyn sono nati in Italia ed hanno tutti condotto approfonditi studi nel campo della ricerca. Negli anni scorsi ha già ricevuto il Premio Wolf per la chimica; nel 2010 è stata la prima donna a ricevere il Premio Lemelson del MIT. Fa parte dell’Accademia nazionale delle scienze, dell’Istituto di medicina e dell’Accademia nazionale degli inventori.

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La chimica bioortogonale

La scienziata ha inventato il campo di ricerca della chimica bioortogonale. Ciò riferito a qualsiasi reazione chimica che avvenga all’interno di un organismo vivente senza interagire né interferire con i numerosissimi processi biochimici naturali concomitanti. Fin dalla sua introduzione, la chimica bioortogonale ha permesso di studiare biomolecole in tempo reale, in sistemi viventi senza creare problemi di tossicità cellulare. Questo processo ha permesso di ottenere farmaci anticancro attualmente in fase di sperimentazione clinica. Inoltre, sempre con la chimica bioortogonale, è possibile inserire nei composti sostanze che conducono l’elettricità, catturano la luce solare, proteggono dalle radiazioni ultraviolette e che sono anche una difesa contro i batteri.

( In copertina Carolyn Bertozzi / foto Stanford University)

Le origini made in Italy di Carolyn Bertozzi, Premio Nobel per la chimica ultima modifica: 2022-10-06T16:49:32+02:00 da Redazione

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